Referendum cittadinanza: il SI’della Corte Costituzionale

Dopo il sì della Corte Costituzionale di lunedì 20 gennaio che ha dichiarato ammissibile il quesito referendario che comporta il passaggio da 10 a 5 anni di residenza legale in Italia per poter fare domanda di cittadinanza che potrà essere trasmessa automaticamente ai figli residenti, la decisione spetta solo agli italiani. Questi saranno chiamati a votare fra aprile e giugno per approvare o meno la rimozione dell’articolo 9 della legge n. 91/1992.

Referendum cittadinanza in breve

Prima la proposta, avanzata da Riccardo Magi di + Europa e sostenuta da diversi partiti come Radicali Italiani, Psi, Rifondazione Comunista e da oltre 75 associazioni, inclusa Piuculture.
Poi la raccolta firme, che difronte alle 500.000 necessarie, ha visto l’adesione di più di 637.000 italiani favorevoli, superando di molto l’obbiettivo. Mentre il prossimo step sarà il referendum abrogativo, per il quale saranno chiamati a votare tutti gli italiani.

Perchè è importante

Sono 2,5 milioni, le persone straniere residenti in Italia, alle quali se il referendum dovesse abrogare l’articolo 9 della legge 91/1992, cambierebbe in meglio la vita. Tuttavia la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, il permesso di
soggiorno, il passaporto internazionale valido, e l’incensurabilità sono prerequisiti che il referendum lascerebbe invariati, senza contare che una volta accettata la richiesta, passano in media altri due anni, prima che la cittadinanza venga concessa.

La voce ai promotori della campagna

“Noi siamo più che contenti, è un sogno che si realizza, non abbiamo raggiunto la vittoria e c’è molta strada da fare, quindi l’esultanza deve essere contenuta. Siamo contenti che questi strumenti costituzionali hanno dato i loro frutti, e che senza l’appoggio di grandi istituzioni siamo riusciti con le sole forze dei social media e le volontà di oltre 75 associazioni che ci hanno appoggiato, ad arrivare a questo punto. Questo è ancora di più motivo di gioia” dice Fioralba Duma attivista di Italiani senza cittadinanza, movimento diventato associazione da non più di 2 anni, ma che lavora dal 2016 per migliorare la legge sulla cittadinanza italiana.
“La raccolta firme in realtà è stata un’idea di uno dei nostri compagni, che oggi purtroppo non c’è più, Omar Neffati. Lui quando lo spid è diventato uno strumento comune ha iniziato ad ipotizzare di usarlo anche per i referendum, cosa che non ha mai visto realizzarsi ma che
si è rivelata vincente, visto che abbiamo raggiunto l’obbiettivo in meno di 20 giorni, senza usare mezzi cartacei.”
Alla domanda se Italiani senza cittadinanza si aspetta questo esito dalla Corte Costituzionale Fioralba Duma chiarisce che “la Corte costituzionale è sempre stata a favore di cambiamenti democratici in Italia, quindi sì, eravamo forse gli unici a crederci, sappiamo
che l’Italia è pronta e che ci riconosce come italiani che fanno parte di questo paese.
Noi vogliamo che il referendum passi, sappiamo che si tratta di un diritto ma soprattutto di un dovere. Trovo assurdo che io non possa votare per questo referendum e Milei invece possa farlo, dovrebbe venire a votare anche lui.”

Testo di Lorenzo Pugliese

Foto di Giuseppe Marsoner

22 gennaio 2025

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