Il gruppo infoimmigranti partecipa a Piazza Vittorio al progetto guide invisibiliA Roma sono nate organizzazioni che ci permettono di conoscere il quartiere in cui viviamo, come succede nell’Esquilino. Questo avviene tramite “guide invisibili”, voci di migranti che raccontano e fanno ascoltare le loro prime impressioni in questa grande città. Ma, oltre a questo, ci fanno vivere in prima persona i loro punti di vista.Attraverso delle cuffiette ci raccontano la loro vita quotidiana e le differenze o le similitudini tra il loro luogo di nascita e Roma.Alla fermata di Vittorio Emanuele si incontrano persone provenienti da diverse etnie, aperti a condividere le loro esperienze.Questo è il caso di Patrizia e di un ragazzo ventiseienne. Il ragazzo si trova in una casa-famiglia, è qui dove ha conosciuto la signora che, invece, abita presso la capitale.“Può capitare che un giorno ti senti completamente sola e non mangi niente, neanche il pane. Per fortuna c’è la Caritas”. La signora racconta di quando era giovane che viveva bene e felice, di aver studiato inglese e francese come accompagnatrice turistica. Il ragazzo seduto vicino Patrizia, comincia a raccontare la sua storia, dopo la timidezza iniziale: “Sono nato nel 1992, in Costa d’Avorio. Vivo in Italia da circa 3 anni”.Sua madre è morta quando lui aveva 8 anni” spiega Patrizia, e aggiunge che attualmente frequenta la scuola per imparare l’italiano.Nonostante alcuni episodi di razzismo, ama l’Italia, perché questo Paese offre l’opportunità di andare a scuola gratuitamente. E poi, a scuola, tra giovani, tutto è più facile, “forse perché i giovani hanno la mente più aperta” dice. Intanto si impegna nella ricerca di un lavoro: “Spero di iniziare a lavorare presto, anche semplicemente come cameriere”, confida, “bisogna sempre ricordarsi della propria dignità.”” La povertà è una cosa, lasciarsi andare e chiedere solo l’elemosina, senza sforzarsi di cercare lavoro, è un’altra cosa” aggiunge Patrizia, che ha a cuore il futuro del ragazzo ed è molto protettiva nei suoi confronti:” Lui è innocente, perché è ingenuo. Solo che, a differenza nostra, ha visto morire i suoi parenti”. Nonostante questo, il ragazzo non perde mai la fiducia e non smette mai di sperare nel domani: “Il mio sogno è andare a Londra” racconta. “Una volta li, spero di trovare lavoro, e continuare a costruire il mio futuro”. Mentre lo dice, dal suo volto traspare un’immensa forza d’animo.
Maria Sole Cerchi e Caterina Padalino
(14 Aprile 2018)
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per facilitare e rendere migliore la navigazione. Chiudendo questo avviso o proseguendo la navigazione acconsenti al loro uso.OkMaggiori Informazioni
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are as essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.