Il Tempo Europa Cina: primo giornale cinese d’Italia

Il Tempo Europa Cina - Ou Hua Shi Bao
Il Tempo Europa Cina – Ou Hua Shi Bao. Primo giornale in lingua cinese d’Italia

Vocazione al servizio, impostazione glocal, sguardo vigile ai social network e un buon connubio tra informazione e intrattenimento. È questa la ricetta de Il Tempo Europa Cina – Ou Hua Shi Bao, bisettimanale nato nel 1996 per rispondere alle esigenze della comunità cinese presente in Italia. “A quel tempo internet non era ancora diffusa” spiega la direttrice Sarah M. Fang: “Così abbiamo pensato di creare un giornale che permettesse a chi arrivava qui e non conosceva la lingua di sapere cosa accadesse in Italia ed essere aggiornato sugli avvenimenti dalla Cina”.

L’informazione di servizio resta ancora oggi fondamentale per una comunità che più di altre si scontra con la barriera linguistica, a causa della differenza enorme che c’è tra l’italiano e il mandarino. “Questa apertura per esempio è dedicata al certificato HACCP, obbligatorio per tutti i lavoratori che operano in campo alimentare” racconta Fang indicando uno degli ultimi numeri “Nell’articolo spieghiamo ai nostri lettori che cos’è e a chi possono rivolgersi per fare il corso di formazione in lingua cinese”.

Anche l’attenzione all’economia assume una veste pratica e legata al quotidiano: dall’aumento delle aziende cinesi in Italia, 36.000 nel 2012, alla fluttuazione del mercato immobiliare in Cina, dai prezzi della giada in continuo rialzo al supermercato cinese di Padova che affronta la crisi puntando sul made in Italy.

Il Tempo Europa Cina - Ou Hua Shi Bao
Notizie dalle comunità cinesi, segnalazioni e contributi dai lettori

Il taglio è generalista, la copertura globale e locale al tempo stesso: le pagine dedicate alle comunità cinesi in Italia sono seguite dalle notizie dal mondo, il racconto dei principali avvenimenti in Cina, con uno speciale sulla nuova influenza aviaria H7N9, è intervallato dalle sezioni dedicate alle varie province, prima fra tutte quella dello Zhejiang “Dalla quale provengono la maggior parte dei cinesi che vivono qui”.

All’informazione militare è dedicata una pagina ad hoc: “In cui parliamo di quello che accade su questo fronte in Cina e nel mondo. I nostri lettori sono molto interessati all’argomento, soprattutto in relazione alla disputa con il Giappone per le isole Senkaku”. Nel numero che sta sfogliando l’attenzione è concentrata sulla Corea: “Può scoppiare la terza guerra mondiale? Per rispondere a questa domanda riportiamo le posizioni dei paesi coinvolti”.

We Chat
We Chat, applicazione social per cellulari che permette l’invio di messaggi vocali, video, foto e di testo

Spettacolo e sport, lifestyle e curiosità chiudono il giornale su toni leggeri: “Ad esempio abbiamo un focus dedicato alle donne incinte e alle neomamme, con consigli sull’alimentazione e sull’educazione dei bambini. ‘Il mondo è strano’ è una rubrica che ospita notizie bizzarre, come la moda che si sta diffondendo in Cina di inscenare falsi funerali per capire cosa si prova”. Non mancano spazi per gli annunci, suggerimenti degli esperti per risolvere le pene d’amore, guida ai programmi televisivi – cinesi naturalmente – vignette e giochi.

La diffusione si attesta sulle 6.000 copie: “La crescita si è arrestata negli ultimi anni e anche sul fronte pubblicitario le cose non vanno meglio, accusiamo anche noi i colpi della crisi”. La distribuzione è per abbonamento “I tempi di spedizione sono piuttosto lenti, ma in questo modo arriviamo direttamente nelle case e negli esercizi commerciali”. Oltre all’Italia Ou Hua Shi Bao è presente in Olanda, Spagna, Germania, Francia. La versione online è disponibile all’indirizzo www.ouhuaitaly.com.

Le notizie? Arrivano via social network. “La maggior parte delle informazioni proviene dal territorio: dagli studenti che scrivono volontariamente per il giornale e dai cittadini che segnalano avvenimenti tramite We Chat”. L’alternativa cinese a WhatsApp si trasforma così nel veicolo elettronico delle guanxi, le reti di relazioni che fanno della comunità cinese una delle più unite al mondo. “Io ho un gruppo di 500 amici e grazie alle informazioni che ricevono e rilanciano dai loro contatti mi arrivano notizie dall’Italia, dalla Cina, dall’America”. Il citizen journalism non è mai riuscito così bene.

Sandra Fratticci
(24 aprile 2013)

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