Come primo evento per celebrare 10 anni di attività Baobab Experience ha scelto la fotografia ed organizzato “Sguardi”, una mostra di ritratti realizzati da Roberta Pastore e Souleymane Barry in collaborazione con 35 MM Productions, che sarà visitabile il 22 e il 23 marzo, dalle 18.00 alle 21.00 presso la sede del Circolo di San Lorenzo, Sinistra Anticapitalista, Via dei Latini 73-75 a Roma.
La fotografia come strumento di comunicazione
“Fin dall’inizio la fotografia è sempre stata uno strumento molto importante di comunicazione tra i volontari e gli ospiti di Baobab”, racconta Alice Basiglini, “ma purtroppo durante il Covid aveva subito una battuta d’arresto. Ora, finalmente, è stata rilanciata grazie all’impegno e alla tenacia di Roberta e Barry che sono i fotografi e i curatori della mostra”.
I soggetti dei loro scatti sono le persone con background migratorio e i volontari di Baobab Experience, ma sono il tempo e l’esperienza condivisa la vera matrice di queste fotografie, “la cura ed il rispetto che nascono proprio dal fatto di avere il tempo e lo spazio per conoscersi”.
Roberta Pastore, romana, oltre ad essere fotografa professionista, è infatti un’insegnante volontaria della scuola di italiano di Baobab, e Souleymane Barry, originario della Guinea Conakry, si è appassionato fin da piccolo di musica e fotografia e si è poi specializzato in montaggio audiovisivo.
Un progetto comune
“Ci siamo conosciuti circa un anno fa, quando sono stata contattata dal referente di uno sportello per scattare alcune fotografie delle loro attività e li ho conosciuto Barry, che frequentava lo sportello ed era disposto a farsi fotografare. Dopo qualche giorno Barry mi ha chiamata, dicendomi che gli era piaciuto il mio modo di scattare ed il mio approccio alla fotografia e mi ha proposto di collaborare ad un progetto che voleva sviluppare, incentrato sul ritratto. Abbiamo iniziato così a lavorare insieme e da qui nascono le fotografie di questa mostra”.
Anche se Roberta predilige il colore, decidono di trasformare tutte le fotografie in bianco e nero, preferito da Barry, perché il contrasto tra luce ed oscurità permette all’emozione di emergere e comunica con maggiore intensità, mentre il colore distrae.
Insieme, decidono di allestire anche un laboratorio di fotografia con gli studenti della scuola di italiano, esperienza non nuova per Baobab, e la cinquantina di scatti realizzati saranno esposti all’interno della mostra in una sezione parallela.
“Abbiamo scelto di utilizzare la Polaroid per questo corso con i ragazzi perché permetteva loro di vedere subito il risultato”, racconta Barry. “All’inizio le prime fotografie erano sfocate, buie, poi diventavano mosse, mai veramente a fuoco, infine sempre più nitide. Dall’invisibilità si passava gradualmente al movimento e poi alla nitidezza: da invisibili, le persone ritratte diventavano visibili”.
Come la storia di tanti migranti, dapprima trattenuta nelle parole e nei ricordi e poi sempre più rivelata all’altro disposto ad accogliere, le polaroid diventano il simbolo di uno svelarsi progressivo, la fotografia che diventa oggetto e soggetto.
Un percorso comune che diventa terreno d’incontro, perché anche Barry e Roberta hanno saputo, e dovuto, servirsi della fotografia per superare traumi e dolori, riuscendo a trasformarli in arte ed espressione di sé in un processo catartico comune ad entrambi. Fotografia come percorso, simbolico, di identificazione.
“Rinascita è il nome del mio progetto”, racconta Barry, “la mia rinascita, ma anche quella di quanti hanno storie che non possono raccontare perché troppo dolorose. La fotografia può aiutare i ragazzi a rinascere, ad esprimere chi sono”.
“L’autoritratto ha aiutato anche me a superare un trauma infantile, la fotografia mi ha curato, come possono curare la musica o l’arte. Sono strumenti potentissimi ai quali appoggiarsi”, continua Roberta. “Ricordo un ragazzo ospite di Baobab che mi disse, dopo aver assistito ad un concerto dov’eravamo andati tutti insieme, che erano sette anni che non rideva, erano sette anni che non viveva”.
E così ci sarà anche musica la prima sera all’inaugurazione: Kora Hero Official e Anna Rakul, il primo un musicista del Gambia e la seconda una cantante lirica ucraina, per portare non solo un messaggio di pace.
Natascia Accatino
(17 marzo 2025)
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