E’ in occasione della Festa Nazionale dell’Ucraina – ogni 24 agosto dal 1991, anno in cui ha ottenuto l’indipendenza dall’ex Urss – che Gabriella Sanna, responsabile del Servizio Intercultura delle Biblioteche di Roma, ci racconta della sezione di libri ucraini presso la biblioteca Flaminia del Municipio II, una delle 16 biblioteche interculturali della città.
Gli iscritti stranieri. “Le biblioteche interculturali esistono da 13 anni – dice la Sanna – ma inizialmente venivano considerate come un servizio di educazione interculturale per gli italiani, ora si cerca di fornire servizi dedicati ai migranti, l’obiettivo finale è far sì che la biblioteca sia un luogo di incontro”. I nuovi iscritti stranieri al 2010 sono stati 2.524, pari all’8% sul totale degli italiani, “la percentuale è aumentata negli anni” e sembra stia crescendo ancora. Alcune biblioteche superano questa percentuale, ma i dati vanno letti relativamente a diversi fattori, non ultimo la grandezza dell’istituto. Considerando le tre biblioteche del MunicipioII, Villa Leopardi si colloca verso il basso con il 2,1% di nuovi iscritti stranieri, ovvero 28 nuove adesioni, mentre la Flaminia supera la media con il 9,5%, 84 nuovi iscritti. La biblioteca Europea con il 19,2%, ovvero 180 nuovi iscritti, registra il valore più alto, seconda solo alla biblioteca Rispoli (23,4%, 284 nuovi iscritti) del Municipio I che coincide con il Centro storico.
I libri e le inaugurazioni. Le biblioteche interculturali offrono sezioni di libri in lingua sia di autori del paese di origine che di autori stranieri tradotti nella lingua specifica: dal sito delle Biblioteche di Roma è possibile consultare i cataloghi. Le iniziative organizzate dal Servizio Intercultura riguardano soprattutto “inaugurazioni di sezioni di libri in lingua ed eventi organizzati con i mediatori culturali e le associazioni, attraverso il portale Roma Multietnica”. Queste si svolgono in italiano e in inglese o con un traduttore in lingua, ma, precisa la Sanna, “l’accesso alle biblioteche non è ancora così semplice per chi non parla italiano: sicuramente un punto su cui lavorare è la comunicazione e la segnaletica multilingua”. Diversee bibliotechenon sono state ancora coinvolte nella rete delle iniziative, come nel caso di Villa Leopardi, e questo le penalizza dal punto di vista della frequentazione.
La sezione ucraina alla Flaminia. Una delle inaugurazioni organizzate dal Servizio Intercultura è stata proprio quella della sezione ucraina presso la biblioteca Flaminia. La bibliografia è stata scelta dalla consigliera aggiunta Tatiana Kuzic: conta 116 letture classiche, ma “c’è di tutto, da Harry Potter tradotto per i bambini, ai vocabolari e le grammatiche”, dai best seller ai saggi, “dalle guide sull’Ucraina ai romanzi rosa che piacciono molto alle donne dell’Est”. Quella presentazione “fu molto ufficiale, c’era l’ambasciata e si fecero letture di poesie. Mi piacerebbe organizzare un altro evento con la comunità ucraina meno formale, magari anche con la partecipazione di Piuculture”. La Flaminia è dunque l’unica biblioteca di Roma ad avere libri in ucraino: “avevamo pensato a questa collocazione perché la comunità ucraina è molto presente a Roma Nord e la Flaminia è ben collegata sia con il tram 2, che da Piazza Mancini arriva a Flaminio, che con la ferrovia di Roma Nord”. Eppure “la presenza di ucraini finora è stata piuttosto scarsa”.
Gli ucraini a Roma. La situazione sembra infatti essere un po’ cambiata rispetto alle statistiche di qualche anno fa: secondo l’Ufficio del Comune, nel 2007, su circa 7000 ucraini residenti a Roma, 438 risiedevano nel Municipio II, il numero più alto, insieme ai 440 del Municipio XI, Ostiense e ai 547 del XIII, Lido di Ostia. Oggi i numeri sono saliti e anche la mappa è cambiata: al 31 dicembre 2010 risultano residenti nella capitale 10.546 ucraini e il municipio con il primato assoluto è il XIII con 960 residenti, secondo il I con 890, terzo il IV municipio, Monte Sacro, con 689 residenti. Il II è comunque vicino nei numeri con 656 residenti. Le donne sono la maggioranza: 8.674,che lavorano sopratutto come badanti, contro 1.872 uomini,. “Oggi la mia idea è spostare il patrimonio di testi in ucraino sulla biblioteca Elsa Morante di Ostia che, non a caso, ha otto sezioni in multilingua”, tra cui l’arabo e il russo, quest’ultima una lingua che “potrebbe interessare anche gli ucraini perché quasi tutti lo parlano”. Oltre alla Morante, anche la biblioteca Rispoli offre libri in russo: in autunno ne saranno presentati altri 60 di letteratura moderna e classica.
L’intercultura a Roma. “L’immigrazione è cresciuta e non può più essere considerata un fenomeno solo folkloristico o problematico, ma una realtà acquisita che si è radicata nella capitale. Permangono problemi seri nelle periferie, di razzismo e di chiusura di alcune comunità, come quella cinese, soprattutto della prima generazione, e bengalese. Roma non è cresciuta nelle politiche e nel radicamento dei servizi, anzi, forse è peggiorata. Per esempio da noi non c’è un Centro Multiculturale come esiste a Torino, a Bologna o a Milano. Gli unici punti di riferimento per la comunità sono i consiglieri aggiunti che rappresentano i vari continenti, una rappresentanza senza diritto di voto nel consiglio comunale, quindi molte questioni rimangono in stallo. Lo stesso Decreto Sicurezza che richiede certificazioni A2 in italiano per il rilascio del permesso di soggiorno di lungo termine si avvale della Rete delle Scuolemigranti, e quindi del lavoro di tanti volontari, perché a livello istituzionale sarebbe stato difficile coprire la richiesta”. Tuttavia il vuoto dei servizi ha fatto muovere qualcosa conclude Gabriella Sanna: “Roma è ormai multiculturale a tutti gli effetti e in questo senso c’è stato un miglioramento delle attività dei migranti, dall’associazionismo all’imprenditoria fino alla realtà artistica. Vengono organizzati grandi eventi, c’è molta partecipazione e si dà spazio alla creatività: ormai tutto questo è cultura di Roma”.
Alice Rinaldi(18 agosto 2011)