“Ramadan è condivisione tra i popoli”

Ramadan alla grande Moschea
Il ramadan alla Grande Moschea – foto di Vittoria Mannu

Cos’è il Ramadan. Il Ramadan è il nono mese dell’anno lunare musulmano. Secondo una prescrizione coranica stabilisce che in questo mese, nel quale avvenne la prima rivelazione, i musulmani debbano quotidianamente osservare, dall’aurora al tramonto, l’astinenza totale da cibi e bevande e dai rapporti sessuali. Le notti sono dedicate a pratiche devozionali e a festeggiamenti. La festività del piccolo bairam (in arabo al-‛īd aṣ-ṣaghīr “la festa piccola” o ‛īd al-fiṭr “la festa della rottura del digiuno”), ricorrente nel primo giorno di shawwāl, decimo mese dell’anno lunare musulmano, segna la fine del Ramadan”, questa la definizione fornita dall’enciclopedia Treccani circa uno dei cinque pilastri della religiosa islamica, che quest’anno occorre in estate.

la grande moschea di roma
La Grande Moschea di Roma – foto di Vittoria Mannu

Programmi per il Ramadan 2013. “Dobbiamo ancora aspettare lunedì per sapere dalla luna se in effetti il Ramadan avrà inizio con martedì 9 luglio e si concluderà entro la seconda settimana di Agosto” afferma Aziz Darif, del Centro culturale islamico d’Italia. Durante questo mese la Grande Moschea in Via della Moschea 85 a Roma, sarà aperta tutti i giorni e l’ultima preghiera avrà luogo alle 22.30, “l’apertura fino a mezzanotte sarà un’ulteriore occasione di raccoglimento. Verso le 17.20 invece avrà luogo la prima preghiera del pomeriggio e nell’attesa promuoveremo corsi di diverso genere, per incentivare la conoscenza delle tradizioni legate a questo mese di digiuno, affinché i credenti conoscano ancora meglio il proprio culto. È un’iniziativa promossa dalle moschee di tutto il mondo”. In questo modo la grande moschea diventerà anche luogo di studio e confronto ed infatti, “oltre al nostro Imam ne arriveranno anche altri anche dall’estero per supportarlo nelle preghiere e nelle ritualità previste”.

La rottura dell’iftarogni giorno al tramonto, costituisce un momento di convivialità ed un’opportunità per poter mangiare i piatti tipici del proprio paese “il Ramadan è un mese di purificazione e di fratellanza. Il digiuno è sia dal cibo che dai rancori e dalla rabbia, una sorta di liberazione dalle cose cattive”. Sostenere la difficoltà del Ramadan è possibile grazie ad una forte motivazione religiosa, “digiunare e lavorare è la parte più ardua, ma siamo animati da una forte intenzione”. Numerose sono le comunità presenti presso la moschea durante tutto il mese di Ramadan, che è trasversale e capillare, “ci sono sia giovani che adulti e molti di loro sono uomini, suppongo perché le donne lavorano in casa ed a quell’ora non possono lasciare le famiglie delle quali sono responsabili.”

Il ramadan alla Grande Moschea di Roma
Il ramadan alla Grande Moschea di Roma – foto di Vittoria Mannu

Giovani, Islam e fratellanza. Tale rapporto è particolarmente forte poiché è uno dei fondamenti della cultura islamica di appartenenza “quest’anno anche mio figlio di dodici anni ha iniziato a fare una parte del digiuno e lo fa con orgoglio, lo fa sentire parte della comunità religiosa.” Aziz racconta infine di una grande tolleranza e comprensione nei confronti dei musulmani che praticano il Ramadan e questo gli fa ben sperare, perché “tale comprensione ci aiuta a rispettare l’iftar, e d’altronde il digiuno è una tradizione trasversale, poiché unisce tutte e tre le regioni  monoteiste, islamica, cattolica ed ebraica.” Ed è così che nella mancanza, intesa come purificazione, si riscoprono, ancora una volta, radici comuni.

Piera Francesca Mastantuono

(3 Luglio 2013)

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