Pepe Soup: Europa e Africa si incontrano in musica

Pepe SoupDubstep, sound elettronico, groove e vibrazioni afro. La scoperta delle radici diventa contaminazione, gioco, incontro. E un’etichetta discografica prodotta da giovani che non si arrendono a un panorama musicale atrofizzato.
A raccontarla oggi è il documentario prodotto nell’ambito del progetto  Media, mode, amori dei figli dell’immigrazione, diretto da Gaia Peruzzi, ricercatrice del Coris – Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale della Sapienza Università di Roma.

Chi sono i figli dell’immigrazione? Per rispondere a questa domanda Gaia Peruzzi sceglie una pista poco battuta in Italia, quella del tempo libero: “Intendiamo approfondire i processi di costruzione dell’identità delle seconde generazioni attraverso l’analisi dei consumi culturali, degli stili espressivi e delle relazioni sentimentali”. Alle interviste in profondità e all’analisi dei social network si affianca la realizzazione di un video documentario: “Che racconta le attività promosse da questi giovani nel campo dello sport, della danza, della musica e della religione”. Ragazzi che rispondono ai dilemmi dell’appartenenza: “Dando vita a fucine eccezionali di creatività, in cui si mescolano, si inventano e re-inventano forme e pratiche culturali che rinnovano l’intera società”.

Qui PepeSoup. È nella casa-studio di Francesco Cucchi, dj e producer romano, che ha inizio il sodalizio, non solo musicale, con Annie Gehnyei, vocalist, cantante e speaker di m2o. “Venni qui per registrare un mio pezzo e nell’arco di un mese nacque il nostro amore e con esso PepeSoup”. Tra mixer e tastiere, stampe colorate, luci soffuse e un frigo trasformato in armadio Miss Annie e Mr Cukiman uniscono due continenti: “È un genere musicale che all’estero definiscono afro house, UK funky, caratterizzato dalla fusione di diversi stili, come dubstep e sound elettronico, ai quali si uniscono sempre un groove e vibrazioni afro”.

PepeSoup featuring Valentino Ag - HARDER - Official Video

Un viaggio che porta lontano. “Dopo trent’anni di assenza mio padre è riuscito a rintracciare i nostri parenti e a rientrare nella sua madre terra, la Liberia. Ne è tornato con delle cassette e insieme a Francesco abbiamo trascorso giorni interi ad ascoltarle, lasciando che l’energia che si sprigionava da quella musica fluisse dentro di noi fino a rendere il nostro sangue PepeSoup”. Per Annie è la svolta di un viaggio iniziato tanto tempo fa: “Fin da bambina ho sempre desiderato sentire le mie radici e PepeSoup accresce la voglia di entrare in contatto  con l’Africa”. Una prospettiva vissuta con gioia dal papà, con preoccupazione dalla mamma: “15 anni di guerra civile hanno portato al massacro totale. Il paese è cambiato e così anche le persone. Nel villaggio dove vivono i nostri parenti sono quasi una straniera. Mia madre ha paura che andando lì io possa correre dei rischi, legati anche ad alcune credenze particolari, come il voodo. Per questo ha sempre cercato di proteggermi, ma ora ha capito che non può tenenermi lontana dalla mia cultura”.

Soupo Music, in collegamento con il mondo. Alle perfomance live, che vedono la partecipazione del percussionista senegalese Moustapha Mbengue, si aggiunge l’attività di produzione, realizzata attraverso la label Soupo Music: “Desideravamo uscire sul mercato ma i tempi in Italia erano troppo lenti” spiega Francesco “Mandavamo i brani e neanche ci rispondevano. Dai grandi dj all’estero arrivavano invece feedback importanti, quindi la nostra agenzia di Londra ci ha consigliato di aprire un’etichetta e siamo partiti”. Da qualche mese sono presenti anche in radio: “Facciamo due ore di diretta ogni martedì su Nasty FM, un’emittente giovanissima alla ricerca di nuovi talenti che trasmette in FM in alcune zone dell’Inghilterra e in streaming sul web”. Le soddisfazioni non si fanno attendere: “La label è molto hype, tutti stravedono, la vendita su Internet va un po’ a rilento, ma abbiamo contatti a livello internazionale”. “Qualche tempo fa ci è arrivata una mail di un ragazzo che ci segue dalla Finlandia” interviene Annie “Ci ha scritto che apprezza molto la nostra musica ed è venuto addirittura a trovarci a Roma”.

PepeSoup - Pump Tire

E in Italia? “Piano piano ci stanno conoscendo” spiega Annie “Ma siamo un fenomeno talmente nuovo che ci vorrà ancora del tempo”.
“Nella gestione delle etichette si ritrovano le solite lungaggini burocratiche e gli stessi problemi che ci sono nel mercato del lavoro: sono sempre gli stessi, che si aiutano tra di loro” Francesco non vede reali prospettive di crescita in Italia: “È una scena musicale piatta, che rende estremamente difficile proporre qualcosa di diverso”. Se il confronto con altre realtà restituisce un’immagine deludente, non resta che una strada: “Stiamo cercando di spostare l’etichetta in Inghilterra. Lì c’è un approccio completamente diverso, il dj al quale mandi un promo valuta se il brano è bello, se funziona in pista e in quel caso lo suona. Non gli interessa altro”.

Non essere mai ignoranti. È questo il messaggio fondamentale di PepeSoup: “Attivarsi mentalmente, vedere che intorno a noi c’è un mondo da scoprire. Attraverso la musica non si finisce mai di imparare, di capire come diverse culture fanno parte di noi. E questo è anche un modo di evolversi”.

Miss Annie è tra le partecipanti del concorso She can dj. È possibile ascoltare i suoi brani e votarla sul sito: www.shecandj.it

Sandra Fratticci
(14 giugno 2012)