Cercando il canto perduto

La mezzosoprano Rosa Rodríguez, nata a Salta, Argentina, ha ascoltato e vissuto i suoni della tradizione sin da bambina. Le sue radici sono europee, “Ho madre tedesca e padre spagnolo quindi sono tipicamente argentina, perché lì siamo tutti discendenti di europei.” Nel suo percorso artistico e personale ha avuto modo di incontrare indigeni argentini, che le hanno insegnato i ritmi della loro terra, ed artisti internazionali, dai quali ha appreso la tecnica per dare forma alla sua innata musicalità.

Leggendo “Destino del canto” la Rodríguez ha capito quale fosse la sua vocazione. Si tratta di una poesia di Ataualpa Yapanqui, nella quale si legge come gli artisti, “gli eletti”, abbiano una vera e propria missione nei confronti del loro popolo: esprimere attraverso tutte le forme d’arte, l’anima della propria gente. Ed infatti durante il concerto del 21 giugno 2012, intitolato appunto Destino del canto, la Rodríguez accompagnerà l’ascoltatore attraverso un viaggio immaginario nel folklore argentino e nella musica del Movimento della Nuova Canzone Argentina”.

Rosa Rodríguez è stata anche parte di un movimento artistico, nato nel 1963 in Argentina: il Movimento della nuova canzone argentina sorto con l’obiettivo di rinnovare il folklore rendendo la forma musicale ed il contenuto testuale ugualmente importanti nella produzione artistica. La musica ed il testo, di pregio e qualità, intesi come due parti complementari di un unico insieme. Si tratta della canzone sociale, in anticipo di cinque anni sul movimento del ‘68. La Rodríguez è entrata a farne parte negli anni ’70 contestualmente al suo impegno nel Sindacato argentino dei musicisti. Purtroppo nel 1976, a seguito del colpo di Stato che ha portato al comando il generale Videla,  il Movimento è stato drasticamente interrotto ed anche le attività e le produzioni artistiche della Rodríguez sono state censurate e proibite.

Per scoprire il segreto della voce e la tecnica del vecchio canto italiano che ha permesso la fusione tra musica classica e non classica, nel 1980 è partita per l’Italia, “Volevo trovare il canto perduto”. Qui ha studiato con la soprano Magda Olivero, allieva di Antonio Cotogni, baritono dell’800, al quale è dedicata l’associazione della quale la Rodríguez oggi è presidente. Ha proseguito poi nella sua ricerca musicale dove l’unica costante è il folklore “quando la mia eccezionale insegnante Magda Olivero mi disse che, apprendendo le sue tecniche di canto avrei perso il sapore della mia musica le risposi, con rispetto, che a lei chiedevo di insegnarmi poiché al mio sapore artistico ci avrei pensato io”.

L’importanza del folklore. “Oggi m’interesso soprattutto di musica folklorica, dei 240 ritmi che attraversano l’Argentina, dalla campagna alla Pampa. La stagione della canzone sociale è ferma al periodo argentino, poiché lì aveva un senso, una ragione. Non la escludo a prescindere nel mio repertorio ma la canzone di lotta si canta dove se ne sente la necessità , e si ha la motivazione per combatterla”.

Il ruolo della formazione. Da quando ha iniziato la sua ricerca artistica, Rosa Rodríguez ha incontrato numerosi insegnanti ed è stata a sua volta una docente. È certa che la formazione sia fondamentale all’interno del percorso di un artista poiché “esso deve imparare a dare nel suo mestiere, sia quando canta che quando insegna”. L’atto dell’insegnamento diventa così uno scambio, una volontà vicendevole di aprirsi l’uno all’altro.

È un percorso alla scoperta e riscoperta dell’identità, per i giovani e per i meno giovani, perché, afferma l’artista “l’arte è un lungo cammino mentre la fama è effimera. Occorre pertanto ricordare come la voce sia solo il mezzo per raggiungere i propri obiettivi.  Tuttavia, realizzarsi come persona è un’altra cosa, non bisogna mai dare alla voce la responsabilità di farlo per noi”.

Piera  Francesca Mastantuono

(19 giugno 2012)