Nella città di Roma ci sono quasi 40mila cittadini filippini, secondo l’Osservatorio romano sulle migrazioni. Si tratta della seconda comunità per grandezza dopo quella romena, la prima sul territorio del Municipio II, dove risiedono circa 5mila filippini. Uno dei target principali del progetto Infomigranti che la redazione di Piuculture sta portando avanti grazie al sostegno della Chiesa Valdese. Abbiamo dunque accolto con grande piacere l’invito di Yolie Abu ad intervenire a Bato-Bato Sa Langit per presentare il laboratorio gratuito di giornalismo: un’occasione d’oro per entrare in contatto con la comunità filippina, e la possibilità di tornare a parlare della trasmissione che ogni domenica alle 8.30 dalle frequenze di Radio Onda Rossa informa la comunità filippina che vive in Italia.
Stabile il format del programma, con una prima parte dedicata alle notizie di rilievo nelle Filippine: dal virus Ebola all’intervento del presidente Benigno Aquino all’Asia Pacific Economic Cooperation alla visita di Papa Francesco nelle Filippine fissata per gennaio 2015. “Nella nostra cultura permangono forti tracce della colonizzazione spagnola” spiega Linda Balmes a microfono spento “Nella lingua ci sono diversi termini spagnoli e siamo l’unico paese cattolico in Asia, lo stesso nome Filippine deriva da re Felipe”.
Dopo una pausa musicale viene introdotta “Sandra Fratticci, giornalista di Piuculture”. Illustro agli ascoltatori Infomigranti, corso gratuito di giornalismo rivolto a migranti e figli di migranti e spiego che per partecipare alla selezione è necessario inviare domanda entro il 30 novembre all’indirizzo infomigranti.piuculture@gmail.com secondo le modalità indicate nel bando pubblicato sul giornale.
Nella seconda parte del programma, dedicata al dibattito su temi di interesse per i migranti filippini in Italia, Edgar Bonzon racconta gli esiti dell’incontro con l’ambasciata filippina in Italia relativo ai servizi per migranti in difficoltà. “Dovrebbe esistere un servizio di supporto, anche economico, per cittadini in condizioni di disagio: persone ricoverate in ospedale senza famiglia o detenuti, malati psichici, cittadini bisognosi di assistenza legale, per il rimpatrio delle salme e così via”. Di fatto questo servizio non funziona: “L’ambasciata ci ha spiegato che hanno presentato richiesta al governo ma i fondi ancora non arrivano”. Secondo loro la soluzione più semplice sarebbe creare un fondo locale per le emergenze, anziché legare l’invio dei fondi alle richieste: “Ora faremo una raccolta all’interno della comunità per aiutare i connazionali in difficoltà, ma non è giusto, perché la prima risorsa dell’economia del nostro paese siamo noi migranti e sarebbe nostro diritto ricevere aiuto quando ne abbiamo bisogno”.
Quello che purtroppo non è cambiato a due anni dalla nostra prima visita a Bato-Bato, è proprio la situazione economica e politica globale: “Le migrazioni sono migrazioni forzate – ribadisce Linda Balmes – Nessuno vuole lasciare i propri cari ma nelle Filippine non abbiamo lavoro né speranze. Ci auguriamo sempre che le cose cambino per poter tornare in patria. Io sono qui dall’86, i miei genitori sono anziani e soli, ma non ho il coraggio di rientrare perché la situazione è peggiorata”.
Sono le 10 e dopo un ultimo stacco musicale è l’ora dei saluti. Tempo di un caffè al bar Marani e poi a prendere il tram per raggiungere la Chiesa di Santa Croce a via Flaminia, uno dei tanti luoghi di culto in cui si riuniscono i cittadini filippini a Roma. E strada facendo sbocciano idee per nuove sinergie…
Sandra Fratticci
(20 novembre 2014)
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