Il giorno dopo i funerali di Nelson Mandela in Sudafrica, noi della Redazione abbiamo deciso di ricordarlo, ciascuno con un proprio pensiero. C’è chi ha scelto una canzone, chi una poesia, chi un episodio legato alla sua vita. Ciò che ci preme, comunque, è mantenere vivo il ricordo di un uomo di cui condividiamo la visione del mondo e di cui cerchiamo, ogni giorno e nel nostro piccolo, di portare avanti l’esempio.
Promuovere la conoscenza reciproca è la strada che Piuculture ha scelto per ricordare Nelson Mandela, non solo oggi, ma ogni giorno.
La Redazione
Nicoletta del Pesco: “Ogni volta che ascolto Joussou N’Dour che canta Africa penso a Mandela e a tutti coloro che hanno combattuto per diritti e libertà nel continente nero”http://www.youtube.com/watch?v=bgFWsF1nsXE
http://www.youtube.com/watch?v=FIgAOQe9MtM
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………Gabriele Santorohttp://www.youtube.com/watch?v=zrxYf7yG-KQ
“Un buon leader può impegnarsi a iniziare in un dibattito in modo franco e accurato, sapendo che alla fine lui e il lato opposto dovranno essere più vicini e, quindi, emergere più forti. Non si ha questa idea quando si è arroganti, superficiali e disinformati” (Nelson Mandela)………….………….Rosy D’Elia“Imagine there’s no countries,it isn’t hard to do.Nothing to kill or die forand no religion too.Imagine all the peopleliving life in peace”http://www.youtube.com/watch?v=yRhq-yO1KN8Fabio BellumoreDivenuto presidente della Repubblica del Sudafrica, Mandela non si vendicò dei bianchi, che gli avevano causato 27 anni di prigionia e, al suo popolo oltre 30 anni di segregazione. Mandela volle tenere unito il Paese e lo sport fu un veicolo importante di questo obiettivo politico. Sospingere l’intero popolo sudafricano a tifare per la squadra di rugby, nella coppa del mondo, che si tenne in Sudafrica nel 1995, fu uno dei simboli più chiari di quella lotta. Infatti, la squadra di rugby era sempre stata l’emblema del Sudafrica bianco, dalla quale erano sempre stati esclusi i neri. La stretta di mano tra Mandela e il capitano della squadra e la vittoria della coppa del mondo furono la perfetta fotografia di questo desiderio di unione.
......Veronica Adriani
Con la speranza di riuscire ad affrontare il futuro con lo stesso suo coraggio:Beyond this place of wrath and tearsLooms but the Horror of the shade,And yet the menace of the yearsFinds and shall find me unafraid.(W.H. Henley) Alice RinaldiNelson Mandela non era né quello di “I have a dream” né quello che recitava in “Una settimana da Dio”.Cose di questo genere si sono lette in questi giorni sui social network. La solita corsa alla dichiarazione di lutto, anche quando non te ne può importare di meno. Perché? Mandela, dopo tutta una vita dedicata e sacrificata al “senso di giustizia”, non si merita di essere confuso con Martin Luther King o Morgan Freeman, con tutto il rispetto per loro.Mandela mi ricorda la forza e la giustizia di alcuni nonni, nonni di tutto il mondo, forse gli ultimi a possedere così integri certi “valori”, in realtà concetti molto semplici, come “nessuno nasce odiando qualcuno”. Per fortuna molte persone non hanno bisogno di ricordarlo, ma Mandela sapeva che è necessario.http://www.youtube.com/watch?v=EJQoiPCedj4You’ve got to be taughtTo hate and fear,You’ve got to be taughtFrom year to year,It’s got to be drummedIn your dear little earYou’ve got to be carefully taught.You’ve got to be taught to be afraidOf people whose eyes are oddly made,And people whose skin is a diff’rent shade,You’ve got to be carefully taught.You’ve got to be taught before it’s too late,Before you are six or seven or eight,To hate all the people your relatives hate,You’ve got to be carefully taught!
