La Dacica di Ciubotaru: lo sport come stile di vita

Silviu Ciubotaru issato dai suoi giocatori

“Sei pazzo, ci vogliono i soldi e tu non hai un euro!” Questa fu la risposta che diedero gli amici in Parocchia a Silviu Ciubotaru quando comunicò loro che voleva fondare una squadra di calcio vincente composta da giovani romeni. Adesso quegli stessi amici, quando lo incontrano per strada, sorridono e stringendogli la mano gli dicono: “Sei stato forte. Non hai mollato e ci sei riuscito”.

Una squadra italiana di origine romena Silviu Ciubotaru è un quarantenne romeno in Italia dal 2000. “Mi hanno raggiunto mia moglie e mio figlio. Adesso abbiamo un altro bambino. E’ nato in Italia”. Il calcio è stato da sempre una passione che coltivava con gli amici in parrocchia o nei campi della capitale. “Nel tempo mi sono reso conto  che l’Italia è un paese aperto e sensibile, ci sono molte possibilità da cogliere, anche per noi stranieri. Così ho cominciato a coltivare l’idea di una squadra di calcio che uscisse dalla piccola realtà del gioco tra amici. Volevo costruirla in modo che fosse capace di confrontarsi con altre nazionalità e giocatori. L’elemento dell’integrazione è importante ma non dimentico l’ambizione agonistica. Sarei felice che dei giocatori nati o passati dalla Dacica si facciano strada in territori agonistici importanti”. Dopo un tentativo non andato a buon fine, all’inizio del 2010 Silviu Ciubotaru insieme a Bodgan Stoica ha cercato una nuova soluzione e soprattutto le persone giuste. “Bodgan è stato subito un grande alleato, mi ha detto chiaramente che l’unico ruolo che poteva avere era  l’allenatore”.

L’allenatore Bogdan Stoica insieme al figlio mostra la medaglia ai tifosi

Solo Dacica il resto è niente Bodgan Stoica ha trentun anni, originario della Transilvania vive a Roma da 13 anni. Lavora nell’edilizia e il tempo libero lo dedica al calcio. “Sono felice che invece di bighellonare o giocare senza costruzione questi talenti possano vivere emozioni agonistiche, abbiamo investito un’estate intera per cercare i migliori. Giravamo per i campi di calcio, ovunque ci fossero tornei e nei quartieri con forte presenza di romeni. Abbiamo reclutato i migliori”. Bodgan è entusiasta, non ha parole ne’ commenti sul campionato appena concluso. I suoi ragazzi sono stati forti e affiatati. “Ho giocato in diverse squadre, ma non te ne elenco nemmeno una perché conta solo Dacica il resto è niente” dichiara a fine partita Ciprian Zaharia, numero tredici, che ha segnato il primo gol della vittoria nella partita finale di domenica 20 maggio. La vittoria del Campionato nazionale lega dilettanti 3° categoria Roma D permetterà alla squadra di passare in seconda categoria. Continuando così la sua ascesa. Daniel Negoita non si stupisce della vittoria “in questa squadra sono stati scelti i migliori”. Alexandru Grecu, capocannoniere del campionato, fa l’autista e ha ripreso a giocare dopo un anno di fermo in seguito ad un’operazione, “sono felice di aver ricominciato ed è uno dei motivi per cui resto volentieri in Italia”. Blentesi Florin non è sceso in campo, i suoi quattro cartellini gialli glielo hanno impedito, il pubblico lo conosce, gli da pacche sulla spalla ricordando il gol da metà campo. “E’ stato spettacolare, tre partite fa, me lo ricordo come fosse adesso” ha sottolineato un tifoso mentre la musica e il barbecue accesi erano pronti ad accogliere la festa.

Silviu Ciubotaru tra le coppe della Dacica

Lo sport come stile di vita “Abbiamo vinto molti tornei multietnici” sottolinea Ciubotaru mostrando le coppe alle sue spalle “ma tengo particolarmente ai campionati dove poter giocare con le squadre italiane. D’altronde siamo italiani, viviamo qui. Questa esperienza nel campionato nazionale dilettanti Roma D è stata piena di bellissime emozioni, ringrazio tutti”. Per Ciubotaru lo sport è uno stile di vita. Ha un’impostazione militare alle spalle “da più generazioni”, ha lavorato e continua a lavorare nella sicurezza.  “Anche lo sport è disciplina, sia nel comportamento umano che nel gioco. Per questo apprezzo molto Rus Dorin. E’ un bravo giocatore, altri sono più talentuosi di lui, ma si distingue per il comportamento corretto e umile”. La Dacica, quest’anno, ha superato molti ostacoli legati a problematiche relative ai documenti, “bisogna avere la residenza a Roma da almeno un anno per poter ottenere il tesseramento”, e al lavoro “chi non ha un lavoro non viene ad allenarsi, non hanno i soldi per le trasferte, e per le piccole spese. La maggior parte non ha la famiglia in Italia che possa dare una mano per la stabilità economica. Ma ci sono anche quelli che sono qui con la famiglia e magari sono studenti”. Tutti le difficoltà sono state superate con la speranza che “se dimostriamo di farcela anche con i pochi soldi che abbiamo, troveremo sicuramente degli sponsor solidi che avranno fiducia in noi e ci aiuteranno a giocare più serenamente”.

M. Daniela Basile(24 maggio 2012)