Piuculture al Beams: lo stereotipo e il ruolo dei media

Beams stereotipo e pregiudizi„Non basta guardare, bisogna cominciare a vedere, andare oltre la superficie”, questo è il messaggio che la coordinatrice del progetto Beams Sandra Rainero, Progetti speciali Venetolavoro, ha diffuso per due anni insieme a 16 partner. Vedere, agire, cambiare: metodi, strategie, modelli e risultati per combattere discriminazione, razzismo e xenofobia in Europa, ecco alcuni degli argomenti del progetto che si è concluso con una serie di eventi dal 3 al 5 dicembre a Venezia e ai quali Piuculture ha partecipato attivamente. „Abbiamo svolto 22 azioni educative nelle scuole, coinvolgendo tantissimi ragazzi anche fuori dagli istituti scolastici. Tramite i video, che i giovani amano fare, abbiamo cercato di rappresentare le storie dei migranti e delle minoranze mostrando una realtà diversa da quella basata sui pregiudizi – continua la coordinatrice – l’importante è appropriarsi di questa diversità e renderla „normalità”.  

Sandra Rainero, progetto Beams
Sandra Rainero, progetto Beams

Un lavoro duro sia per Sandra che per i partner provenienti da 10 paesi perché si è affrontato a livello locale un problema molto complesso, con diverse sfaccettature. Le conclusioni evidenziano il ruolo importante dei media nel presentare una realtà così stereotipica del mondo che ci circonda. Le decine di produzioni culturali, video, arte, spettacoli realizzati dalle persone coinvolte hanno avuto il merito sia di sviluppare senso critico e che di invitare ad agire. „Ci siamo impegnati per due anni ad affrontare gli stereotipi razzisti nella cultura popolare e a elaborare azioni contro le discriminazioni, parlando con oltre un migliaio di cittadini e analizzando altrettante produzioni culturali tra cinema, TV, musica, sport, ecc”.

Beams formazione giornalisti VeneziaLa Conferenza finale e formazione per giornalisti sull’inclusione nelle città oltre gli stereotipi è stato l’evento chiave a chiusura del progetto Beams, organizzato da Cittalia in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti del Veneto e la scuola di giornalismo Dino Buzzati. Oltre 90 specialisti del settore hanno assistito con interesse alla presentazione della giornalista Raffaella Cosentino sull’uso delle parole giuste nel proprio lavoro, documentata dal volume che ha curato “Parlare civile – Comunicare senza discriminare”. Non c’è più alibi per un professionista: non può sbagliare i termini, almeno per quanto riguarda quelli inclusi negli otto capitoli del libro dove si auspica una comunicazione più precisa e accurata su argomenti quali immigrazione, prostituzione e tratta, Rom e Sinti, religioni, disabilità, genere e orientamento sessuale, povertà ed emarginazione, salute mentale. Teoria confermata anche da Gabriele Guazzo, di Cittalia, che ha elencato citazioni da media che descrivono come clandestini cittadini provenienti da paesi che fanno parte della comunità europea e ha fatto tanti altri esempi che possano distruggere l’immagine di una comunità. Dell’importanza delle parole e delle immagini scelte dai media ha parlato Marco Buemi dell’UNAR.

piuculture Progetto Beams Raisa AmbrosDella storia di successo del giornale Piuculture, che promuove l’immigrazione e l’integrazione, ci parlerà la neo giornalista pubblicista Raisa Ambros”, così vengo introdotta durante la tavola rotonda della conferenza finale dal moderatore Simone D’Antonio di Cittalia. Racconto brevemente la storia di Piuculture, mi emoziono, elenco le attività, mi commuovo e mi esce una frase che vuole trasmettere un messaggio forte: “Non dimenticherò mai il fatto che il direttore responsabile, Nicoletta del Pesco, abbia spostato le riunioni alle 18.30 di sera per farmi arrivare allo stage dopo una giornata di lavoro”. Riprendo il filo e condivido con fierezza Infomigranti, il nuovo corso gratuito di giornalismo per stranieri che partirà a gennaio. E tramite il mio esempio mostro quanto sia importante avere nella redazione dei rappresentanti di varie comunità e tradurre gli articoli nella loro lingua. Il tempo stringe e concludo con un appello ai giornalisti: “Di insistere sull’insegnamento della lingua italiana agli stranieri, primo passo per ottenere l’inclusione sociale. E invito a scrivere, accanto ad ogni notizia cattiva sui migranti,  almeno una storia di successo”.

Progetto Beams VeneziaHo provato meno emozioni il giorno prima, durante il workshop Con parole proprie: narrazioni di migranti, dove abbiamo illustrato il giornale www.piuculture.it al pubblico giovanissimo. Qui ho raccontato maggiori dettagli del nostro lavoro sul territorio. Il corso Infomigranti ha suscitato interesse, ma soprattutto è piaciuta l’idea di aiutare gli stranieri nell’apprendimento dell’italiano e di dare loro la possibilità di raccontarsi in un blog. Esattamente come ha fatto Lucio Simonato nel suo libro Con i loro occhi con la loro voce, intervistando 32 persone straniere scelte a caso: prostitute, carcerati, clandestini,  conservando le risposte autentiche in un italiano approssimativo. “Interviste libere da schemi, per raccontarsi, parlare del viaggio, dell’esperienza drammatica, della nostalgia, del dramma del lavoro e di temi tristemente comuni”, dice Lucio, che spera con la partecipazione al progetto Beams di contribuire a scalfire il muro della discriminazione e dello stereotipo.

Raisa Ambros

(10 dicembre 2014)

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