Deniz Ozkocak, l’otto(mano) volante

Sembra difficile trovare un nesso tra gli studi di filologia e quelli per il brevetto da pilota per voli di linea. Non per Deniz Ozkocak, trentunenne turco di Ankara, che lega le sue due grandi passioni alla voglia di conoscenza della cultura di diverse popolazioni: “come il sapere una lingua ti permette di farlo, anche il pilotare un aereo, attraverso il suo linguaggio universale, è un’attività che può essere svolto in tutto il mondo”.

Deniz è a Roma da otto mesi, risiede al Villaggio Olimpico, frequenta il master in lingua e letteratura italiana, dopo essersi laureato in Turchia e insegue il sogno di diventare un pilota professionista alla scuola dell’aeroporto dell’Urbe. Dopo aver ottenuto il patentino dal Ministero dei Beni Culturali nel suo paese, ha già lavorato come traduttore e guida turistica per un’agenzia di viaggi.

Entrambi le sue grandi passioni hanno radici lontane. Quella del volo da quando da bambino il padre lo portò a vedere un air show. Alle scuole medie e al liceo invece iniziò a leggere i classici greci e soprattutto latini. “Essendo l’italiano la lingua più prossima, all’università ho deciso di studiarne la letteratura. Poi i nostri popoli sono simili, apparteniamo alla cultura mediterranea.” L’ultimo anno accademico lo ha svolto a Perugia, ora i tre anni di master a Roma. Ma le due città non sono state le sue uniche tappe italiane. “Con i soldi che guadagnavo lavorando ho seguito le strade dei grandi scrittori e poeti, da Como per vedere i luoghi dei ‘Promessi sposi’, a Recanati, alla tomba di Dante”. Per quanto riguarda il futuro “vedremo dopo gli studi, ma sto conoscendo sempre più il vostro paese e mi piacerebbe rimanere”.

Sempre che non intraprenda la strada del pilota. Il corso dura due anni, impegnandolo praticamente tutti i giorni, con la teoria e la pratica. “Agli inizi ti fanno volare solo con la luce, quindi per gli impegni mi è possibile solo nei fine settimana, salendo di livello passi anche ai voli in notturna. Manca ancora un anno per completare la scuola, poi si fa domanda di assunzione alle varie compagnie aeree”.

Eventi interculturali Quando sono a conoscenza di qualche evento che riguardi la cultura o la religione del mio paese e non solo partecipo, è un modo per capire e farsi conoscere dall’altro. La scorsa settimana grazie proprio al vostro giornale ho visto che c’era la presentazione di un libro, ‘La Turchia contemporanea’. Poi tramite l’ambasciata vengono organizzate conferenze e mostre, come quella sulla calligrafia ottomana, l’arte che descrive il Profeta, che non può essere rappresentato in altro modo. Le religioni monoteiste in fondo sono le stesse, cambia solo il modo di praticarle”.

Giuria Piuculture al Medfilm Festival Deniz è anche uno dei membri che comporranno la giuria Piuculture al Medfilm Festival del prossimo novembre. “Mi piacciono i film che sono basati sulla realtà, ti permettono di farti un’ idea della vita quotidiana e sociale di un popolo anche se non ci sei mai stato a contatto. Lo scorso mese alla Casa del cinema ho seguito la rassegna ‘Mamma li turchi’”, primo film festival turco a Roma.

La mancanza di luoghi di aggregazione è un problema penalizzante per i turchi nel nostro paese, “soprattutto perché non siamo molti, la maggior parte sono universitari e artisti, non è come in Germania dove siamo tre milioni. Io, parlando italiano e inglese, non ho problemi, ma altri possono avere difficoltà, non ci sono luoghi di incontro come per i filippini e altre comunità, siamo dispersi nei quartieri di Roma. So che all’Università Pontificia Salesiana alla fine di ogni anno accademico viene svolto un ciclo di feste per ogni nazionalità, ma è una cosa che riguarda soprattutto gli studenti”.

Gabriele Santoro(20 ottobre 2011)