Domenica 13 aprile 2025 la comunità Sikh si è riunita nella Piazza Vittorio di Roma per celebrare il Nagar Kirtan, la storica processione che celebra l’origine della loro religione. Ogni anno questa ricorrenza trova spazio nel mese di Vaisakhi, ovvero il mese del raccolto nella regione del Panjabi.
I simboli sikh
I simboli che ogni sikh battezzato porta con se per tutta la vita sono: il kesh (cioè i capelli ed i peli mai tagliati, questo rappresenta l’accettare l’essere come dio ci ha fatti.) “Per rispetto dei capelli si indossa il turbante, Poi c’è il kara, che è il bracciale rigido in acciaio, che non ha inizio e non ha fine e rappresenta l’infinità di dio ed allo stesso momento è come una manetta per prima ancora che possiamo fare qualcosa di sbagliato.
Abbiamo il pugnale sacro, il kirpan che non è solo per autodifesa, ma anche per quando dobbiamo benedire il cibo.
Il kachera che è una sottoveste intima comune ad uomini e donne e rappresenta l’uguaglianza ed è contro l’adulterio.
In fine c’è il kangha, il pettine di legno dentro i capelli che rappresenta la pulizia.” Racconta Raman, una giovane ragazza Sikh che abita a Latina.
La preghiera
Per avvicinarsi al libro sacro, per una questione di pulizia è necessario essere scalsi e con la testa coperta, “non è sacro in se per se l’oggetto ma quanto la parola che esso porta e le preghiere si possono fare in diversi modi, sia cantate che parlate” Continua Raman.
la processione
La processione ha sfilato per le vie di Roma attorno a piazza vittorio, in testa al corteo c’erano i ragazzi che mentre camminavano davano spettacolo con l’arte marziale Gatka, una disciplina che prevede l’uso di bastoni, spade e salti.
Dopo di che le donne pulivano e disinfettavano la strada per il passaggio del carro che trasportava il libro sacro. Attorno al quale si erano riunite le figure religiose, vestite di blu ed arancione e che sfoggiavano le lucenti spade sacre.
Di seguito era presente la comunità religiosamente non attiva, ed i visitatori.
Durante tutta la passeggiata, come da tradizione, ogni partecipante, portava in dono qualcosa (nello specifico bevande, cibo tradizionale, frutta e lattine) ai passanti.
Alla fine della processione la giornata si è conclusa a Piazza Vittorio con una merenda, che come il pranzo è offerta dai vari ristoranti delle comunità, con diverse dimostrazioni tipiche e la preghiera di confessione della religione sick.
Testo di Lorenzo Pugliese
Foto di Alessandro Guarino
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