EduFestival: L’educazione da 0 a 6 anni

EduFestival: L’educazione da 0 a 6 anni è un’iniziativa promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Scuola, Formazione e Lavoro in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma che si è svolta il 17-18 -19 ottobre 2025 e ha coinvolto operatori esterni, educatrici, insegnanti, famiglie, associazioni e università per un confronto su nuove prospettive e visioni di pensiero, per migliorare la comunità educante e continuare a pensare e difendere la qualità di una educazione e istruzione pubblica e democratica.

Foto Alessandro Guarino

Nelle tre giornate sono state numerose le tavole rotonde e i laboratori su educazione e inclusione della prima infanzia 0-6 anni. Stimolanti le tematiche affrontate da accademici, relatrici e relatori le cui riflessioni pedagogiche e confronti sono diventati luogo di crescita collettiva per aggiungere valore e apportare nuove strategie educative.

La Lectio Magistralis del Premio Nobel Giorgio Parisi

L’inaugurazione di EduFestival della città di Roma è stata affidata al Premio Nobel Giorgio Parisi che nella Lectio Magistralis ha puntualizzato come sia “fondamentale capire il linguaggio scientifico e le scienze e ha citato le parole di Maria Montessori  che un bambino è naturalmente uno scienziato e la scuola deve promuovere lo sviluppo della naturale curiosità del bambino e insegnare scienza attraverso attività mirate, soprattutto al disotto dei 6 anni di vita, fascia di età in cui l’esplorazione e la curiosità per il mondo è alla massima espansione. Un plauso al Comune di  Roma  che ha iniziato un progetto con l’Accademia dei Lincei e l’Istituto Montessori per preparare  gli educatori a insegnare queste attività”
Tale premessa ben introduce il Panel: ”Le STEM nei nidi e nelle scuole dell’infanzia” curato dai professori Cosimo di Bari dell’Università di Firenze e Benedetto Scoppola dell’Università Tor Vergata che hanno sottolineato come  gli STEM, Science Thecnology Engineering and Mathematics, ovvero il metodo che integra le discipline di Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica e che permette ai bambini 0– 6  di costruire il pensiero scientifico attraverso esperienze e progetti di laboratorio, siano capaci di stimolare e valorizzare la curiosità, la ricerca, l’osservazione e  prontezza nel formulare ipotesi nel bambino.

La lingua italiana L2 è la soluzione per l’integrazione?

È stato innovativo il Panel “Praticare Intercultura nei servizi educativi 0-6 anni” della relatrice Daniela Roggero dell’Università Roma Tre che ben si contempera con gli obiettivi di Piuculture. La professoressa si chiede:” Siamo sicuri che la conoscenza della lingua italiana L2 sia l’unica soluzione per l’integrazione? Cosa ne facciamo della lingua d’origine? E’ la lingua che ci fa uguali?  Nei primi 5 – 6 anni di vita il bambino ha la possibilità di imparare molto e molto bene, siamo sicuri di comprimere la lingua d’origine per lasciare spazio alla lingua italiana in un cotesto globale? Siamo certi che l’orizzonte dell’italiano sia l’unico necessario e sufficiente? Non potrebbe invece determinare un bilinguismo sottrattivo? Ovvero una capacità scarsa nella lingua d’origine e una capacità scarsa nella seconda lingua, l’italiano?
Le famiglie con background migratorio vivono già di per sé uno svantaggio, occorre investire sulle fasce deboli per non creare diseguaglianze e classi di bambini di serie A e di serie B.
La lingua d’origine permette di esprimere le emozioni, ma sottraendola porta via con se identità emotiva. La lingua d’origine deve entrare nella scuola poiché è ricchezza e valore per tutti e occorre impedire la “gerarchia tra lingue”, alcune valgono e altre no, ad es:inglese rispetto all’ucraino o all’arabo o il filippino.
Molti educatori consigliano di abbandonare la lingua materna, ma la lingua materna è come la casa che permea la storia e l’identità personale, lo sviluppo cognitivo linguistico e psico-affettivo del bambino. Crescere bilingue vuol dire sviluppare un pensiero più aperto e creativo, l’apprendimento della lingua italiana come seconda lingua è compito e traguardo della scuola. Compito delle famiglie è continuare a trasmettere la lingua madre anche attraverso stimoli di arricchimento nelle letture di racconti in lingua d’origine (ManifestoMammaLingua).
La conferenza della professoressa Roggero si conclude ricordando la “sfida salutare” lanciata dallo scrittore Amin Maalouf di origine libanese, sulle “Prospettive del multilinguismo nell’Unione Europea “(CE 2008): “La biodiversità linguistica comprende il plurilinguismo ovvero la conoscenza di  3 lingue, la lingua d’origine, la lingua inglese e una terza lingua a scelta, necessarie per costruire società plurilingue in un contesto interculturale.”

La parola alle educatrici

In conclusione sono state presentate alcune esperienze pedagogiche attraverso i racconti delle educatrici del Nido “I Coccetti” del Municipio I, della Scuola dell’Infanzia Manzoni del Municipio VII, della scuola dell’Infanzia Lambruschini del Municipio XIV.
Attraverso i progetti presentati e le mostre iperattive svolte a scuola i bambini hanno potuto acquisire conoscenze logico matematiche e scientifiche molto avanzate per la loro età.
Hanno sperimentato la geometria attraverso la creazione di figure generate da luci e ombre, sviluppato il concetto di proporzione, conosciuto il mondo vegetale e animale attraverso l’osservazione delle piante e dei bruchi con l’obiettivo per il bambino di raggiungere apprendimenti attivi con emozione e cognizione, con stupore, meraviglia e giocosità  rendendolo “artista”  della sua crescita neuro-cerebrale.

Bruna Ricci
(20 ottobre 2025)

Leggi anche

Interventi necessari e buone pratiche per l’inserimento degli alunni stranieri

L’utopia concreta dell’integrazione a scuola

Insegnamento L2: a colloquio con Gabriella Debetto