Ngouedi e i il potenziale dei concittadini
“Questo libro è rivolto innanzitutto ai miei co-continentali – spiega Ngouedi – affinché capiscano cosa c’è davvero dietro le politiche fatte sui nostri territori. Sono preoccupato per il nostro futuro. Credo che sia importante spingere la gente a riflettere, per evitare che nei prossimi anni domini il caos, ma credo che sia altre sì importante che l’africano medio comprenda la ricchezza del suo territorio e ne riconosca le sfide.”Il testo è stato redatto in lingua francese per permettere una maggiore diffusione tra le popolazioni del Golfo di Guinea, ovvero Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Camerun, Sao Tome e Principe, Guinea equatoriale e Gabon, che sono in maggioranza francofone. È disponibile su Amazon e in versione ebook, andando direttamente sul sito della casa editrice Edilivre.
Ngouedi e il perché dell’immigrazione
“Dietro l’aumento esponenziale del numero degli immigrati in Europa provenienti dal Golfo di Guinea – commenta il ricercatore – ci sono da un lato la crisi dello Stato africano, nel suo quadro giurisdizionale e nella sua autorità presso i cittadini , e dall’altro, la crisi della sicurezza marittima del Golfo, con una elevata presenza di forze straniere – in prevalenza statunitensi e francesi – nelle acque guianesi, e questo non facilita la tranquillità dei confini. Inoltre vengono confiscate alla popolazione le risorse naturali, creando povertà e portando di conseguenza i cittadini africani a scappare in Europa.”Secondo il pensiero del giovane dottorando, la situazione del Golfo di Guinea e del continente nero in toto, potrà cambiare solo grazie ad una svolta che parta dalla cittadinanza, “una svolta che abbia per base la riappropriazione di un modello culturale, perché penso che noi stiamo vivendo in Africa una crisi di valori, non sappiamo più su cosa fondare la nostra esistenza”. Sottolinea poi, che “spetta alle popolazioni locali riappropriarsi dei propri valori e respingere l’ imperialismo, e soprattutto, è compito degli indigeni mettere il potere in mano alle forze cittadine, ai sindacalisti, ai professori universitari, di questo deve essere consapevole il semplice cittadino africano.”Ngouedi è contrario a lasciare nelle mani della vecchia élite politica africana il “destino delle nostre nazioni” e auspica che venga ” messo fine all’ipocrisia internazionale, smettendo una volta per tutte di appoggiare feroci dittature che saccheggiano le risorse naturali e affamano il popolo”, e che “gli organismi sovranazionali si impegnino invece, ad accompagnare questi popoli nel creare la propria sovranità”.
Ngouedi e il Gabon
Parlando del Gabon, Ngouedi racconta che “attualmente non è un paese sovrano né tanto meno un paese democratico, perché i principi democratici non esistono più”. Il 6 ottobre scorso ci sono state le elezioni in Gabon e soltanto il 10% degli aventi diritto è andato a votare. Ngouedi ha commentato che “c’è un divorzio pronunciato tra la popolazione e la politica quindi quest’ultima va riformata e ripensata, ma non solo in Gabon, bensì in tutta la zona del golfo della Guinea. Il mio paese e le nazioni limitrofe subiscono i piani di aggiustamento strutturale del Fondo monetario internazionale, e le scelte economiche non sono in primis per l’interesse delle popolazioni della zona. Manca una dottrina politico strategica che tuteli gli interessi e le risorse territoriali. Se queste lacune non saranno colmate, sarà una catastrofe per il futuro della regione”. Veronica Di Norcia(10 ottobre 2018)