Richieste d’asilo in calo: aumentano quelle per un piatto di pasta

dal Blog Sevir, notizie dal Centro Astalli
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Dimezzate le domande d’asilo in Italia: nel 2012 sono state 15.700, meno della metà dell’anno precedente. Il Centro Astalli, nella cui sede di Roma si rivolgono invece 21 mila persone, presenta il suo rapporto annuale.

Seppur le domande d’asilo siano diminuite, la richiesta di servizi non cambia trend e in alcuni casi addirittura è aumentata, ad esempio il numero dei pasti distribuiti dalla mensa è cresciuto, con una media di quattrocentoquaranta pasti al giorno.

“Coloro che hanno ottenuto il titolo di rifugiati fanno fatica a integrarsi. Il sistema di accoglienza è inadeguato, l’Emergenza Nord Africa poteva essere un’opportunità si è invece conclusa senza progettualità” denuncia Berardino Guarino direttore dei progetti del Centro Astalli durante la presentazione del Rapporto annuale 2013 tenutasi a Roma martedì 9 aprile.

Domiciliati al Centro Astalli Sale del dieci percento il numero di chi chiede di domiciliarsi presso il Centro Astalli, Laurens Jolles delegato Unhcr sottolinea che le garanzie finanziarie richieste agli stranieri per un contratto d’affitto a Roma sono praticamente impossibili. Significativo è l’aumento dei cittadini del Mali, numerose le persone provenienti dal Costa d’Avorio – tra i quali molti minorenni soli – e i curdi turchi. Come sempre, le donne sono in minoranza, il 10% sul totale. Al centro Astalli accanto alla possibilità di domiciliarsi per i documenti c’è il servizio di posta: nel 2012 sono state recapitate circa dodicimila lettere e 210 pacchi.

“Oltre alle richieste di domicilio” sottolinea nella sua analisi Laurens Jolles, “due segnali importanti sono l’aumento dell’afflusso alla mensa e che ad accedere ai servizi siano degli ex utenti. Hanno ottenuto lo status di rifugiato ma non sono inseriti nel tessuto sociale o con la crisi hanno perso quell’autonomia che si erano conquistati.” L’assenza di un iter strutturato per i titolari di asilo e protezione lascia che il problema permanga e si aggravi.

I pasti della mensa. La percentuale delle persone sotto i trent’anni che frequenta la mensa è del 70%. Superata per la prima volta la presenza degli afgani dagli avoriani, che oggi sono il 18% del totale. Pakistani e maliani sono più numerosi che in passato salendo rispettivamente al 12% e 7,8%. Nella mensa si rispetta il “prima le donne e i bambini” e il cibo non contempla la carne di maiale ne’ la presenza di bevande alcoliche, assecondando l’alta percentuale di musulmani. Il Banco Alimentare, che raccoglie e ridistribuisce le eccedenze di produzione, è prezioso collaboratore per la fornitura di pasta, latte e cibi a lunga conservazione.

“Ci sono diverse proposte di legge, da quella che chiede di riservare posti di lavoro ai rifugiati a quella che vorrebbe inserirli nella categoria dei lavoratori svantaggiati per le cooperative di tipo B. Spero che il prossimo governo abbia la forza politica e morale per intervenire fattivamente,” dichiara Laurens Jolles. “Papa Francesco mi ha telefonato, per un attimo ho pensato a uno scherzo, mi ha detto che aveva ricevuto il mio invito e di portare i suoi saluti ai rifugiati,” racconta padre La Manna dopo aver denunciato la guerra come strategia fallimentare e ringraziato i volontari, “465 persone, giovani, anziani, professionisti e studenti che rappresentano la risorsa più bella.”

M. Daniela Basile(11 aprile 2013)

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