Uno dei primi ospiti di questo Giubileo è stato il massimo esponente del buddhismo mongolo, sua santità il 30° Khamba Lama ha visitato la città di Roma nei giorni scorsi.
La figura del Khamba Lama
Il Khamba Lama è il titolo conferito al capo della comunità buddhista in Mongolia. Il termine “khamba” deriva dalla tradizione buddhista indo-tibetana e si tratta di un grado che i monaci raggiungono a seguito di un periodo di tredici anni di studio intensivo.
E’ equiparabile a un titolo accademico per i buddhisti e corrisponde in italiano alla figura dell’abate, il superiore di un monastero eletto dagli altri monaci.
Il Khamba Lama attualmente in carica, Geshe Jetsun Dorji è l’abate del monastero di Gandan, situato a Ulaanbaatar, centro del Buddhismo in Mongolia.
Il viaggio e le tappe romane
Dal 13 al 15 Gennaio 2025 il maestro ha tenuto conferenze presso la sala del MAXXI, la biblioteca di studi orientali dell’ Università Sapienza all’Accademia dei Lincei, la maggior parte organizzate da Francesca Lugli, dell’ ISMEO, (Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente). Immancabile la visita a Papa Francesco: “abbiamo fatto l’incontro con papa Francesco e i suoi scienziati per discutere sulla pace dell’uomo ed il miglioramento della pace nel mondo” Dice l’ambasciatore mongolo in Italia, traducendo direttamente le parole del Khamba Lama, durante la conferenza sulla storia e la filosofia del Buddismo Mongolo, tenutasi presso la bibblioteca Nazionale di Roma, nel pomeriggio di mercoledì 15 gennaio.
Khamba Lama poi è andato a visitare le scritture tibetane custodite all’interno della “biblioteca IsIAO” sala delle collezioni africane orientali, del fondo Tucci mostrategli dalla professoressa Michela Clemente: “Il Khamba Lama ha visionato due testi; I primi, che fanno parte della collezione di Sutra, ovvero i discorsi del Buddha, sono manoscritti frammentati, che in origine comprendevano 78 sutra ed oggi sono rimasti veramente pochi. L’altro è un manuale su un rituale di medicina Buddhista tibetano.” Prima di lasciare l’Italia per continuare il suo viaggio del mondo il 30° Khamba Lama ha fatto un ulteriore tappa presso l’università Ca’ Foscari di Venezia per tenere altre conferenze.
Storia del buddhismo mongolo
Il monastero di Gandan da dove proviene Khamba Lama è un simbolo della storia del buddhismo mongolo in quanto è stato l’unico monastero attivo nel periodo che va dal 1924 al 1992, quando la Mongolia era sottoposta al regime comunista della Repubblica Popolare. In quell’arco di tempo, numerosi monasteri furono saccheggiati e distrutti, i monaci uccisi o imprigionati e le restanti strutture religiose trasformate in caserme per l’Armata Rossa. Il Buddhismo fu bandito e tornò a essere praticato dopo il 1990, anno che segna il crollo dell’Unione Sovietica e l’instaurazione di regimi democratici negli ex-paesi comunisti.
I monasteri riaprirono e tornarono a essere celebrate le cerimonie religiose, molto sentite in un paese dove il 53% dei mongoli seguono la tradizione buddhista, il 38% sono atei, il 3% sono musulmani e il 2% cristiani.
Il Buddhismo è una religione influente in Mongolia che si tramanda e si è diffusa grazie all’interesse per il Buddhismo tibetano nutrito da Gengis Khan, il grande conquistatore mongolo. I suoi eredi concessero al clero buddista una posizione sempre più rilevante a corte fino ad arrivare ad Altan Khan, il quale assoggettò la Mongolia, si convertì al Buddhismo e conferì lui stesso al capo dei monaci tibetani il titolo di Dalai Lama, che i suoi successori detengono ancora. Dopo un lungo periodo di persecuzioni, oggi il Buddhismo mongolo è la religione più praticata nel paese e deriva gran parte dei suoi riti e insegnamenti dal Buddhismo tibetano, insieme anche a caratteristiche uniche.
Filosofia del Buddhismo Mongolo
I monaci discutono molto tra loro per dare risposte alle domande della filosofia buddhista. Attualmente la filosofia buddhista si sta interrogando sopratutto sull’origine della coscienza che permette ad una persona di essere unica in quello che fa. Si è giunti alla conclusione che Il corpo proviene dai genitori, invece la coscienza viene dalle vite precedenti. Questa coscienza è un evento esterno rispetto alla genetica.
In altre parole si ritiene che i doni naturali nel saper fare bene una cosa, che si ricevono alla nascita, in realtà siano il frutto delle vite precedenti.
Ed omaggiando l’Italia, il Khamba Lama porta l’esempio di Michelangelo ed altri maestri italiani famosi, unici nella storia. “In italia c’erano tanti pittori, come Michelangelo, loro appena sono nati hanno avuto una coscienza, perché erano capaci di questo? Loro sono nati con queste capacità o le hanno imparate nel tempo?Allora stiamo parlando della coscienza che questi pittori hanno aquisito o che avevano già prima di nascere.
La filosofia del buddhismo sta studiando questa coscienza.”
Alla fine dell’incontro il Maestro fa una domanda a cui dà una grande risposta: “Noi viviamo in una condizione molto buona però ogni tanto siamo tristi, come mai?” E chiede al pubblico “Avete qualche idea? Ci sono tanti motivi, una persona famosa indiana ha risposto a questa domanda nel 1900. Questa condizione triste viene dal nostro pensiero negativo, viene dall’interno, non dall’esterno.
Analogamente vivendo in una casa una persona spesso ha voglia di una casa più bella”.
In sintesi “tutti devono migliorare lo spirito ed il pensiero positivo.”
Testo di Alessandro Masseroni e Lorenzo Pugliese
Foto di Lorenzo Pugliese e Pucci Lazzari
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