L’italiano obbligatorio. Si sono conclusi a giugno, alla Grande Moschea di Roma, i corsi di italiano per stranieri principalmente di lingua e cultura araba iniziati a novembre e tenuti da 11 insegnanti volontarie. Notevole l’empatia che le docenti hanno messo a disposizione del Centro Studi islamico, rendendosi disponibili di domenica e anche in prossimità delle festività natalizie e pasquali. L’idea di organizzare un corso misto di 100 ore e uno femminile di 106 ore è nata dall’incontro tra il Centro Culturale Islamico, l’Associazione Piuculture e la Rete Scuole Migranti, in particolare: Casa dei Diritti Sociali, Missione LatinoAmericana e Associazione Voci della Terra. La conoscenza della lingua italiana è uno dei requisiti obbligatori per ottenere la carta di soggiorno di lungo periodo, è proprio questa una delle motivazioni che hanno portato alla creazione dei corsi.
Il corso misto.“E’ impressionante la situazione nella quale queste persone si trovano a vivere. L’abbiamo capito quando ci hanno detto che forse non venivano più perché sarebbero stati trasferiti, chissà se rimpatriati”, racconta Gabriella Melli, una delle insegnanti. “E poi, da una lezione a un’altra, non li abbiamo più visti”. La maggior parte degli allievi proviene dal Nord Africa, altri studenti vengono dal Bangladesh, dal Pakistan, dallo Sri Lanka. Si sono aggiunti in diversi momenti dell’anno alcuni allievi dalla Libia. I livelli di conoscenza della lingua e i tempi di presenza in Italia sono molto disomogenei e alcuni non hanno frequentato tutto il corso: “Gli immigrati hanno spesso problemi collegati al lavoro, o alla sua assenza, oppure non considerano la conoscenza della lingua del paese ospite una priorità”. La prima lezione ha preso il via con 16 iscritti, che a metà corso sono diventati 8-9. Hanno completato l’iter 4 studenti fra cui una donna, che faceva parte anche del gruppo femminile. “Tra i più stabili, due ragazzi non di fede musulmana, dallo Sri Lanka, che si sono rivolti alla Moschea per imparare l’italiano”. Per motivi di diversità dei livelli culturali degli immigrati è stato costituito un corso di livello A1: “Ciò non ha impedito a uno di loro di partecipare e superare un test di competenza in lingua italiana di livello A2”.
Il corso femminile. Molte di loro sono casalinghe e parlano la lingua d’origine in famiglia e nei negozi gestiti da arabi. Le prime 11 partecipanti, in maggioranza del Marocco e di fede islamica, hanno manifestato una forte motivazione ad imparare: “Avevano tutte un grande desiderio di conoscere la lingua italiana che già sentivano parlare dai loro figli”, racconta Gemma Degni, volontaria dell’Auser – CGIL. Durante l’anno didattico è emerso che la realtà araba femminile, che va dal livello universitario all’assenza di scolarizzazione, necessita di un insegnamento adeguato alla presenza in aula dei propri bambini, e “che includa l’abituale ripetizione degli insegnamenti persi per le assenze legate al loro ruolo familiare”. Nonostante la frequenza al corso sia stata discontinua, “sia perché avevano i figli troppo piccoli, sia per l’incompatibilità dell’orario, oppure per aver trovato lavoro, alla fine tutte parlavano e si facevano capire, iniziando a seguire i programmi televisivi italiani”.
Foto di Vittoria Mannu: http://www.flickr.com/photos/kalewa/
Raisa Ambros(02 agosto 2012)