Yin Yonghai: la comunità cinese si racconta

Il ristorante cinese Città d'Oriente
Il ristorante cinese Città d’Oriente

Yin Yonghai è presidente dell’Associazione Generale delle Comunità del Qingtian in Italia e proprietario del ristorante cinese Città d’Oriente. Gli avventori del pranzo sono ancora seduti ai tavoli e il telefono inizia a squillare per le prenotazioni della sera, ma trova ugualmente il tempo per un’intervista. “La nostra comunità non è chiusa. Ci sono difficoltà con la lingua perché imparare l’italiano per chi arriva dalla Cina è più faticoso e quindi si tende a pensare che i cinesi abbiano un atteggiamento di rifiuto”.

In Italia. “Vivo qui da 24 anni, mi sono trasferito dopo il liceo. I miei parenti avevano un’attività e gli serviva aiuto. Mi sono trovato bene, la gente è gentile e c’è un clima ideale. Così ho deciso di restare”.
Nel 1994 apre il ristorante cinese Città d’Oriente. È lì che conosce la moglie: “Lavorava per me e ci siamo innamorati. Oggi abbiamo tre figli di 15, 12 e 10 anni”. I pochi ritagli di tempo libero sono dedicati a loro: “Il nostro popolo lavora sempre e io non faccio eccezione. Appena ne ho la possibilità amo stare insieme alla mia famiglia”.

Città d’Oriente. Recensito dagli utenti di internet come uno dei migliori ristoranti cinesi della capitale, Città d’Oriente si trova in via Priscilla 93. “I piatti che vanno per la maggiore sono involtini, ravioli, fettuccine alla piastra e riso cantonese. Proponiamo anche ricette più ricercate come l’anatra cinese e il riso nero tipo venere. Ci piacerebbe introdurre ulteriori novità, ma per alcune pietanze pensiamo che sia ancora troppo presto, mentre per altre, come l’insalata di medusa e la lingua d’anatra, non si trovano gli ingredienti in Italia”.

Nella terra del dragone. Tra le ricchezze della Cina: “Sicuramente la natura. La cultura, dalle radici millenarie. La lingua cinese, è bellissima e molto espressiva. I miei bimbi stanno seguendo un corso per impararla, a casa la parliamo ma non è sufficiente, serve una pratica costante”. I rapporti tra le persone, improntati alla vicinanza e alla solidarietà: “Siamo un popolo unito. Nel nostro paese è consuetudine aiutarsi l’un l’altro ed è molto importante il valore del rispetto”.

Paese che vai, usanze che porti. “Ormai in Italia siamo tanti quindi abbiamo modo di vivere anche qui le nostre tradizioni. L’Ambasciata e le associazioni presenti sul territorio, compresa quella di cui sono presidente, in occasione delle festività organizzano eventi e iniziative. Ho apprezzato molto i festeggiamenti a piazza del Popolo per la festa delle lanterne”.

Favorire l’integrazione.“L’Associazione Generale delle Comunità del Qingtian in Italia è nata nel 1999 per offrire un punto di riferimento ai molti cinesi provenienti da questa zona. Siamo registrati presso un apposito ufficio presente in Cina che ci mette in contatto con chi ha bisogno di aiuto una volta giunto in Italia. Quindi ci occupiamo innanzi tutto di offrire informazioni e garantire assistenza. Inoltre organizziamo eventi durante le festività e accogliamo le delegazioni cinesi che vengono in visita”. Buoni i rapporti con le istituzioni italiane. “Il nostro obiettivo è promuovere l’integrazione attraverso la conoscenza della cultura e delle usanze diffuse in Italia”.

 

Sandra Fratticci
(16 febbraio 2012)