Il consigliere aggiunto per gli stranieri nel Municipio 2 è un filippino, Alexander Malabrigo, eletto nell’autunno 2009. A Roma, su 19 Municipi ben 9 consiglieri hanno questa nazionalità che è particolarmente numerosa nel nostro territorio. Su 122.971 residenti, l’anagrafe registrava nel dicembre 2009 16.694 stranieri pari al 13,6%, una consistenza ben superiore alla media cittadina (9%). Malabrigo è sposato con tre figli e cinque nipoti. Lavora come portiere nel quartiere africano.
La sua famiglia ha una bella storia. “Mio nonno siciliano era migrato negli USA quando, per lavoro, dovette spostarsi nelle Filippine; lì conobbe e sposò mia nonna. Il suo cognome era Cappuccino, che all’anagrafe di Manila fu scritto “Capuchino”…. Se il nonno avesse conservato la cittadinanza italiana, noi discendenti oggi saremmo tutti a posto. Ma non sapeva di questa possibilità. I miei genitori hanno avuto 14 figli; siamo 10 fratelli e 4 sorelle. Tutti nati a Manila; 10 di noi sono arrivati in Italia, io nel 1989”.
Gli sarebbe piaciuto costituire la consulta degli stranieri, ma il regolamento municipale prevede che aderiscano associazioni, non singoli cittadini e nel territorio ci sono molte reti comunitarie ma mancano associazioni di stranieri formalizzate. “Vorrei che almeno gli asiatici – si augura – creassero un’associazione, che dia voce non solo ai miei connazionali ma a chi viene da India, Bangladesh, Sri Lanka. Abbiamo culture diverse, però possiamo capirci perchè parliamo inglese e …mangiamo tutti il riso! Forse servirà di esempio per altre comunità; se si costituissero in associazione potremmo poi fare la consulta”.
Come va l’esperienza in consiglio del Municipio? “Appena eletto ho dovuto affrontare problemi pratici, come la convivenza tra le tre comunità che abitano attorno all’argine dell’Aniene. A monte c’è un campo rom informale che ha l’allaccio di luce e acqua; a valle, in abitazioni di fortuna, vivono varie famiglie filippine e peruviane. Insieme al consigliere Michele Inches, abbiamo evitato una conflittualità nascente attorno all’uso di acqua e luce (allacci abusivi, ecc.); abbiamo attivato le aziende comunali e a febbraio è arrivato l’allaccio”.
Malabrigo lamenta dei problemi dovuti alle “turbolenze politiche interne alla maggioranza”. Ma per quanto riguarda le iniziative per gli immigrati “loro stanno dando ascolto. Tre settimane fa ho chiesto uno sportello per gli immigrati che il Consiglio del II Municipio ha approvato un ordine del giorno con maggioranza bi-partisan. Penso a uno sportello unico per il rinnovo dei documenti, per snellire le procedure, trovare casa, ecc. Ora si tratta di trovare la zona dove collocare lo sportello e le organizzazioni di volontariato disponibili a gestirla”.
Attrezzature sportive per i giovani. “Abbiamo bisogno di trovare attrezzature sportive. È molto importante per controllare il tempo libero dei nostri figli. Ora sta dilagando l’uso di una droga che viene proprio dalle Filippine, lo shaboo, che costa poco ma è molto distruttiva. È un tipo di droga chimica, molto più dannosa della cocaina”. Si sta cercando di ottenere l’affitto del campo da basket a Piazza Mancini, ma “attualmente c’è un contratto del Coni con un altro club filippino di semi-professionisti. Sarebbe importante avere la struttura per il livello amatoriale”. Lo sport è un legame forte per gli stranieri: pallacanestro per i filippini, cricket per i cingalesi, calcetto ecc. Allenamenti e tornei insieme ai ragazzi italiani potrebbero diventare un modo per conoscerci meglio. “I filippini da tempo giocano a pallacanestro in un impianto privato di piazza Mazzini e si tassano per pagare l’arbitro, nell’insieme costa molto (6.000 euro a trimestre), abbiamo difficoltà con la colletta. Vediamo se il municipio è disposto a darci un contributo o se troviamo appoggio nel volontariato”.
Si tratta di prevenire il bullismo che preoccupa Malabrigo. “Questo è un problema per noi genitori. Fisicamente i nostri figli sono più piccoli e facili vittime del bullismo. Questa situazione si sta aggravando. Spesso i ragazzi tornano a casa con lividi in faccia e poi hanno paura di tornare a scuola. Abbiamo parlato con i presidi, ma non è facile individuare i responsabili. Bisogna trattare questo problema con serietà. Non si tratta però – ci tiene a precisare – di un problema legato al razzismo. Il consigliere ha in mente una grande realizzazione, che incontra i desideri di molti stranieri, non solo suoi connazionali: creare un centro culturale e ricreativo, un luogo dove tutte le comunità straniere del Municipio II possano realizzare feste, continuare le tradizioni, incontrare gli altri abitanti, mettere insieme le loro culture.
Vedersi solo nelle case e nei giardinetti non è agevole per noi e non facilita l’integrazione con gli italiani. Il mio problema è dove trovare un locale adeguato, abbastanza ampio, da affidare possibilmente alla gestione di un comitato misto, italiani e stranieri. So che a via Mascagni ci sono due circoli bocciofili a distanza di 50 metri l’uno dall’altro. Forse uno basterebbe e l’altro potrebbe servire allo scopo. C’è un altro circolo al villaggio Olimpico, si tratta di esplorare tutte le possibilità. Anche se molte parrocchie del nostro territorio ospitano comunità straniere, questo non sembra sufficiente. “Lì si riuniscono le comunità di preghiera. Bisogna pensare che molti stranieri sono mussulmani e non tutti sono credenti. Ci vogliono spazi neutri dove tutti possano essere a proprio agio”.
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