Lunedì 24 ottobre a Palazzo Valentini sede della Provincia è stato presentato, in collaborazione con la casa editrice Ediesse e l’associazione Il Campo, Al Wasit. La lingua italiana per arabofoni di Abrah Malik, giornalista iracheno e docente a l’Università Orientale di Napoli. L’incontro è stato occasione per un dibattito sul rapporto Italia-paesi arabi.
Integrazione linguistica. Al Wasit «la via per», oltre ad essere un manuale di lingua italiana per arabofoni, “offre la possibilità di approfondire la conoscenza reciproca con i paesi al di là del Mediterraneo” spiega Giuseppina Maturani, consigliere alla Provincia (PD). “E’ un testo in cui si insegna la nostra lingua e si scopre quanto l’italiano abbia avuto scambi proficui con l’arabo”. “L’integrazione linguistica è il primo passo” interviene Abrah Malik, “l’italiano è poco insegnato nei Paesi arabi eccezion fatta per l’Egitto che lo prevede come lingua opzionale nelle scuole superiori. Inoltre noi non conosciamo i grandi autori italiani e in Italia non si sa molto della nostra letteratura. Lacuna che va colmata soprattutto perché oggi l’Italia è vista dai Paesi Arabi come ponte per un cambiamento”.
Italia: ponte per un cambiamento. “E’ significativo che questa iniziativa sia promossa da Il Campo, associazione calabrese”, sottolinea Massimo D’Alema. “Proprio il Mezzogiorno ha tutte le carte in regola per porsi come ponte tra Maghreb ed Europa; come Nord del Mediterraneo. E’ altresì significativo che l’autore sia dell’Iraq, paese con cui i rapporti in passato non sono stati facili. Io stesso mi ritrovai a gestire il ritiro delle truppe nel 2006 e lo feci con preoccupazione perché non volevo fosse visto come segno di disinteresse verso il futuro iracheno. In questo periodo stanno avvenendo cambiamenti forti e la numerosa affluenza alle urne in Tunisia lo dimostra. Il governo dell’Unione Europea, però, è privo di proposte che rilancino l’Europa di fronte alla primavera araba. Ci sono inoltre zone con forti criticità, ad esempio in Siria dove ci vuole fermezza nel condannare e nell’isolare questa forte repressione in atto. L’Europa ha il compito di onesto mediatore culturale, dobbiamo creare comunità ma seguendo i nostri principi. I diritti umani devono essere una discriminante”. “Vorrei sottolineare che questo incontro tra culture va creato in primo luogo nella città” interviene Enzo Scotti, sottosegretario del Ministero degli Esteri. “La convivenza nello stesso palazzo, nello stesso pianerottolo, è la vera sfida. Bisogna considerare la violenza che si esercita nell’organizzazione urbanistica di una città, creando ghettizzazione. Eppure ci sono molte associazioni, anche nella città di Roma, che si occupano di integrazione”.
Iraq Giuseppe Soriero, presidente dell’associazione Il Campo che ha scritto la prefazione al testo, ha raccontato come dopo l’episodio di Nassirya fosse ancor più forte la necessità di un dialogo con l’Iraq. “L’associazione insieme all’università di Roma Tre, di Catanzaro e di Napoli ha intessuto un rapporto proficuo con l’università di Nassirya, concentrandosi soprattutto sulla scolarizzazione femminile”. Non hanno fatto lo stesso i media che in momenti di crisi e di cambiamento giocano un ruolo importante. Aureliano Amadei regista di 20 sigarette film sull’attentato del 2003 denuncia “Ciò che mi ha dato fastidio è come i media parlassero dell’episodio, non hanno mai analizzato, spinto alla riflessione, puntavano sulla commozione o sulla rabbia. Io stesso non conoscevo l’Iraq, mi sono ritrovato testimone della strage per caso”. “Il confronto però deve essere critico. Una valutazione negativa su un aspetto non deve far esplodere il caso” sottolinea Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil “In questo momento l’Italia vive scissioni interne profonde. Siamo un paese anziano rispetto a quelli del mondo arabo. Siamo stati giovani ed abbiamo fondato le basi del nostro welfare. Il Mediterraneo è diviso, una parte invecchia l’altra invece è giovane e sta cercando il suo posto nel mondo, le richieste delle persone vanno ascoltate. Non si costruisce la democrazia e la libertà con delle politiche sociali che non rispondo alla persona”.
Scrive l’autore nella sua introduzione ad Al Wasit che lo scopo del testo è di sottolineare l’importanza della convivenza dei popoli, “accomunati dalla stessa esigenza di un diritto al futuro e ad un presente in cui essere ascoltati. Ricordiamo che gli indignatos spagnoli si sono ispirati alla primavera araba” conclude Giuseppina Maturani.
M. Daniela Basile
(27 ottobre 2011)