Rendez vous, il cinema francese riscrive la realtà

L'image manquante
L’image manquante

“Inseguito da anni”, alla quarta edizione Rendez Vous ce l’ha fatta ad acchiappare Michel Gondry, che sarà ospite alla Casa del Cinema con un incontro con il pubblico l’11 aprile. Star di punta, nella tappa romana di un festival itinerante, che presenterà il suo ultimo film dal titolo Is the man who is tall happy? An animated conversation with Noam Chomsky, appena presentato a Berlino.

Professore del MIT, libero pensatore e padre della linguistica moderna, Gondry entra nella testa di Chomsky, attraverso illustrazioni, tecniche d’animazione e riprese in 16mm, per un dialogo intimo e filosofico, tra parole e disegni, che indaga il bisogno umano di soddisfare l’eterna e infantile domanda di felicità”.

Rendez Vous quest’anno si occupa anche di arte e fotografia, lungo 6 città: Roma sempre in apertura dal 2 al 6 aprile,  e poi Napoli con Guillaume Brac e il nuovo cinema francese (7 aprile), Bologna la sosta più lunga per l’omaggio a Resnais e la proiezione di 11 film di Tavernier (10 aprile – 11 maggio), Gondry di nuovo a Palermo (12 e 13 aprile), infine Torino (15 – 17 aprile) e Milano (7 – 10 maggio).

A Roma gli spazi sono divisi tra la proiezione del film di apertura, i retroscena della vita diplomatica in Quai d’orsay di Bertrand Tavernier (ancora senza distribuzione!) con Julie Gayet, a proposito di retroscena (il 2 aprile al Quattro Fontane), “la prima commedia di un regista malinconico”; gli incontri con gli ospiti (alla Casa del Cinema); i giovanissimi (a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia, 6 Cineasti del presente, tra cui la franco-senegalese Dyana Gaye che incontrerà il pubblico dopo la proiezione di Des Etoiles); infine un evento speciale al Maxxi con Visioni tra cinema e fotografia in Francia e in Italia: La posa e il movimento, curato da Bruno Di Marino (il 12 e 13 aprile).

40 titoli, per lo più in anteprima: “l’anno scorso i film erano caratterizzati da una forte presa sulla realtà”, dice la direttrice artistica Vanessa Tonnini, “stavolta il filo conduttore è un’idea di incantamento, una sorta di riscrittura fantastica e plausibile del mondo”. I racconti passano davanti alla forma, i generi si mescolano.

Anteprime e novità. La prima grande anteprima riguarderà l’ultima opera di Alain Resnais, scomparso un mese fa, una commedia degli equivoci dal titolo Aimer, boire et chanter, “un inno alla saggezza e al cinema libero”. Dopo il pluripremiato Séraphine, Martin Provost presenta in anteprima Violette, biopic letterario dedicato alla tormentata scrittrice Violette Leduc che nel dopoguerra parigino incontrò la sua musa Simone de Beauvoir. “Tra le due nacque un’intensa relazione, basata sulla ricerca da parte di Violette della libertà attraverso la scrittura e sulla convinzione di Simone di avere tra le mani il destino di una straordinaria autrice”.

“Se il cinema francese è anche cinemondo”. Tra gli ospiti il regista franco-ciadiano Mahamat-Saleh Haroun, già premiato a Venezia e Cannes, con il suo ultimo film Grigris, una favola, venata di thriller, che racconta l’Africa, nella sua luce incantata e crudele”. E Rithy Panh che ha affrontato il genocidio cambogiano degli anni ‘70, esplorando le contraddizioni dei ruoli svolti dall’esercito vietnamita e le democrazie europee. L’image manquante (in uscita in Italia!), primo film cambogiano candidato all’Oscar e premiato a Cannes nel 2013, “è l’evocazione sobria ed emozionante di un’infanzia e una famiglia distrutta dai Khmer Rossi”, ed ha vinto il premio Resetdoc 2014. Per il secondo anno l’Associazione culturale internazionale Reset-Dialogues on Civilizations (www.resetdoc.org), collabora con il festival assegnando un premio speciale all’autore capace di raccontare un mondo plurale, rinnovando concetti come l’identità, la cittadinanza e il dissenso.

Manca solo il Focus sul cinema al femminile attraverso due registe: Fabienne Godet, “regista sociologa che sperimenta un nuovo modo di fare cinema” con Une place sur la terre e Diane Kurys con Pour une femme, ultimo capitolo della sua autobiografia familiare. La regista terrà un incontro il 4 aprile sul cinema come autobiografia personale.

L’attesa commedia alla francese con Eyjafjallajokull – Tutta colpa del vulcano di Alexandre Coffre, dai produttori di Quasi amici, una storia “antiromantica e popolare, a metà tra il road movie e il film d’avventura”.

Infine, per i bambini il delizioso cinema di animazione con Tante Hilda!, la nuova favola ecologica di Jacques-Rémy Girerd e Benoit Chieux secondo lo stile tradizionale, e Minuscule – La vallée des fourmis perdues di Hélèn Giraud e Thomas Szabo, campione d’incassi in Francia, il racconto 3D dal celebre cartone di successo, la storia dell’avventurosa amicizia tra una formica e una coccinella; infine Jack et la mécanique du coeur, favola romantica e dark rock prodotta da Luc Besson, e firmata da Stéphane Berla e Mathias Malzieu, scrittore, cantante e chitarrista dei Dionysos, uno dei gruppi rock francesi più popolari.

Alice Rinaldi
(2 aprile 2014)

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