Ramadan 2023 a Roma: Centocelle incontra la nuova luna

Giovedì 20 aprile 2023 è stata avvistata la luna nuova a Roma alle ore 20.16. Venerdì 21 la Moschea di Centocelle – Centro Islamico culturale Bangladesh – e la Moschea Al-Huda sono state luogo di preghiera per molti fedeli.

Le preghiere della sera hanno segnato la fine del mese benedetto di Ramadan, concluso dopo 29 giorni. Il quartiere di Centocelle, a Roma, si è trasformato in un luogo di raccoglimento. Meditazione e autodisciplina sono i nodi cardine del Ramadan. Venerdì, questo traspariva negli occhi dei fedeli presenti alla Moschea di Centocelle: nella loro dedizione alla preghiera per la purificazione della persona.

Molti dei fedeli presenti erano riconoscenti all’Imam per la riuscita del mese benedetto, una questione che scinde dalla religione e che attraversa confini e spazio, arrivando alla loro origine, alla loro identità.

Fine del Ramadan: le parole dei fedeli

Sono molti i fedeli che hanno partecipato alla preghiera della sera del venerdì. Uscendo dalla Moschea di Al -Huda, Muhammad ha raccontato di come per lui fare il Ramadan non sia solo un’azione sacra, ma la possibilità di ritrovare le sue origini ora che vive nella Capitale romana, lontana dal suo paese. “Mi ritrovo qui con amici e persone che conosco da una vita intera, arrivati in Italia da almeno trent’ anni, la religione mi aiuta ad essere me stesso, a non perdermi” ha affermato. “La fine del Ramadan, con l’avvistamento della luna nuova“ segna il termine di uno dei periodi più sacri per la mia fede. Una rinascita che contempla me e la mia comunità” ha poi aggiunto.

Sempre a Centocelle, c’è anche la Moschea, Centro Islamico Culturale del Bangladesh. Al termine della preghiera molti hanno interrotto l’ultimo digiuno del Ramadan 2023 consumando dei datteri che simboleggiano grande forza. Mangiare il dattero è una tradizione che risale alle origini dell’Islam: una fonte ricca di nutrienti che aiuta i fedeli dopo il digiuno nel mese sacro del Ramadan. Mubarak sottolinea l’importanza del dattero nella sua religione: “Non tutti riescono a fare il digiuno. Bambini, donne incinte, anziani, malati, non hanno l’obbligo di farlo proprio perché potrebbero non avere forze sufficienti per riuscirci. Per chi lo fa, è tradizione iniziare il pasto – una volta calato il sole – con il dattero, che riporta in noi le energie necessarie per affrontare la serata”.

Fine del Ramadan: cosa succede ora?

Nella Moschea di Centocelle – così come in altre Moschee di Roma – l’Imam ha pubblicato un comunicato “Comportamento e condotta dei musulmani dopo il Ramadan” che ricorda ai fedeli l’importanza del mese benedetto appena trascorso e i doveri da compiere nel futuro.

“Nel nome di Allah Clemente e Misericordioso, iniziamo la nostra khutba con l’auspicio che Iddio ci conceda la facoltà di apprendere e praticare i Suoi insegnamenti, insieme con gli insegnamenti del Profeta, pace e benedizioni su di lui. Fratelli e Sorelle nell’Islam, in verità Ramadan è il mese degli atti di devozione cultuale e di adorazione per avvicinarsi a Dio, è il mese del perdono dagli errori e dalle pecche, Ramadan è gustare la dolcezza degli atti di obbedienza verso Dio, quindi il permanere e il perseverare del musulmano, dopo Ramadan, nell’agire pio e devoto e il suo mantenersi sulla retta via, la via dell’obbedienza, è da ritenersi gesto e segno bene accolto presso il suo Signore, gloria a Lui, Egli è l’Altissimo”.

E nelle indicazioni dell’Imam anche i doveri da compiere: “Fratelli e Sorelle nell’Islam, la perseveranza nell’obbedienza è la via del musulmano che ha contezza dei comandamenti di Dio e vi si adopera, ha contezza dei termini posti da Dio e vi conforma, ama l’obbedienza e di buon grado la pratica. È quindi opportuno per il musulmano fare di Ramadan una pagina nuova di pentimento e devozione, rimanendo costante nell’obbedienza, consapevole che Iddio vigila in ogni tempo e ora. Dopo Ramadan, si astenga dunque il musulmano dalle azioni malvagie e riprovevoli, ma adori Iddio obbediente, prolungando tutto l’anno le azioni compiute a Ramadan, azioni capaci di avvicinarlo al Signore”.