Monther: la scelta di lasciare l’Iraq
Gli anni da Faysal I a Faysal II rappresentano per gli iracheni il passaggio delle due grandi guerre mondiali, con l’influenza dell’Europa soprattutto degli inglesi. Non solo regnanti, “il nostro re era come un profeta” sottolinea Monther, tanto che la passione per l’Italia di Faysal I, amico dello scultore Pietro Canonica, diventa la méta del suo viaggio dei sogni. Nel 1958 il golpe militare rovescia la monarchia, accusata di essere filo-inglese, Fayfal II e tutta la sua famiglia vengono uccisi. Sono immagini che colpiscono duramente il popolo iracheno innamorato del proprio re, “sentivo che qualcosa stava cambiando e non in bene, non era più il posto per me. Poco dopo è morto mio padre e ho deciso di partire“.Da Baghdad a Damasco “dove ho iniziato a lavorare per un giornale: facevo i disegni. Sono rimasto 4 anni e lì è iniziata la mia fortuna perché ho conosciuto i direttore della Accademia di Belle Arti”. Non aveva però i documenti, necessari per coronare il suo sogno. Finalmente li ottiene e parte: arriva a Roma agli inizi degli anni ’70 superando l’esame per entrare all’Accademia delle Belle Arti. Studia scultura con Venanzio Crocetti e si diploma nel 1975.
Monther: Roma e gli anni dell’Accademia delle Belle Arti
“Mantenersi in quegli anni non è stato facile. Vivevo in affitto in una stanza vicino all’accademia. Avevo portato con me 60 kg di materiale, opere di diverso genere. Tra queste una scultura in legno, un basso rilievo, che avevo lasciato esposta in un bar in Via del Vantaggio, frequentato da artisti. Un commerciante di Piazza Augusto Imperatore vede la scultura e chiede di chi è per acquistarla. Io azzardo una cifra ambiziosa: un milione di lire. E lui dice sì. Ho aperto subito un conto in banca e ho iniziato a metter i soldi da parte”.La sera Monther vende per le strade del centro delle silhouettes realizzate al momento con una forbice da barbiere “riuscivo a raccogliere 40mila lire a sera ed erano tante”.La vita romana è densa di traslochi dal centro a Portuense, passando per San Giovanni e per i Parioli, sempre lavorando e imparando nuove tecniche.
Monther: dopo 25 anni, il ritorno a Baghdad
Nel 1993, 25 anni dopo la sua partenza, Monther torna a Baghdad su invito del Ministero della Cultura, richiamato con gli onori di artista per un’esposizione. È l’occasione per riabbracciare la madre con la quale riesce a passare un intero mese: “non smetteva più di parlare, aveva 25 anni da raccontarmi”.
Monther italiano: vivere d’arte, vivere di restauro
Monther è però cittadino italiano: agli inizi degli anni 80 ottiene la cittadinanza.
Silvia Costantini(24 aprile 2019)
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