RadioRadicale intervista il direttore di Piuculture

Presentazione di Piuculture del 10 febbraio 2011
Il nostro direttore responsabile Nicoletta del Pesco è stato intervistato nella giornata di venerdì 11 febbraio dai microfoni di RadioRadicale, frequenze 88.6 e 102.4, in seguito alla presentazione ufficiale di Piuculture avvenuta il giorno prima nella libreria Rinascita di via Savoia.

Descriviamo il contesto e come nasce questa iniziativa

Piuculture nasce dalla volontà di fare un tipo diverso di comunicazione concernente gli stranieri. Prevalentemente si parla di loro basandosi su stereotipi oppure per esporre casi disperati, come gli sbarchi dei clandestini. L’idea che noi vogliamo fare emergere è legata a tutta quell’ampia parte della popolazione straniera di cui non si parla, nel senso dell’imprenditorialità, del vivere tradizioni diverse dalle nostre, di tutta quella vita che concerne un’ampia fascia di popolazione ma di cui si sa poco e niente. Abbiamo iniziato raccogliendo informazioni nel territorio del II Municipio e inserendole in un sito a cavallo tra il 2008 e il 2009. L’idea di trasformare il sito in giornale online è venuta proprio dalla nascita di questa rete di relazioni e di contatti che si è instaurata attraverso l’indagine condotta come volontari di Piuculture assieme a quattro tirocinanti della facoltà di Scienze della Comunicazione. Il sito si è evoluto in questi giorni in giornale online ancora una volta con la collaborazione di laureandi e laureati, abbiamo formato un laboratorio di comunicazione interculturale.

Presentazione di Piuculture del 10 febbraio 2011
Che tipo di sociologia degli immigrati si può fare?

La comunità più ampia che abbiamo in questo territorio è quella dei filippini, che supera le tremila presenze, seguita dalla comunità rumena. Il contatto che è avvenuto attraverso la ricerca ha fatto emergere anche un’esigenza di fornire alle comunità stesse o ai singoli una platea per portare un loro contributo, per cui l’idea è anche quella di sperimentare un giornale di comunità, di dare visibilità anche alle seconde generazioni, ragazzi molto spesso nati in Italia o che non sono mai stati o solo per brevi periodi nei paesi d’origine e che di fatto studiano nella nostra città, simili ai compagni di classe ma non per quanto concerne i diritti.

L’intervista integrale è disponibile nel player qui sotto. RadioRadicale 12.2.2011

Gabriele Santoro(14 febbraio 2011)