Una valigia con dentro testa, cuore e ostinazione. E qualche libro

Raisa Ambros, partecipa a Lab3 di Piuculture

“Sento che in Italia si parla spesso di fuga di cervelli: se però in Italia qualche cervello arriva invece che fuggire, sarebbe importante, che riusciste a valorizzarlo in tempi  utili?”Raisa Ambros, moldava,  è parte di Lab3, il nuovo laboratorio del nostro settimanale nato anche per dare possibilità a giovani stranieri, migranti e seconde generazioni di fare intercultura e giornalismo con il valore aggiunto che ha chi conosce più culture.

Bucarest: un avvicinamento al cinema e il cooking show non bastano. “Ho tentato una borsa di studio per Bucarest ed è andata bene: avevo 19 anni ed entravo nell’accademia di teatro e cinema della capitale.  Quattro anni per una laurea in cinema e televisione: il primo anno ho faticato di più perché la Moldavia e la Romania condividono solo una parte della lingua. Il resto però ho dovuto studiarlo da sola, si trattava di studi umanistici in cui la lingua ha un peso evidente: ero l’unica moldava del mio corso.” Sono anni in cui elementi teorici e pratici di una formazione sopratutto cinematografica iniziano a mescolarsi. “Per la laurea erano previste due tesi, una era una sceneggiatura per un lungometraggio, segue un master in teoria e critica del cinema, dal taglio proattivo  e multidisciplinare. Si realizzavano cortometraggi in cui ogni studente si occupava a turno di tutti gli aspetti della filiera produttiva: sceneggiatura, fotografia, regia ed attore. Una rotazione dei know-how che ci permetteva di capire quando l’altro è in un ruolo differente dal tuo quali esigenze ha.”Aumenta il feeling dell’équipe e si combatte il narcisismo proprio di ogni singolo mestiere della filiera.Il lavoro.“Per cinque anni ho lavorato a Bucarest per la Media Pro-picture azienda che fornisce contenuti per tv: mi occupo di talk-show e  cooking-show. Il lavoro è tranquillo, lo stipendio buono, ma sono insoddisfatta. È il 2002, ho 28 anni e rimetto mano alla valigia. Penso all’Italia per varie ragioni: l’associo a un paese solare, ospitale con gente serena, l’associo alla cultura e all’arte. Moldavia e Romania condividono con voi la matrice latina della lingua, ma considero le vostre scuole più serie. E cosa tutt’altro che irrilevante ho già alcuni parenti in Italia.”Illusioni, un’identità tagliata in due, rassegnazione. “Arrivo a Rimini con un obiettivo: specializzarmi nei format televisivi con un master all’università cattolica di Milano … mi serve solo la dichiarazione di valore degli studi fatti all’estero … solo …Per mantenermi inizio a lavorare per pub, ristoranti e bar: penso che la mia sosta a Rimini sarà temporanea: di fatto ottenere le pratiche si rivela burocraticamente un’impresa sia sul fronte moldavo/rumeno che su quello italiano. Erano proprio anni in cui queste richieste suonavano surreali alle pubbliche amministrazioni dei vari stati ed era tutto un percorso ad ostacoli.Il tempo passa: tre anni mentre tribolo con la Pubblica Amministrazione di tre stati e nulla si sblocca. Continuo a lavorare come cameriera o simili. Unica nota positiva, nel 2004, Storia di quatiere, un musical lungometraggio in stile Bollywood,  sceneggiato da me e una mia collega nel ’99 a Bucarest, ottiene un finanziamento e va in produzione:  una grande soddisfazione e qualche soldino.Nel 2005 comunque rassegnata sul fronte burocratico decido di trasferirmi a Roma: non mi interessa più il riconoscimento dei titoli, cerco di rassegnarmi e rasserenarmi in una prospettiva temporale in cui il lavoro umile sia e sarà la mia vita. Lavoro umile che mi ha insegnato ed insegna moltissimo.”Risvegli. “2009. Io neanche ci penso più, ma arriva il riconoscimento dei titoli. Per me è stato un risveglio. Come se un’intera parte di me ricevesse una legittimazione sociale: accedi a corsi e puoi inviare curriculum ben diversi e questo professionalmente è fondamentale. Questo riconoscimento ha significato potermi raccontare diversamente a me stessa, nel mio quotidiano. Dare senso ad anni di passato investito, ho ricominciato a vivere svaghi culturali: il Jazz, il balletto, l’opera …”Scrivere, scegliere la lingua, avvicinare la comunità. “Non avendo una famiglia, il tempo e i soldi che avanzano dal lavoro possono finire in formazione e in esperienze professionali. Con la scuola Omero ho frequentato dei corsi di scrittura creativa ed editoria ed ora collaboro con la loro Rivista O facendo interviste ad artisti ricostruendo i loro processi creativi e ideativi. Sto iniziando a interfacciarmi con le istituzioni moldave; per Actualitate Magazine mi occupo di mostre ed eventi e per il portale del Mondo Diplomatico ho intervistato il nostro ambasciatore scrivendo l’intervista in due lingue. Grazie a Teodora, amica e membro della Giuria Piuculture al MedFilmFest,  sono arrivata al Laboratorio di Comunicazione di Piuculture.Al momento di professione faccio la segretaria, ma ho capito che voglio scrivere e che è speciale farlo potendo scegliere la lingua più idonea ( tra moldavo, rumeno, inglese, russo, francese, italiano. Ndr). L’ultimo passo, il più difficile, è coinvolgere le persone qualsiasi della mia comunità in questo milieu culturale con il quale sono entrata in contatto.”

Marco Corazziari ( 12 aprile 2012 )