Happy Holidays, del regista palestinese Scandar Copti, presentato al Lido nella sezione Orizzonti inizia narrando la vita quotidiana dei personaggi che via via entrano in gioco in un film strutturalmente suddiviso in quattro capitoli.
I protagonisti fanno parte di una famiglia benestante araba che vive ad Haifa in Israele.
La vita scorre densa di eventi non privi di effetti problematici: Hanan, la madre, è impegnata nell’organizzazione del matrimonio di una delle figlie, dove bisogna fare in modo che non manchi nulla, senza badare a spese, sorda ai richiami del marito che non confessa la crisi economica che sta attraversando. Rami, il figlio, vorrebbe che la fidanzata incinta, ebrea, abortisse per paura di uno scandalo. Fifi, altra figlia, ha un segreto che non vorrebbe svelare, ma ha un incidente che mette a rischio la sua scelta.
Il nodo per tutti ha a che fare con la libertà di scegliere tra le proprie origini e tradizioni e la messa in discussione delle stesse: come non rinnegare un patrimonio, ma riuscire ad andare oltre ai limiti che questo pone e che non si ritengono coerenti con il modo nel quale si vuole vivere? È una situazione che genera evidente sofferenza nei protagonisti in dubbio tra lo snaturare se stessi e integrarsi subendo pesanti condizionamenti o fare scelte controcorrente ma a rischio di isolarsi.
Emblematica e impressionante in tal senso la scena di indottrinamento dei bimbi israeliani nella scuola elementare alla quale la palestinese Fifi, che fa il tirocinio come insegnante, rimane impassibile.
Il conflitto non ha origini religiose, ma culturali e le linee di compportamento vengono trasmesse prevalentemente, ma non solo, all’interno della famiglia, dimostrando amore e preoccupazione.
Scandar Copti racconta tutto questo con l’ausilio di attori non professionisti che danno il meglio di sé interpretando i personaggi in seguito a una formazione, passata anche attraverso l’improvvisazione, durata mesi e i risultati sono eccellenti.
Nicoletta del Pesco
(4 settembre 2024)
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