Europa e Africa, un incontro ancora problematico sul piano delle politiche migratorie che comporta la necessità di incrementare l’agenda europea sul tema delle migrazioni forzate. Da questa esigenza di comprendere in maniera critica i processi migratori e le loro prospettive future nel quadro delle strategie politiche europee nasce il corso di formazione organizzato dal Centro Astalli, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana, che si rivolge a volontari, studenti e operatori umanitari.Ogni anno il Centro Astalli propone la sua offerta formativa, dedicandosi a una particolare tematica. Il corso di formazione 2017, “Diritti e Rovesci. La politica europea sulle migrazioni”, si svolgerà nelle giornate del 17, 24 e 31 maggio alle ore 18.00 presso la Pontificia Università Gregoriana, a piazza della Pilotta, 4. Una serie di incontri che si concentrerà sull’Africa, continente di origine dei principali flussi migratori attuali, e sulla gestione del fenomeno dei flussi da parte dell’Italia e dell’Europa.Chi sono le persone che giungono sulle nostre coste? Quali piani di intervento l’Europa è in grado di attuare per arginare la grave crisi umanitaria in atto? La necessità di porsi questi interrogativi si fa sempre più urgente, soprattutto a un anno dall’accordo con la Turchia con il quale è stato impedito l’accesso al vecchio continente a migliaia di profughi, soprattutto siriani. Questa situazione ha posto il continente africano al centro dell’attenzione europea, inclusi i rapporti bilaterali con la Libia, a cui il Centro Astalli guarda con crescente preoccupazione, come sottolineato dal Capo Ufficio Stampa Donatella Parisi.“Diritti e Rovesci” è un’iniziativa che tenterà di analizzare a 360 gradi il rapporto tra l’Europa e l’Africa in tema di migrazione, un rapporto fragile e drammatico: fragile, perché al momento carente di prospettive che possano efficacemente dimostrarsi solide e durature; drammatico, perché negli incontri non si dimenticherà di affrontare il tema dei morti in mare, il cui numero sembrerebbe, allo stato delle cose, tragicamente destinato a crescere. Risale a poco più di una settimana fa l’ennesima tragedia dei 200 migranti annegati, notizia che Padre Camillo Ripamonti, Direttore del Centro Astalli, ha così commentato: “Ancora una volta ci troviamo a ripetere l’evidenza che la traversata del Mediterraneo è una rotta che non si può interrompere se non creando canali umanitari sicuri. Fino a quando l’Europa, colmando un ingiustificabile ritardo, non provvederà a creare canali umanitari sicuri, chiediamo che si attuino operazioni di salvataggio realmente efficaci che soccorrano i naufraghi in pericolo”.Dopo l’ultima strage del Mediterraneo, il Centro Astalli rinnova con forza l’invito a istituzioni nazionali e sovranazionali a mettere in pratica l’attuazione di nuove politiche, tra cui spicchino quelle relative ai canali umanitari per chi fugge da guerre e persecuzioni, quelle riguardanti la facilitazione per ottenere il ricongiungimento familiare e infine tutte le politiche volte a implementare piani per la cooperazione internazionale per creare progetti di sviluppo sostenibile nei paesi d’origine.Sulle proposte del “migration compact” verterà la prima giornata di studio, il 17 maggio, nella quale interverranno Padre Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero Servizio Sviluppo Umano Integrale e Lia Quartapelle, deputata e esperta di Africa. Seguirà il 24 maggio una conferenza, tenuta da Lorenzo Trucco dell’ASGI e Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere Italia, sul ruolo dell’Italia nell’agenda europea della migrazione, che si concentrerà sui futuri cambiamenti concernenti gli hotspot e il sistema d’asilo, analizzando quale sarà l’impatto sui migranti che giungeranno in futuro nel nostro paese.“Proposte per un cambiamento della politica euro-africana: co-sviluppo e canali umanitari” è invece il tema centrale della giornata conclusiva, prevista per il 31 maggio. I relatori, ovvero Andrea Stocchiero (FOCSIV), Mauro Martini (IFAD) e Daniela Pompei (Comunità di Sant’Egidio), proporranno delle riflessioni sull’alternativa possibile alle precarie politiche attuali: ovvero quella dei canali umanitari, un sistema in grado di proteggere le vite dei migranti, garantendo loro sicurezza e il completo rispetto dei diritti umani.
Elisabetta Rossi(16 maggio 2017)