“Il futuro appartiene alle nazioni che leggono”. C’è’ anche il perentorio invito alla lettura del capo dell’Accademia del Linguaggio e della Letteratura Persiana, Gholamali Hadad Adelranian, dietro la decisione del governo di Tehran di spendere oltre 200 miliardi di toman, circa 45 milioni di euro, per costruire il Book Garden.La mega libreria galattica –aperta nel luglio 2017, sulla collina di Abbasabad, progettata dall’architetto Sam Tehranchi, di fronte al ponte pedonale Tabiat, disegnato dalla ormai famosissima architetta iraniana, Leila Araghian, all’età di 26 anni.L’idea in realtà risale al 2004 con l’obiettivo di fare di Tehran un vero e proprio polo culturale, per attirare un pubblico sempre più vasto in occasione della Tehran International Book Fair, la fiera internazionale del libro che quest’anno si terrà dal 2 al 12 maggio.E giorno dopo giorno, il “Giardino dei libri” sta diventando un punto di riferimento per studenti e intere famiglie che, nei circa 65 mila metri quadri del complesso, trascorrono intere giornate. Basti pensare che hanno a disposizione una superficie che solo nell’area bookstore, raggiunge la stessa dimensione aggregata delle tre più grandi librerie americane Barnes & Noble Store a New York, Strand Book Store a New York City e Powell’s Books a Portland.Tanta disponibilità di libri e di spazi da dedicare alla lettura, sembrano voler colmare il gap effettivo che si è venuto a costituire negli anni, in seguito all’approccio ultra – censorio dei governi Ahmadinejad nei confronti di ogni espressione e libertà culturale; quando i cinema venivano chiusi e la censura vietava la pubblicazione della maggior parte dei titoli proposti. L’eredità del passato fa si che ancora oggi le librerie in Iran siano soltanto 1500 per una popolazione di circa 78 milioni di persone. Un dato impressionante se confrontato con le, comunque poche, 7000 librerie italiane che servono 60 milioni di abitanti. E i manoscritti, ancora oggi in Iran, devono ricevere un’approvazione prima della pubblicazione. L’invito alla lettura dell’”operazione Book Garden” che è rivolto in prima istanza agli alunni delle scuole “perchè – si dice – leggono sempre meno” è allo stesso tempo un segnale di apertura importante che sembra superare le resistenze dei membri più conservatori della repubblica islamica i quali da sempre paventano il rischio di una contaminazione della cultura persiana da parte della civiltà occidentale.Entrando ne “Il giardino dei libri”ci si trova di fronte a 14 mila metri quadri coperti solo da scaffali per un totale di 240 mila volumi in tutto. Ci si può sedere comodamente su poltrone e divani sparsi nelle varie aree, senza alcun obbligo di acquistare i volumi esposti: oltre 1000 titoli di libri, che vengono sempre aggiornati, sono in distribuzione gratuita per leggere “in diretta”. “Da quando ha aperto il centro – dice Ali Reza – che studia architettura all’Università di Tehran – passo qui quasi tutte le mattine per studiare in pace, approfittando dei momenti di pausa per passare in rassegna gli ultimi libri arrivati o bere un caffè al bar con altri ragazzi”. Alla stessa scrivania c’è Niloofar che invece sta leggendo un libro di quelli in distribuzione gratuita. “Così – dice soddisfatta – leggo ma senza spendere nulla”.Nel reparto “Sarvestan” (terra dei cedri) dedicato agli adulti, troviamo esposte in bella vista le opere degli americani Dan Brown, Dave Eggers, del turco Oran Pamuk, premio nobel della letteratura nel 2016, del norvegese Jostein Gaarder, autore del bestseller “Il mondo di Sofia” o il romanzo di Tracy Chevalier “La Ragazza con l’orecchino di perla” da poco tradotto in farsi, ma anche la Divina Commedia e i romanzi delle scrittrici iraniane di ultima generazione.Ai bambini e agli adolescenti in particolare è dedicata l’area “Baharestan” la terra della primavera dove la decorazione delle pareti e gli allestimenti cambiano continuamente per stimolare l’ attenzione dei piccoli. Oltre a leggere libri di ogni forma, colore e contenuto, i bambini si possono intrattenere nelle sale 3 D, realizzate dal gigante sudcoreano Lg che insieme a Samsung detiene in Iran il monopolio dell’elettronica. All’interno delle sale tecnologiche i bambini possono interagire con le immagini proiettate sugli schermi in terza dimensione e imparare tutto quello che serve sulle meraviglie del corpo umano e della natura, sulla storia, la musica e la danza. Nei pressi dell’area robotica, tra un campo di robot football e l’altro (dove i ragazzi si affrontano attraverso due squadre avversarie composte da robot “allenatissimi”) spuntano cartelloni alti 3 metri, ognuno con una breve biografia e il ritratto dei maggiori pensatori, filosofi, matematici iraniani. Tra questi, quello di Maryam Mirzakhani, la grande matematica scomparsa lo scorso agosto, per ricordare ai bambini che stanno “giocando” ma nella casa della Cultura con la C maiuscola. La più grande galleria d’arte del paese, dove ospitare mostre di pittura e arte visiva, sale cinema, teatri, laboratori per la creatività, ristoranti, una sala da preghiera, completano l’offerta del Centro Culturale. Sul tetto dell’edificio che domina la collina, un gigantesco giardino pensile di 25.000 metri quadrati consente di replicare all’aperto, col tempo buono, molte delle attività dell’interno. Una cornice ideale che sarà tenuta “a battesimo” in maggio dalla nuova edizione della Tehran International Book Fair .
Franca Corbaccio(19 febbraio 2018)
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