Senzatomica: intervista a Melissa Parke, Executive Director di ICAN

“C’è chiaramente una connessione nel ciclo nucleare, le nazioni che posseggono la bomba atomica hanno iniziato con un programma sull’energia nucleare. È lo stesso processo e si usano gli stessi materiali. Il rischio della proliferazione delle armi nucleari è molto alto proprio per questo, bisogna monitorare che le aziende che si occupano di energia non convertano la produzione in armi nucleari. Energia nucleare e armi nucleari producono entrambe scorie e non è stato ancora studiato un modo sicuro per smaltire le scorie nucleari”, dichiara Melissa Parke, Executive Director of ICAN (The International Campaign Against Nuclear) a Roma, in visita a Senzatomica, la mostra allestita presso l’Ospedale delle Donne in Piazza San Giovanni in Laterano.
L’impegno di Melissa Parke per quanto concerne i problemi inerenti al nucleare inizia negli anni ’90 quando si unisce alla campagna contro lo stoccaggio delle scorie radioattive nell’Australia Occidentale da parte del Regno Unito che aveva testato le sue armi nucleari negli anni ’50.
Da settembre 2023 è a capo di ICAN, l’organizzazione che nel 2017 ha ottenuto il Premio Nobel per la Pace per il lavoro svolto affinché l’umanità fosse “consapevole della catastrofe umanitaria che causerebbe l’uso delle armi nucleari” e la promozione del Trattato per l’abolizione di tutte le armi nucleari (TPNW), adottato dalle Nazioni Unite il 7 luglio 2017.
Senzatomica è la prima tappa della visita a Roma di Melissa Parke. Alcuni membri dell’Istituto Buddista della Soka Gakkai, da sempre sostenitore della campagna contro le armi nucleari, la accompagnano nella visita della mostra. Secondo i dati forniti dagli organizzatori, al 9 maggio i visitatori sono stati 22.250, di cui 8.800 studenti.

Lo smaltimento delle scorie nucleari

A che punto sono le ricerche per uno smaltimento sicuro elle scorie nucleari?
“Nessuno conosce un modo sicuro di smaltire le scorie. Alla fine degli anni ’70, gli Stati Uniti ad esempio hanno sigillato le scorie causate dai test nucleari, (67 bombe tutte nell’arcipelago delle Isole Marshall che sono uno Stato indipendente) che quelle prodotte dalle centrali nucleari in tutti gli Stati Uniti, in un numero impressionante di barili d’acciaio, circa 55 milioni, non ricordo il numero esatto. Questi barili sono stati sistemati in un cratere enorme, il Runit Dome, ricoperto poi da tonnellate di detriti. Oggi, la cupola che copre questi barili si sta sgretolando e la radioattività rischia di fuoriuscire. Ci vogliono forse 250.000 di anni prima che queste scorie diventino innocue, la verità è che non ci sono soluzione per uno smaltimento sicuro.

I finanziamenti e la mancanza di trasparenza

Molte Società sia private che pubbliche investono in energia nucleare, ICAN denuncia la totale mancanza di trasparenza nella destinazione di questi finanziamenti. Si tratta di una vera e propria censura?
“Questo è un problema in generale ma soprattutto quando si parla di armi nucleari. È evidente che è sempre più difficile avere informazioni per quanto concerne la destinazione degli investimenti o per sapere quante armi sono prodotte e dove si trovano. Sì, possiamo tratta di censura e i Governi utilizzano ragioni di sicurezza nazionale per impedire ogni accesso alle informazioni da parte del pubblico. La nostra posizione è che non esistono mani abbastanza responsabili da poter gestire armi nucleari. Nessun Paese dovrebbe avere armi nucleari. Tra l’altro il rischio di incidenti è altissimo. Ce ne sono stati svariati negli ultimi decenni, siamo venuti a conoscenza solo di alcuni e io sono terrorizzata. Alcune bombe si sono perse, questo genere di cose divertenti (ride)insomma!”
Non pensa che ci siano troppi interessi coinvolti e che siamo impigliati in una tela di ragno dove il ragno è la finanza?
“La campagna di ICAN è proprio volta a denunciare questo. Ogni anno si spendono circa 83 miliardi di dollari per produrre armi nucleari, soldi che potrebbero essere spesi per ridurre la povertà, per la salute, per l’immigrazione, per lo sviluppo. È per questo che cerchiamo di lavorare soprattutto a livello di governi locali, città come Roma o come New York possono prendere posizione ed attuare politiche locali. Cerchiamo di coinvolgere le persone, ogni individuo può dare il suo contributo. Ad esempio, per quanto concerne i fondi pensionistici, ognuno potrebbe chiedere di sapere in cosa è investito il proprio denaro. Così anche per banche di cui ci serviamo, è un nostro diritto sapere in quali attività finanziare sono coinvolte, avere informazioni sulla loro politica! Ognuno deve essere coinvolto. Ad esempio, mia sorella che è una nota fotografa sta preparando un poster a sostegno della campagna di ICAN per l’abolizione delle armi nucleari (mostra le foto di due cuccioli di canguro in riva al mare), ogni Paese avrà la sua coppia di animali e sopra la scritta “Specie di animali diverse per diversi Paesi ma solo una specie può fermare la guerra nucleare”. Il messaggio che dobbiamo dare deve essere un misto di orrore, ironia e speranza. Orrore perché questa è la realtà di una guerra nucleare, speranza perché altrimenti l’uomo non avrebbe interesse a combattere per l’abolizione delle armi nucleari, ironia per veicolare il messaggio che altrimenti sarebbe insopportabile da affrontare.

Intelligenza Artificiale e il rischio di un Armageddon. La violazione dei diritti umani

L’uso dell’Intelligenza Artificiale rende più verosimile la probabilità di un Armageddon nucleare?
“Certamente sì. L’uso di IA per la gestione delle armi nucleari è molto pericoloso perché accorcerebbe il tempo per decidere se utilizzare o meno l’arma, tempo che è già molto ridotto se pensiamo che il Presidente degli Stati Uniti ha circa sei minuti per decidere. Stando così le cose, bisogna chiedere l’eliminazione delle armi nucleari piuttosto che una regolamentazione di IA.  Comunque, più digitalizziamo più il rischio aumenta”.
La campagna contro le armi nucleari va di pari passo con quella per i diritti umani e per la sostenibilità ambientale?
“Questo è un tema che ho particolarmente a cuore, ogni cosa è interconnessa, l’esistenza delle armi nucleari è una delle maggiori violazioni dei diritti umani, include la violazione del diritto alla salute, del diritto di vivere in un ambiente pulito. Il Trattato per l’abolizione delle armi nucleari è stato adottato dalle Nazioni Unite, è un passo importante. Il mondo sarebbe molto più al sicuro se si investisse nei diritti umani, nel riciclo e nelle energie rinnovabili che già ci sono.  I Paesi devono investire affinché le Energie Rinnovabili funzionino e del resto richiederebbe molto meno tempo farle funzionare piuttosto che investire nel nucleare”.
Ad oggi, le testati nucleari presenti nel mondo sono 12.512. Nonostante l’entrata in vigore del TPNW gli arsenali nucleari sono destinati ad aumentare. Usa e Russia detengono il 90% delle testate nel Mondo. Cina, Francia, Regno Unito, Pakistan, India Israele e Nord Corea fanno parte del club nucleare. Nessuna di queste Nazioni ha firmato il Trattato per l’abolizione della Armi Nucleari

Livia Gorini
(12 maggio 2024)

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