Il 7 e 8 novembre 2012, attività per ragazzi, visite guidate al Museo Egizio e alla Biblioteca, conferenze, proiezioni, workshop, mostre, cocktail e buffet, hanno animato l’Accademia d’Egitto che sembra così aver presentato tutte le potenzialità di una nuova stagione culturale all’insegna di un’altra bella novità, la recente nomina della sua prima direttrice donna – da 88 anni! – l’egittologa ed etnologa Gihane Zaki.
A dispetto di Ruby, parliamo della vera nipote di Hosni Mubarak! Fu proprio il presidente egiziano, insieme a Berlusconi, a ri-inaugurare l’istituto due anni fa. Nonostante vecchie storie e parentele, la direzione di una donna è una ventata d’aria fresca che già sembra dare all’istituzione un’aria più creativa, a partire dal fatto che la chiama più estensivamente “Accademia di Belle Arti d’Egitto”.
Dopo i direttori per la pittura – Farouq Hosni – e l’archittura – Ahmed Mito, una direttrice per l’archeologia. La Primavera Araba, ha sicuramente scosso l’Egitto, ma abbandonato l’Accademia, con discusse o brevi presidenze. L’intento della direttrice si evidenzia subito con l’organizzazione della conferenza Il ruolo dell’Egitto e dell’Italia nella conservazione del patrimonio culturale internazionale, tenuta da illustri archeologi come Alessandro Roccati e Sergio Donadoni, che hanno raccontato i lavori di collaborazione, ma anche quelli di “ritardata collaborazione”, per mancanza di una buona sinergia di rete. Lo confermano incredibili descrizioni e fotografie di statue o steli ricomposte tra musei del mondo: tra Torino e Firenze (la statua dall’Iseo Campense), tra Strasburgo e Firenze e addirittura tra Tokyo, Barcellona e New York – due steli, di cui una “fondamentale: riporta il viaggio di un funzionario che si spinse fino in Siria e forse oltre, rovesciando alcune conoscenze storiche”. Dopo le lunghe e faticose ricerche archeologiche che portano alla luce tesori nascosti, il paradosso di nuove scoperte dentro le stanze dei musei! L’impressione sembra confermata quando il professor Roccati racconta della tomba di Kha a Deir el Medina, “il primo caso in cui l’intero contenuto di una tomba sia stato conservato insieme, in uno stesso museo”, quello di Torino. Di solito si preferisce “spartire i pezzi”, anche per diffusione della conoscenza, ma il rischio è perdere informazioni e contesto: “conservare insieme le cose è un aspetto della conservazione”.
Un’Accademia che sembra economicamente più in salute, sorretta da una nuova comunicazione più efficace e innovativa, a partire dal lancio del primo numero della Newsletter cartacea, corredata da una bella foto che per la prima volta ritrae l’intero staff, e introdotta dall’ambasciatore egiziano a Roma Farid Munib, presente con la moglie all’evento di inaugurazione e “fiero che l’Egitto sia l’unico Paese Arabo e Africano rappresentato tra le 17 Accademie culturali presenti a Roma e lieto di sapere che il Ministero della Cultura abbia scelto per la direzione una figura femminile giovane e con grande esperienza nel campo della Cooperazione Culturale Internazionale”.
Ricordando la partecipazione antica, dal 1952, e sempre nuova con la Biennale di Venezia, attraverso il consueto allestimento del Padiglione Egiziano, si dà nuovo slancio al Museo Egizio di Roma – attivo da circa 2 anni e ora visitabile con 10 euro o gratuitamente per gli studenti – sottolineando i più grandi reperti che conserva – 200 pezzi originali dal museo del Cairo e altri musei egiziani – da una statua del Re Chefren alla piccola bara di Tutankamon, dalla testa di Alessandro Magno al Papiro del Libro dei Morti, dalla mummia di una donna romana alla testa del Re Akhenaten. La Biblioteca, ricca di materiale di studio e consultazione per lavori di ricerca, sta lavorando per realizzare la parte on-line, in collaborazione con La Casa dei Libri e Documentari Egiziani e la Biblioteca di Alessandria, che conterrà anche il catalogo di un nuovo reparto audiovisivo, dalla musica egiziana e araba ai film documentaristici e narrativi. In programma anche l’organizzazione di competizioni per alunni delle scuole e studenti universitari. Ai bambini la direttrice riserva un’attenzione particolare – basti guardare il programma del mese di novembre – che prevede anche la creazione di una vera e propria Scuola di Egittologia, partendo da curiose lezioni sui gioielli delle mitiche regine egiziane, da Nefertiti ad Hatshepsut. In seguito ai lavori di ristrutturazione, hanno ritrovato vita anche la Sala Conferenza, il Cinema e il Teatro, tecnologicamente rinnovati, per ospitare concerti, convegni, dibattiti e proiezioni. In programma ogni mese un Salotto Musicale con esperti di musica araba, “uno spazio per conoscere la musica e cantare brani arabi originali”. Nella Galleria – “il luogo dove artisti egiziani e italiani – pittori, scultori, fotografi, artisti scenici e cinematografici – possono confrontarsi” e dove si ospitano annualmente i lavori egiziani che partecipano al Premio di Stato per la Creatività Artistica – è stata inaugurata la mostra L’Artista e il professore, che ha permesso l’incontro di giovani pitture dall’Accademia di Belle Arti di Roma e del Cairo.
“L’innovazione è il solo mezzo capace di far incontrare culture” afferma la direttrice, “proprio per questo l’Accademia delle Belle Arti d’Egitto di Roma rappresenta un’importante opportunità per i giovani artisti, eredi di un immenso bagaglio culturale, sia arabo che italiano. Il fine è proseguire il dialogo interculturale basandosi su questa passata esperienza di cooperazione artistica”. Rilanciata in questo modo, l’Accademia di Belle Arti d’Egitto, rivive una seconda volta dal 1966, hanno in cui l’artista Gamal Al Segeini omaggiò i due Paesi donando la statua di Ahmed Shawqi, il Principe dei Poeti, che domina la piccola piazza adiacente l’edificio: recita un verso di una sua poesia, Sosta in Roma, e contempla, e attesta che il regno dell’universo ha un supremo suo Re.
Alice Rinaldi (7 novembre 2012)