Incontro fra culture diverse. Dopo la Mostra del Cinema di Venezia anche al MedFilm Festival 2011 programma ricco di pellicole all’insegna di incontri tra culture diverse e immigrazione a partire dal titolo in concorso per l’Italia Io sono Li di Andrea Segre. Una storia intrisa d’oriente, emozionante, dolce, al centro un poeta cinese che scandisce il sentimento di un legame affettivo fra due mondi, due culture tanto diverse quanto magicamente conciliabili. Le proiezioni dei film, dei cortometraggi e dei documentari del MedFilm Festival 2011, dopo l’inaugurazione ufficiale sabato 19 novembre all’Auditorium di via della Conciliazione, proseguiranno da domenica mattina alla Casa del Cinema in Largo Marcello Mastroianni 1.Parlano di immigrazione con storie di fuga dalla miseria, di difficili incontri tra culture diverse, della paura delle società che si trovano ad accogliere immigrati anche l’ironico América del mozambicano Joao Nuno Pinto e il romeno Morgen di Marian Crisan, premio speciale della giuria al festival di Locarno. Incontro, pur senza parole fra un rumeno e un immigrato turco di passaggio che trascorre il tempo a nascondersi in quello che è solo il prologo del cammino a ovest di un moderno UlisseBalcani E’ completamente muto, come evoca il titolo, Silent Sonata dello sloveno Janez Burger un film che dividerà: chi ne apprezzerà la poesia da chi non sopporterà di non sentire parole. Assieme a Sevdah for Karim di Jasmin Duracovich della Bosnia-Erzegovina e a If the seed doesn’t die del serbo-rumeno Sinisa Dragin compone il trio dei film Balcanici, sul dopo conflitto, scelti per il concorso.Cinema declinato al femminile da Zefir primo lungometraggio della regista turca Belma Bas, dove la protagonista adolescente attende, dai nonni ai piedi dei monti sulle coste del Mar Nero, il ritorno della mamma. A Orion dell’iraniana Zamani Esmati, che gira clandestinamente la storia delle difficoltà di una gravidanza indesiderata nel Iran di oggi. Il film si è avvalso della supervisione al montaggio di Jafar Panahi, amato regista iraniano, condannato all’inattività dal regime del suo paese.Mussulmani e ebrei Les hommes libres del marocchino Ismael Ferroukhi è una bella storia, nella parigi del 1942 occupata dai tedeschi, della presa di coscienza di Younes, giovane disoccupato algerino, che diventa amico dell’ebreo Salim. Anteprima europea di My lovely sister , moderna, ironica fiaba marocchina-ebraica dell’israeliano Marco Carmel. Microphone del regista e musicista egiziano Ahmad Abdalla ci fa conoscere gli artisti della generazione venuta alla ribalta mondiale con la primavera arabaFuori dal coro Hors Satan del francese Bruno Dumont, pluripremiato a Cannes per La vie de Jésus (1997) e L’humanité (1999), divide i critici fra sommi estimatori e coloro che ridimensionano il suo talento di autore di film filosofici e controcorrente.Questi sono i 12 film in concorso, racconti focalizzati sul piano individuale, più che su quello collettivo, mancano narrazioni corali, emergono tante storie particolari: amicizie, amori, sentimenti di solidarietà personale, ma il MedFilmFest non finisce qui.
Irene Ricciardelli(16 novembre 2011)