3 ottobre: l’Europa inizia a Lampedusa e l’integrazione inizia nelle scuole

L'europa inizia a Lampedusa
L’Europa inizia a Lampedusa(Fonte – Facebook)
L’iniziativa L’Europa inizia a Lampedusa, organizzata dal Ministero dell’ Istruzione dell’Università e della Ricerca e dal Comitato 3 ottobre, dimostra che la costruzione di un’Europa che accoglie comincia dai banchi di scuola.Dal 30 settembre al 3 ottobre duecento studentesse e studenti di 35 istituti italiani e 4 europei si ritrovano nell’isola siciliana per confrontarsi e approfondire i temi dell’immigrazione, dell’integrazione e dei diritti umani. E per ricordare il naufragio del 3 ottobre del 2013: nel Mediterraneo persero la vita 368 persone, insieme a molti altri, prima e dopo quella data. Tra gli studenti selezionati, anche una delegazione dell’IIS Leonardo Da Vinci, l’istituto storico di Roma è una “scuola aperta”, come ama definirla la dirigente Irene De Angelis Curtis, uno spazio dove formare i cittadini di domani facendogli conoscere la società di oggi.Christian, Jialiang e Regis sono arrivati a Lampedusa per scardinare anche l’ultima ombra di pregiudizio: “Quando raccontavo alla gente che avrei partecipato a questo evento, mi dicevano: Dove vai? Sono tutti neri, attento al portafoglio! Ma non mi pare proprio che ci sia da aver paura qui” dice Regis.Questi tre studenti, come i loro compagni, hanno le idee chiare sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione. Perché i migranti li hanno incontrati a Roma, proprio nelle aule dove studiano. Per due anni hanno partecipato alle attività di Oxfam sui richiedenti asilo dedicate alle scuole. Poi per il progetto Co-Host, organizzato dalla Fondazione Mondo Digitale in collaborazione con Microsoft Italia, le aule informatiche dell’IIS Da Vinci si sono trasformate in un melting pot capace di abbattere qualsiasi barriera linguistica, culturale e sociale. Per 3 mesi, ogni settimana, gli studenti, nel ruolo di tutor, hanno insegnato agli ospiti dei centri di accoglienza come utilizzare gli strumenti online per muoversi in città, per imparare la lingua e approfondire la cultura italiana.“È fondamentale permettere alle persone di incontrarsi. Siamo esseri umani e dobbiamo relazionarci. Quando abbiamo fatto da tutor ci siamo trovati molto bene: noi abbiamo insegnato loro delle cose, ma abbiamo imparato anche tanto. In questo modo vinciamo da entrambe le parti: conosciamo cultura, arte, linguaggi di altri paesi”, afferma Jialiang, 18 anni, nato a Chieri da genitori cinesi. “Io mi sento italiano, da poco ho acquisito anche la cittadinanza. Ma so bene cosa si prova a essere discriminati. È successo che mi facessero sentire straniero. Alle elementari i miei compagni mi prendevano in giro e mi dicevano: torna al tuo paese. Quando lo senti fa più male di un pugno dato in faccia”.Ma ha avuto la sua rivincita di cittadinanza: durante le lezioni di Co-Host grazie all’uso di Google Streetview ha passeggiato virtualmente per le vie di Roma. Da vero maestro, ha mostrato le bellezze della città e ha dispensato pillole di storia romana ai rifugiati appena arrivati nella capitale.Per gli studenti dell’IIS Da Vinci la conoscenza reciproca e la fiducia sono gli ingredienti principali per una buona accoglienza. E l’esperienza a Lampedusa consolida questa idea. “Abbiamo seguito un incontro sui discorsi d’odio on line e sulle notizie false che si trovano in rete. Su facebook e twitter gira da tempo la notizia che i migranti prendono 35 euro al giorno, ma queste cifre vanno a chi si prende cura di loro e le persone non lo sanno. Ai rifugiati spettano solo 2,50 euro al giorno, una cifra misera, che equivale alla spesa di un caffè e un cornetto”, dice Jialiang.“È pericolosissimo raccontare fatti non verificati perché così si può far cambiare da un momento all’altro il punto di vista alle persone. Il giornalismo dovrebbe raccontare le storie, spiegare queste persone da dove arrivano e che viaggio hanno fatto prima di arrivare qui”, aggiunge Regis.Se fossero dei governanti, non ci penserebbero due volte e cercherebbero di “creare, quanto più possibile, momenti di incontro tra le persone, per avvicinarle. La politica un po’ le separa”. “Qui a Lampedusa abbiamo incontrato i protagonisti del naufragio del 3 ottobre”, raccontano.”Una madre è partita per salvare i propri figli, per vederli studiare e li ha visti morire nella traversata. I migranti cercano solo la tranquillità, un luogo dove stare in pace con il mondo”.

 Il video racconto dell’esperienza in aula a cura degli studenti dell’IIS Da Vinci

Rosy D’Elia(2 ottobre 2017)

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