Certificati medici a confronto: il secondo accertamento dell’età dei ragazzi del Bangladesh

Da rintegrare nelle strutture di accoglienza e non più da espellere. Sta facendo parlare il caso dei due ragazzi bengalesi che, sottoposti al secondo accertamento dell’età dal Comune di Roma e dalla Questura, hanno visto pronunciarsi a loro favore due ordinanze del Tar Lazio – febbraio 2014 – e a fine marzo il Giudice di Pace di Roma, che ha riconosciuto l’impossibilità di stabilire con certezza l’età dei due ragazzi, annullando l’espulsione che pendeva su di loro. Sentenze che fanno ben sperare anche altre centinaia di ragazzi bengalesi che, iniziato un percorso di inserimento nella società italiana – perché dichiarati minorenni – erano stati chiamati ad un nuovo accertamento. Pratica che risulta in uso solo nella capitale italiana.

Avevamo seguito con un’inchiesta il caso del doppio accertamento dell’età, parlando prima con un ragazzo bengalese, costretto a nascondersi per non essere espulso, poi avevamo messo a confronto due certificati redatti a seguito di due distinti accertamenti dell’età: uno ci mostrava come dovevano essere fatti gli accertamenti; l’altro come venivano effettuati all’ospedale militare Celio, dove sono stati fatti tutti i secondi accertamenti dell’età dei minori bengalesi, presenti sul territorio romano.
E proprio gli accertamenti sono al centro delle sentenze. Ecco cosa riporta il comunicato di ASGI e Yo Migro – del 28 marzo – che hanno avviato azioni legali per tutelare i minori: dapprima citano la sentenza “gli accertamenti in ordine all’età effettiva […] non possono dare assoluta certezza in ordine al dato controverso”, poi dichiarano “va pertanto applicato il principio del favor minoris, riconoscendo che in caso di dubbio sull’età la persona va sempre considerata come minore nel rispetto del superiore interesse del fanciullo (Conv. New York, 1989)”.

Certificati medici a confronto - quello del Celio
Certificati medici a confronto – quello del Celio

E’ ancora forte la protesta degli immigrati del Bangladesh, che a Roma vengono sottoposti ad un secondo accertamento dell’età. Il primo accertamento – che li identifica come minori – viene smentito dal successivo – redatto all’ospedale militare Celio, che li consegna ad un futuro di clandestinità.

A dicembre avevamo incontrato Ankur e altri ragazzi, raccogliendo la denuncia di chi, come loro – per effetto della minore età – si sente in diritto di iniziare un percorso regolare in virtù , della legge, secondo cui le persone straniere minori di età non possono essere espulse dal territorio italiano. In attesa di ascoltare la voce delle istituzioni sulle ragioni di questa pratica – vigente solo a Roma – chiediamo il parere di Carlo Bracci, su come si effettua l’accertamento dell’età. Bracci è medico legale per l’associazione Medici contro la Tortura per la quale opera dal 1996 e di cui è stato Presidente. Confrontiamo due certificati medici. Il primo rappresenta “come dovrebbe essere svolto un accertamento dell’età” – secondo Bracci – mentre il secondo è un documento in esclusiva, un certificato del Celio, fornitoci dall’avvocato Salvatore Fachile, che sta seguendo molti ricorsi dei ragazzi bengalesi per conto dell’ASGI.

Il primo dei due certificati medici è stato redatto da Carlo Bracci su richiesta dell’associazione Save the Children. Non riguarda uno degli immigrati del Bangladesh a Roma, ma  un ragazzo afgano. “La visita deve essere preceduta da un colloquio in cui viene acquisito il consenso informato del giovane – ci racconta Bracci – di cui si deve determinare l’età e in cui si raccolgono alcuni dati su condizioni e malattie che possono influenzare lo sviluppo, alimentazione ed eventuali lavori pesanti svolti nel paese di origine. Questo momento richiede nella maggior parte dei casi l’intervento di un interprete. Particolare attenzione è rivolta agli elementi che indicano il livello dello sviluppo: dentizione, sviluppo pilifero e dei genitali“. Sono questi tre parametri che, attraverso tabelle e studi, forniscono indicazioni sulla presunta età. Per fare un esempio “L’esame della dentizione valuta la fuoriuscita dei terzi molari (i “denti del giudizio”), che è completa dopo i 18 anni”. E’ scientificamente provato che nessun accertamento medico può dare una definizione esatta dell’età della persona. Gli esami possono determinare un ambito temporale in cui può collocarsi l’età della persona esaminata.

Carlo Bracci, medico legale
Carlo Bracci, medico legale

“In molti casi si utilizza la determinazione dell’età scheletrica lo studio radiologico dei nuclei di ossificazione del polso e della mano sinistra, valutati sulla base di un atlante in cui sono riportati i radiogrammi tipici delle diverse età”. Bracci fa riferimento all’atlante Greulich WW e Pyle SI, del 1959 che utilizza radiografie rilevate negli anni ‘30 in bambini ed adolescenti statunitensi di origine nord europee. “L’applicazione di tale metodica in soggetti di diversa provenienza può comportare margini di errore di un certo rilievo in quanto l’accrescimento è diverso nelle diverse etnie: è noto ad esempio che la maturazione sessuale è più precoce nelle bambine del sud Europa che in quelle del nord Europa; ancora più precoce è in molte popolazioni dell’Africa. Per contro lo sviluppo è anche influenzato dalle condizioni di vita ed in particolare dall’alimentazione, in quanto le carenze proteiche e vitaminiche ritardano lo sviluppo”.

Con il secondo dei certificati medici sotto mano, quello del Celio, mano Carlo Bracci ci indica quelli che sono i suoi dubbi. Il certificato riguarda uno degli oltre cento immigrati del Bangladesh sottopoti a secondo accertamento. “Attenendomi strettamente a questo documento, posso rilevare che non è riportata la presenza dell’interprete o la buona conoscenza di una lingua veicolare da parte del ragazzo (ad es inglese). Non c’è riferimento al consenso informato alla visita e all’esame radiologico. Non è descritto lo sviluppo pilifero. Non è esaustiva la descrizione legata al parametro dei genitali. L’età scheletrica è valutata a circa 19 anni, senza indicazione della fascia di variabilità. Il giudizio definitivo di maggior età ripete la diagnosi radiologica senza indicare anche qui la fascia di variabilità come richiesto dal Consiglio Superiore della Sanità”.

Fabio Bellumore
(16 gennaio 2014)

Leggi anche la prima parte:
Minori bengalesi. Il caso del secondo accertamento dell’età