Alla 81° Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Orizzonti, la regista francese Carine Tardieu porta in scena L’Attachement, tratto dal romanzo L’intimitè di Alice Ferney.
Storia che racconta di un legame non convenzionale, esplora percorsi affettivi possibili nella società contemporanea che si smarcano dai canoni stereotipati della famiglia tradizionale. Vede come protagonista la cinquantenne Sandra, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, una militante intellettuale, come descritta dalla stessa autrice, nubile per convinzione e per scelta, che vive di libri – libraia di professione – e nei libri, tanto fisicamente nel suo appartamento invaso da volumi, quanto idealmente, più portata a sognare storie fantastiche che a vivere nella realtà. Più proiettata verso orizzonti lontani, che non focalizzata su realtà a lei vicine. Così vicine da condividerci il pianerottolo.
L’Attachement: Elliot un vicino di casa speciale
Ed è infatti dalla porta dei vicini di casa che entra nella vita di Sandra, Elliot, a stravolgerne il precario equilibrio apparente. Bambino di sei anni, in cerca di qualcuno con cui ingannare l’attesa del padre che deve accompagnare in ospedale la madre a cui si sono rotte le acque.
Ci si trova così di fronte ad un contrapporsi di maternità. Da quella consapevolmente e convintamente rifuggita da Sandra, a quella tristemente negata alla madre di Elliot, che dall’ospedale non farà mai ritorno.
Prende vita così la storia di attaccamento affettivo, o Attachement, da cui il titolo del film, tra Sandra, Elliot, il padre Alex e la nuova compagna. Con la pellicola che si dipana lungo i primi due anni della vita della piccola Lucille, sorellina di Elliot, tra goffi tentativi di ricerca di normalità, e rapide battute in ritirata nelle rispettive zone di confort anaffettivo, tra innocenti domande infantili e abbracci spontanei, fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio.
L’Attachement: di cosa si tratta?
Come nuovo è il termine Attachement, speso dall’autrice per smarcarsi dai canoni dell’amore o dai connotati dell’affetto. Un rapporto nuovo, che non vuole essere proposto come migliore, ma solo come possibile.
Non ci si può sottrarre dal dare risalto all’interpretazione che Valeria Bruni Tedeschi dà del personaggio di Sandra, al punto che si è spinti a chiedersi se nella trasposizione del libro in sceneggiatura le sceneggiatrici Agnes Feuvre e Raphaele Moussafir l’avessero già in mente come riferimento per il ruolo. Genuinamente vera nel trasmettere fin dalle prime scene allo spettatore l’universo di solitudine e distacco in cui da anni si è rifugiato il suo personaggio, ma al contempo naturale e spontanea nell’intraprendere il percorso emotivo che da questo rifugio la va a stanare.
L’Attachement è un film che non vuole dare risposte, né proporre verità ma solo sollevare nello spettatore domande riguardo la possibilità di dare vita a un nuovo tipo di famiglia, dove non è il legame di sangue a fare da fondamenta, ma la volontà di tutti i componenti di sostenersi uniti di fronte alle avversità.
Rocco Ricciardelli
(3 settembre 2024)
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