Mundialido 2013, bis della Romania

L'ingresso in campo delle due squadre
L’ingresso in campo delle due squadre

Ancora Romania, come un anno fa è la squadra di mister Beca a vincere la XV edizione del Mundialido, diventando così con cinque successi la compagine più titolata, davanti a Capo Verde fermo a quattro. Secondo back to back – come si dice in gergo – per Stemat e compagni, dopo quello 2000-2001, terzo trionfo negli ultimi quattro tornei, viene da chiedersi come fare a fermare una corazzata del genere. E dire che l’Ucraina, al debutto in una finale, nel primo tempo non aveva nemmeno demeritato, ma ha pagato un po’ di inesperienza e di stanchezza nella seconda frazione e il risultato non lascia appello: 3-0 con doppietta di Stemat e gol di capitan Gorga.

A precedere l’incontro sul sintetico dell’Atletico 2000, antipasto in attesa del piatto forte, l’amichevole tra una selezione di giocatori del Mundialido e la squadra messa in piedi dall’Unar – rete Near, composta dagli ospiti del centro di accoglienza, provenienti da tutto il mondo. Per la cronaca, 2-2 il risultato finale. Quindi le premiazioni, con la coppa Presidente della Repubblica per il fairplay all’esordiente Russia, mentre i riconoscimenti come miglior portiere e capocannoniere sono andate a quelli che sarebbero stati protagonisti di lì a poco, l’ucraino Gargaun ed il rumeno – sempre lui – Stemat.

Ma il pubblico freme per il calcio di inizio, c’è ottimismo da entrambe le parti, da un lato si punta sull’entusiasmo degli outsider, forti dei successi su squadre più quotate come Capo Verde ai quarti e Moldova in semifinale, dall’altro c’è l’esperienza dei campioni in carica. “Dai che stasera andiamo a festeggiare”, già pregusta un buon sabato sera uno dei sostenitori dei gialli di Beca, in barba alla scaramanzia. Ad ogni modo, grande rispetto fra le tifoserie, pur a stretto contatto, a partire dagli inni nazionali: ognuna ha ascoltato anche quello avversario col dovuto riguardo.

La cronaca L’inizio è al piccolo trotto, non fa particolarmente caldo ma è pur sempre la settima partita in un mese per dei non professionisti. L’Ucraina tiene meglio il campo e riesce a rendersi pericolosa in qualche occasione sull’asse d’attacco Yuriy Kalynych, a sinistra, e Istrati, punta di riferimento. Ma la superiorità tecnica e fisica, pur non netta, dei ragazzi in maglia blu non viene sfruttata ed è la Romania a sbloccare il derby dell’est con Stemat al 24’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Dopo 10’ proteste per un intervento dubbio sullo stesso Stemat, anticipato mentre stava per depositare in rete il pallone del 2-0, ma per l’arbitro Malito si può giocare. Primo tempo che si chiude con la Romania sull’1-0 e i tifosi che intonano il coro “campioni”, in parte per ricordare chi lo è in carica, in parte per spingere i beniamini a bissare quanto accaduto nel 2012.

Nel secondo tempo le squadre si allungano e le principali occasioni capitano in contropiede. Cinque primi sul cronometro e Istrati viene bloccato dall’uscita tempestiva di Marcu. È praticamente l’ultimo squillo dell’Ucraina, apparsa in deficit di ossigeno e forse demotivata dal 2-0 di Stemat a metà ripresa, liberato a centro area dall’ottima azione di Palade. La partita è ormai incanalata, rumeni che controllano bene in difesa, anche con qualche intervento duro quando necessario, per poi ripartire con azioni di rimessa. A dieci dalla fine il sigillo, Stemat tenta lo sfondamento centrale, viene chiuso dai centrali in affanno ma il pallone finisce a Gorga, che da solo non può fallire il 3-0.

La Romania si conferma squadra solida, concreta, non spettacolare ma velenosa soprattutto grazie all’estro di Stemat, sempre più uomo simbolo da qualche anno a questa parte. L’Ucraina può invece aver posto le basi per una crescita importante, le doti non mancano e la formazione è giovane: metà dell’undici titolare è sotto i 23 anni, su tutti l’interessante punta Istrati, classe 1993. Grande prova anche dei tifosi, che fino al fischio finale hanno cercato di superare in intensità i cori degli avversari, nonostante il 3-0 non lasciasse ormai margini di rimonta. Dall’altra parte si è avverata la previsione del pre-partita e ora sì, si può dire ufficialmente, “stasera andiamo a festeggiare”.

Gabriele Santoro
(30 giugno 2013)

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