Un giorno storico per la grande Moschea: la visita di Napolitano

Il presidente Giorgio Napolitano ha reso omaggio alla comunità islamica di Roma visitando la Grande Moschea. Per rintracciare un momento simile bisogna risalire al 1985, quando Oscar Luigi Scalfaro partecipò alla cerimonia della “posa della prima pietra” di quello che sarebbe diventato nel 1994 il Centro islamico più grande d’Europa.

La mattinata di lunedì 23 aprile corona un desidero che da tempo i fedeli musulmani nutrivano. L’evento è stato annunciato con discrezione e gli abitanti del quartiere non ne erano a conoscenza. I marciapiedi di viale Parioli quella mattina brulicavano, come sempre, di gente in zig zag tra le bancarelle. Vittorio Ciampaglia, un passante, mi da qualche dritta circa una scorciatoia che scopro di conoscere già. I cinquecento metri da fare a piedi non trovano alternative più brevi, gli autobus non arrivano in via della Moschea 85 e mi chiedo quanto questo influisca sulla possibilità delle famiglie di raggiungere la Moschea senza macchina. Al ritorno rincontro nello stesso punto del mattino il cordiale Vittorio che con voce stupita racconta di aver visto passare le auto di scorta e quella istituzionale del Presidente.

L’attesa del Presidente Nella Moschea il fermento è vissuto con molto ordine. Mentre un addetto alla sicurezza coordina giornalisti ed operatori, saluto il fotografo Stefano Romano e l’editrice Sabrina Lei che mi vengono incontro raccontandomi la fatica di tenere qualche posto in più. Ci avviamo nel salone conferenza, nella quale entro per la prima volta. La sala scende verso la lunga scrivania dei relatori, sono già tutti seduti. Copricapi di ogni tipo creano giochi di forme, varietà che diviene ancor più interessante per il colore della pelle e i tratti somatici che sembrano abbracciare il mondo intero, con una rappresentante d’onore per il Giappone, la moglie del maesto sufi Pallavicini. Ci sono tutti gli amici della rivista Piuculture: il marocchino Aziz Darif, factotum del Centro, Ejaz Ahmad mediatore culturale e giornalista pakistano, Luigi de Salvia presidente di Religions for peace, Paola Piva la presidente dell’associazione Piuculture, gli imam di Roma, alcuni venuti anche da altre città, come Abd al-Washid Pallavicini, maestro sufi arrivato da Milano per l’occasione. Ed ancora gli ambasciatori di tutti i paesi arabi, asiatici e africani a maggioranza musulmana come Indonesia, Malesia, Uganda, Palestina, Egitto. Annunciato dai due corazzieri che si dispongono ai lati della sala come di rito, arriva Napolitano. Si alzano tutti per rispetto e per immortalare con foto e video l’evento storico. Napolitano si siede nel posto d’onore e si mette in ascolto.

Andrea Riccardi - Saleh Al Ghamdi - Abdellah Redouane

L’integrazione “Le religioni hanno una grande responsabilità nell’integrazione dei valori. E ci sono valori italiani irrinunciabili. Roma è modello d’integrazione e questa Moschea, dal profilo plurale, avvicina l’Italia alla riva sud del mediterraneo.” Dichiara il ministro Andrea Riccardi nel suo intervento di saluto. Vede nella primavera araba nuovi scenari di libertà. “Cercheremo di dare sviluppo con atti concreti” farà poi eco Napolitano che lasciando la Moschea manifesterà l’approvazione per il discorso del ministro: “dopo la Giordania sarò in Tunisia per rafforzare i rapporti tra le due sponde del Mediterraneo”.

Diritto di culto “Il Presidente scrive una nuova pagina della storia” dice emozionato Abdellah Redouane, segretario generale del Centro, rammaricato di come l’attenzione verso l’Islam sia cresciuta priva di reale conoscenza e abbia invece alimentato la paura. “L’Italia ha dovuto fare i conti con la sua trasformazione da paese di emigrazione a meta d’immigrazione. Le migrazioni sono continue, il mondo è sempre in movimento, cambiano solo le destinazioni. Accanto alle esigenze degli immigrati come il lavoro, la casa, la scuola e la lingua si affianca quella di culto.”

‘Abd al-Washid Pallavicini e Ejaz Ahmad

Gli italiani musulmani “L’islam viene relegato a religione degli stranieri” denuncia ancora Redouane, ma ormai molti stranieri sono cittadini italiani e circa centomila italiani hanno abbracciato la religione islamica. Primo tra tutti ‘Abd al-Washid Pallavicini maestro di un ramo indipendente della Tariqa – termine che abbraccia i diversi movimenti sufisti- e presidente della Co.Re.Is, Comunità religiosa islamica italiana. E’ tra il pubblico, insieme alla moglie e al figlio oggi primo imam italiano. “La visita del Presidente è un gesto di grande coraggio ed equilibrio. Momento importante che costituisce un passo in avanti verso la comunità islamica” così descrive la visita del Capo dello Stato Pallavicini. “Non si è parlato del numero e della portata intellettuale nella comunità islamica degli italiani, che ne rappresentano una realtà importante soprattutto nella mediazione politica” sottolinea dopo l’incontro Sabrina Lei. “La sensazione è stata quella che sia il ministro che Napolitano fossero ospiti” continua Sabrina “gli italiani non sono ospiti nel loro paese. Sarebbe stato significativo se il Presidente avesse incontrato rappresentanti italiani musulmani”. I marocchini Saydawi Hamid, presidente della federazione culturale Addawa, e Hassan Makhrir, responsabile del centro musulmano a Ponte di Nona sono invece entusiasti e vedono questa giornata come importante per il superamento di luoghi comuni che accostano all’Islam estremismi ed atti terroristici.

La Co.Re.Is, l’UCOII e la giovane Confederazione islamica italiana rappresentano i tre più grandi interlocutori islamici in Italia. I loro presidenti, insieme agli ambasciatori dei paesi mediorientali e quelli a maggioranza musulmana, hanno applaudito Napolitano in grande festa forse in attesa di un intervento, all’interno della cerimonia ufficiale, che non è avvenuto. Giornata speciale ma torno a casa confusa, sarà stata la velocità dell’apparizione di Napolitano. Oppure perché nel presentarmi all’Imam Ahmed al Sakka ho ricevuto un silente e duro rimprovero. Ho violato a mia insaputa la regola che m’impedisce di stringergli la mano in quanto donna.

M. Daniela Basile
(27 aprile 2012)