Speranza di libertà, la V edizione del Festival del cinema kurdo

Da giovedì 17 a domenica 20 gennaio torna nelle sale del cinema Aquila ‘Heviya Azadiye – Speranza di Libertà’, il Festival del Cinema Kurdo, organizzato dall’associazione Europa Levante con il contributo della Regione Lazio e della Provincia di Roma. Giunto alla sua V edizione il Festival propone venticinque proiezioni di lungometraggi, cortometraggi e documentari d’autore, alcuni in anteprima nazionale. Opere nelle quali s’intrecciano e collaborano dieci paesi: Iran, Iraq, Turchia, Francia, Germania, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Belgio e Svizzera.

I registi si formano nel paese d’origine, i finanziamenti ai film arrivano dalla Francia I registi, tutti curdi, provengono dalla Turchia, dal Kurdistan iracheno, dall’Iraq e dall’Iran, si sono formati nelle scuole cinematografiche del paese di provenienza e molti di loro hanno alle spalle percorsi giornalistici e pubblicazioni letterarie. “Ogni curdo ha un parente che è stato perseguitato, arrestato o ha ricevuto pressioni personali” spiega la direttrice artistica del Festival, Hevi Dilara, tale condizione diventa stimolo per investire nella formazione e nella voglia di fare cinema. “Sono felice che la reazione a tali soprusi sia quello di investire nel cinema come strumento pacifico di denuncia, e spero che possano essere esempio mondiale”. Inoltre quasi tutti gli autori vivono e lavorano attualmente nel loro paese, “hanno subito una dittatura ma hanno scelto di continuare la loro vita lì e di parlare al mondo attraverso il cinema. Per questo il Festival si rivolge agli italiani, per far conoscere la storia e la realtà quotidiana del popolo curdo. Molti problemi sono attuali, il governo iraniano giustizia ancora per motivi politici giovani curdi”. Ma per girare un film è necessario avere dei finanziamenti e in paesi esteri, primo tra tutti la Francia, gli autori curdi trovano case di produzione che accolgono con favore le loro proposte. oltre che dalla Francia si annoverano produzioni che arrivano dai territori del Kurdistan iracheno, della Turchia e della Germania.

Film che raccontano il passato, il presente e i diritti umani “Abbiamo raggiunto una certa notorietà e visionato molti lavori per la selezione al festival, spesso sono i film stessi che ci suggeriscono tematiche da affrontare,” il Festival infatti accosta alle proiezioni momenti di approfondimento e dibattito. “Non proponiamo del semplice cinema curdo, bensì film di qualità con tematiche importanti. Ad esempio per parlare di diritti umani abbiamo scelto la libertà di pensiero che un film come Prison Number 5 1980-84 racconta magistralmente.” Il film citato da Hevi Dilara è stato realizzato nel 2009 in Turchia con la regia di Çayan Demirel e sarà in proiezione al cinema Aquila domenica 20 gennaio. “In questa edizione abbiamo deciso di affrontare inoltre il tema del genocidio al quale dedicheremo la giornata di venerdì 18 e nel dibattito che seguirà le proiezioni avremo anche un ospite armeno”.

Infanzie negate, storie per fortuna in estinzione Le spose bambine e il matrimonio forzato è tema che s’inserisce nel consueto appuntamento con l’universo femminile. “L’anno scorso abbiamo approfondito la violenza fisica sulla donna, quest’anno vorremmo riflettere sul problema dell’infanzia negata. Il fenomeno fortunatamente è in via di estinzione, non ci sono paragoni rispetto alla situazione di venti anni fa”. È la Turchia il paese nel quale la regista Bingol Elmas ha condotto una ricerca approfondita, realizzando nel 2012 Giocando alla famiglia film documentario in proiezione al cinema Aquila sabato 19 .

Focus sul rapporto tra i rifugiati curdi e il sistema d’asilo italiano Ampio spazio viene dedicato quest’anno a un nuovo focus, quello del rapporto tra i richiedenti asilo di origine curda e il sistema italiano che si occupa dei rifugiati politici. “Quando negli anni 90 i primi curdi arrivarono in Italia non esisteva ancora un sistema organizzato per la richiesta d’asilo. Furono i curdi a rivendicare il diritto di essere riconosciuti come rifugiati, così come già accadeva negli altri paesi eurpei” sottolinea Hevi Dilara. “Sono stati proprio loro a stimolare la formazione di leggi e di un sistema organizzato per la richiesta d’asilo in Italia” e Riccardo Compagnucci del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, che interverrà nell’incontro di giovedì 17 ha partecipato direttamente a questo momento storico italiano.

Il festival sarà inaugurato il 14 gennaio presso il Teatro Valle Occupato alle 19.30 con la proiezione di Zare primo lungometraggio kurdo realizzato dal regista Amo Bek-Nazaryan in Armenia nel 1927. Tara Jaff, musicista e cantante riconosciuta a livello internazionale, accompagnerà con la sua arpa lo storico film muto che racconta di una coppia che lotta per vivere un amore felice, descrivendo così le condizioni di vita dei nomadi yezidi kurdi al confine con l’Unione Sovietica. La serata sarà presentata da Annamaria Esposito, giornalista di RaiNews e dagli interventi di Andrea Galletti nipote di Mirella Galletti, Hevi Dilara, direttrice del Festival, Arturo Salerni, presidente associazione Europa-Levante.

Il seminario sul cinema kurdo che si terrà il 16 gennaio alle 18 presso la Casa del cinema preparerà il pubblico a una maggiore comprensione delle produzioni artistiche presentate durante il festival; opere e autori che sono indissolubilmente legati alla difficile realtà storico-geografica. Interverranno il critico cinematografico Boris Sollazzo, il regista e direttore del Festival del cinema kurdo di Erbil, Adnan Osman, il cui ultimo lavoro Il triangolo della morte verrà proiettato al cinema Aquila durante le serate del Festival, Hevi Dilara direttrice artistica del Festival del cinema kurdo di Roma, Mizgin Mujde Arslan, regista di Io sono partito tu sei rimasta e Bingol Elmas autrice di Giocando alla famiglia, opere in proiezione il 19 gennaio al cinema Aquila, e ancora Zeynel Dogan, co-regista di La Voce di mio padre proiettato in chiusura dell’incontro alle 20.30 al quale seguirà un dibattito.

Da giovedì 17 a domenica 20 gennaio al cinema Aquila si svolgerà il festival vero e proprio che continuerà a proporre momenti di confronto con i registi e con gli argomenti affrontati dai film raggruppati per tematiche. Militi Rotti realizzato da Seyfettin Tokmak nel 2012 racconta la storia di Hakim e Faysal partiti da Mardin per Istanbul in cerca di lavoro per poi fuggire in Germania da un cugino. Diventati amici di due rifugiate bosniache Medina e la figlia Elma, si ritrovano soli con quest’ultima essendo la madre scomparsa mentre era alla ricerca di cure per Elma. “Attraverso la toccante storia di questi tre ragazzi ci si addentra ad esempio nel tema affrontato dalla tavola rotonda della prima giornata del Festival, quello del ruolo dei richiedenti asilo kurdi nell’evoluzione del sistema d’accoglienza in Italia”.

“Quest’articolato appuntamento con il cinema kurdo”, conclude Hevi Dilara, “ha l’obiettivo di far conoscere la cultura e la filosofia di vita millenaria del popolo curdo al pubblico italiano e rafforzare interculturalità tra i rifugiati e territorio nazionale”. La comunità curda non è numerosa in Italia “si parla di cinque sei mila persone,  un migliaio abita a Roma. E’ per questo che ci teniamo a sottolineare come questo festival sia una finestra per gli italiani su una parte di mondo e di storia che non vanno dimenticati.”

Festival Cinema Kurdo V edizione – Programma

M. Daniela Basile
(10 gennaio 2012)