FOTO 1É partito il progetto Evviva le culture organizzato dall’ I.C. Mazzini in collaborazione con la Fondazione Roma “Terzo pilastro – Italia e Mediterraneo” che vede i genitori stranieri degli alunni della scuola impegnati tutti i giovedì per i prossimi cinque mesi a studiare l’italiano sugli stessi banchi dei figli.

Il II Municipio, ente patrocinante del progetto, si è rivolto infatti anche questa volta a Piuculture, che da anni è attiva nelle scuole del territorio, per una duplice azione, rivolta all’integrazione degli alunni stranieri e dei loro genitori. Sono le 18 ed ecco arrivare in via Volsinio i 24 alunni, chiacchierano tra loro con il quaderno in mano e tanta voglia di fare: ad accoglierli, oltre al personale della scuola, gentile ed efficiente, ci sono Alessandra, Elena e Adele, le tre volontarie di Piuculture che li indirizzano nelle classi. Sono bastate poche lezioni perché il numero degli iscritti aumentasse, grazie ad un passaparola che ha coinvolto anche altri utenti della zona.

Le tre insegnanti sono molto soddisfatte dell’andamento: Adele, professoressa di italiano nei licei, in pensione, componente del direttivo di Piuculture, si dice piacevolmente stupita per la costanza degli allievi.

Dalla classe dell’A0 provengono risate fino al corridoio: Alessandra, responsabile del progetto, mediatrice culturale e insegnante di inglese e italiano L2, scrive alla lavagna le lettere dell’alfabeto mentre tutti cercano parole da aggiungere e, anche se sono principianti, provano a dire la loro.

Zara, una signora egiziana, è in Italia da 13 anni, ma per badare alla famiglia non ha mai trovato il tempo per studiare. Ora che i quattro figli sono cresciuti si può finalmente dedicare all’italiano e ad accompagnarla c’è proprio uno di loro, Mohamed, di dodici anni, che le traduce le cose più difficili e si improvvisa fotografo per documentare la lezione.

Vicino a Zara c’è Ghazala che viene dalla Libia. Approdata in Italia con la famiglia dopo aver vissuto nove anni in Inghilterra, vorrebbe fare un corso di fotografia – mostra sul cellulare delle immagini bellissime – ma senza la lingua non può fare niente. Nelum, pur di partecipare al corso, porta con se, su una carrozzina, la signora dalla quale lavora. Dilan, di soli vent’anni, entrambi proviene dallo Sri Lanka, ha deciso di venire a Roma perché afferma che sia addirittura meglio della Nuova Zelanda, dove studiava.

Elena, laureata da poco in linguistica, sta spiegando alla classe dell’A1 in maniera chiara ed energica la differenza tra maschile e femminile, mentre una bambina filippina la guarda a bocca aperta giocando con i regoli. Elena si è lanciata con passione in questa professione: insegna in altre due associazioni,” è coinvolgente e cerco di dare ad ognuno la possibilità di esprimersi” e infatti Olga, Indika, Lilian e Sergio si alternano armonicamente.

Ci sono anche due studentesse americane, i genitori sono nel corso A2: lui dell’Indiana, lei del Brasile, sono venuti in Italia per passione portando con loro tutta la famiglia; salutano Adele con un “ grazie per il tuo impegno, che è un esempio per noi”.

Infatti, nonostante Adele insegni dal ’72, non ha perso il suo amore per questo lavoro e lo mette alla prova anche in questa nuova avventura.

Sono le 20: la scuola chiude e tutti tornano ai propri impegni con un gran senso di sollievo e di appartenenza.

“Sembra banale ma la cosa che mi piace di più è proprio questo scambio culturale che si ha ogni volta” dice Elena “è questo che mi fa amare il mio lavoro”.

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