Artaras, le donne moldave tra il lavoro e cultura

Essere intellettuali a casa, sapere di non poter mai più esserlo in un paese straniero, perché il riconoscimento della laurea è difficile e le barriere della lingua lo impediscono. Nel costume nazionale, lavorato a mano con motivi colorati, portano la ricchezza del proprio paese in Italia. Sono donne dell’est, che hanno trovato un equilibrio tra il lavoro di badanti e collaboratrici domestiche e l’attività artistica. Si nutrono di preghiera e cultura la domenica, quando le ex-professoresse s’incontrano regolarmente per trovare se stesse e dare un senso alla loro vita qui. Fanno parte del gruppo folcloristico Artaras e hanno incantato il pubblico al Mese della cultura moldava che si svolge fino al 17 giugno al Museo della civiltà romana. Moldova è un paese con gente solare, con un ricchissimo folklore, balli dal ritmo veloce e pimpante, che dalle prime note trasmette allegria e invita a ballare.

“Insieme alla mia famiglia sto continuando a vivere la vita culturale che facevo a casa. Così mi sento ancora intellettuale e do un’educazione ai figli”, racconta Emilia, che proviene da una grande famiglia di musicisti e non potrebbe vivere senzala musica. Gestiva un gruppo musicale nella scuola dove insegnava ed è stato facile coinvolgere il marito, uno dei pochi uomini della formazione, e i suoi tre figli. “Rinunciamo al divertimento del week-end e ci impegniamo come se fosse un secondo lavoro, anche se volontario”. Liuba Bors suona da sempre la fisarmonica: “La musica è parte di me. Tramite le note risvegliamo la bellezza delle nostre anime. Senza il suono dello strumento la melodia sarebbe più triste”. Al gruppo si sono aggiunti alcuni artisti dalla Romania: “Abbiamo tanto da imparare dai fratelli moldavi”, dice Mioara. Il flauto si sente grazie a Vitalie: “Ci piacerebbe fare una tournee in tutta Italia per far conoscere la nostra cultura,  far vedere il nostro vero carattere”. I giovani di seconda generazione non sono tanti: “Abbiamo il compito morale di continuarela tradizione. Il folklore ha bisogno di noi”, Marcela partecipa insieme alla sorella e alla madre Tatiana Ciobanu, vice-presidente dell’associazione Dacia che per far conoscere la Moldova promuove Artaras in ogni occasione.

Il gruppo è nato 3 anni fa, dopo essersi esibito a un evento tra i tappeti e oggetti tipici, incluso l’ inchino di saluto con il pane e il sale. Per nostalgia dell’Artaras che ha fondato e con dolore ha lasciato in patria quando ha deciso di costruirsi un futuro in Italia, il gruppo era  risultato vincitore, nel 2000, del Delfino d’Argento in un concorso italiano come gruppo folkloristico più rappresentativo tra i 36 paesi partecipanti. Lidia Bolfosu andava in giro per Roma a conoscere i connazionali artisti di strada e proporre loro di formare un ensamble di professionisti. Se prima bastava mettersi il costume nazionale e cantare 2-3 canzoni qualsiasi agli eventi, ora Artaras si è allargato il repertorio musicale, si segue una linea tematica, imposta dalle conoscenze di Lidia, acquisite come ricercatrice delle ultime perle del folklore autentico raccolto nei paesini sperduti. Durante la settimana lavora fino a sera tardi come collaboratrice domestica e la domenica l’amore per la musica e per la cultura le da nuove energie per prepararsi per le manifestazioni dove sono sempre presenti con canti e balli: “Un evento basato solo sulla letteratura o l’informazione non ci da soddisfazione”, dice Lidia. “Con la nostra musica ci sentiamo a casa, siamo felici di condividere la nostalgia per le persone care rimaste in Moldova danzando mano nella mano come alle feste del paese”. I datori di lavoro italiani la stimano molto come professionista, la seguono ai concerti e le affidano il figlio al quale impartisce delle lezioni di grammatica musicale. Il piccolo è contento di imparare le canzoni moldave.

Vorrebbero un centro culturale dove mantenere in vita la ricchezza della musicale tradizionale. Le occasioni per esibirsi sono tante: da Natale, quando vanno in udienza dal Papa per cantare in piazza S. Pietro, alla festa della donna o a quelle nazionali. La preparazione dei programmi le prime volte si è tenuta all’Accademia di Romania, poi negli spazi dell’ambasciata della Moldova, oppure nella sede di Forum International tv. Se gli italiani hanno sentito per strada musica popolare moldava, erano  le donne di Artaras che cantano in macchina dopo aver assistito alla messa di domenica. Il luogo più ospitale è stato fuori Roma, alle terme con acqua ricca di zolfo, dove si sono riuniti in costume a curare il fisico e lo spirito con le canzoni del loro repertorio.

Il gruppo Artaras: Lidia Bolfosu, Liuba Bors, Ileana Ludusan, Tamara Osadceaia, Nina Popescu, Tatiana Ciobanu, Mioara Moraru, Teodora Madasa, Emilia e Iurie Gramatic, Claudia Lupascu, Vitalie Sarbu, Maria Cheptanaru Sarbu, Tudor Bodolico, Valentina Taralunga, Ana Plesca, Valentina Scafari, Eugenia Moraru, Valentina Corcodel, Marcela e Lucia Ciobanu, Alina e Costel Gramatic.

Raisa Ambros
(14 giugno 2012)