A quattro anni e mezzo inizia a suonare la viola a Bucamaranga il suo paese di nascita in Colombia. Poi un giorno accompagna la mamma a casa della zia, che era morta, per mettere un po’ in ordine gli oggetti e I ricordi di tutta una vita. In cima a un armadio la mamma trova un violino. Uno strumento prezioso, il cui uso era stato impedito negli anni alle sue cugine, troppo piccole per maneggiarlo con la dovuta cura. Carolina è una bambina piccolo, ma le piace molto andare alle  lezioni di  viola e suona lo strumento appassionatamente. Così la mamma decide che finalmente anche quel violino, invece di continuare a impolverarsi dimenticato in cima a un armadio, aveva trovato la bambina che avrebbe suonato le sue corde.Insomma per Carolina Leon Paez, prima donna ad avere l’onere e l’onore di  dividere il podio da direttore d’orchestra  col maestro titolare, Gabriele Ciampi, la carriera artistica era scritta nel destino.Dal ritrovamento di quell violino molta acqua è passata sotto ai ponti, Carolina ha collaborato come viola di fila con orchestre importanti come l’Orchestra Roma Sinfonietta, diretta dal maestro Ennio Morricone, l’Orchestra del Conservatorio S. Cecilia di Roma, l’International Chamber Ensemble. Superando, inoltre, le difficoltà per le donne ad emergere in quest’ambiente,  il  1 ° gennaio la Leon Paez, dirigerà l’Adagio per archi all’interno del nuovo concerto di Ciampi all’Auditorium Parco della Musica. Hybrid, questo il titolo del nuovo album composto dal giovane maestro romano e uscito in tutto il mondo per la Universal Music, parte da uno strumento solo, il pianoforte e  arriva al coinvolgimento di tutta l’orchestra (35 elementi), passando dalle sonorità più classiche all’hiphop sinfonico.“Lavoro con Carolina che è la prima viola della mia formazione romana “CentOrchestra” dal 2012 – ci racconta Ciampi, in una pausa della presentazione alla stampa di un’anteprima del concerto, trasmessa lunedì scorso dalla leggendaria Sala A di via Asiago  su “Radio Classica” e “Radio Rai Tutta Italiana”. “Di questo terzo album – racconta ancora Ciampi – sono anche il produttore, così durante la registrazione ho affidato a Carolina la direzione d’orchestra dell’adagio per avere la giusta distanza che mi permettesse di valutare meglio l’esecuzione. Al termine  sono stato sopreso dalla sua interpretazione del brano che aveva una coloritura e una sensibilità tutta femminile, che aggiungeva un “quid” in più. Così ho deciso di cedere programmaticamente la bacchetta – cosa che si fa di solito molto malvolentieri, confessa Ciampi – a Carolina nel corso dei miei concerti”. Ciampi, classe ’76 “cervello in prestito” (come si autodefinisce) che vive e lavora negli Usa dove ormai è una star,  sogna di creare un ‘orchestra tutta al femminile. Ma già adesso per la sua ultima creazione dove fonde diversi stili musicali dando vita ad una vera e propria “contaminazione” stilistica, si è avvalso di competenze al femminile e di provenienza internazionale, a partire dalla direzione d’orchestra con la Leon, per arrivare alla mezzo soprano, solista della China Opera house, Jiujie Jin, alla pianista russa Elena Nefedova e l’arpista italiana dell’orchestra sinfonica nazionale di Santa Cecilia, Augusta Giraldi. Sono donne anche la graphic designer iraniana e la fotografa Americana di Los Angeles. In un mondo prevalentemente tutto al maschile, dunque, la “bacchetta” passa in mano alle donne. “ Ho cominciato a dirigere un’orchestra per la prima volta nel 2015 e per caso – ci racconta Carolina dopo la diretta del concerto – un mio compagno di conservatorio mi chiese di prendere il suo posto, io mi stavo laureando in direzione d’orchestra e quello fu il mio “debutto”.E’ stato difficile trasferirsi in Italia dalla Colombia?  “Dopo essermi laureata cum laude nel 2000 in Pedagogia musicale all’Università Industrial de Santander,  volevo andare a Stoccarda a perfezionarmi. Avevo pronta la valigia con tutti i timbri e i certificati per andare comunque in Europa. Poi la decisione è arrivata grazie a una mia amica architetta che mi ha spronato a chiedere l’iscrizione al Conservatorio di Santa Cecilia anche per raggiungerla a Roma. Ho ottenuto un visto di tre mesi per studiare, avevo 17 anni… poi sono rimasta nel 2005 mi sono diplomata maestro di Viola al Conservatorio e poi ho avuto riconosciuta la cittadinanza italiana.A 17 anni ti sei trovata a vivere da sola a Roma. Come ti sei organizzata? “Ho trovato quella che considero la mia “mamma italiana” che mi ha aiutato a superare le difficoltà e che ancora oggi è il mio punto di riferimento”.Preferisci dirigere l’orchestra o suonare I tuoi strumenti?“Mi piace molto il rapporto “ a due” con lo strumento che è una parte di te, nella direzione gli strumenti diventano le persone e riuscire a tirare fuori il meglio da tutta l’orchestra è molto difficile. Se non funziona il direttore, non funziona nemmeno l’orchestra…”.