Nascerà a Roma una casa delle Culture?

Biblioteca senato

“La prima cosa che ho pensato quando ho sentito di questa idea è stata: perché non è stato ancora fatto?”. A parlare è Andrea Valeri, Assessore alle politiche culturali e al Turismo del Municipio I, e promotore dell’iniziativa che più di tutti potrebbe dare una svolta all’incontro e alla sinergia delle culture nella Capitale: l’Officina delle Culture. Il progetto, presentato al pubblico il 13 maggio nella cornice della Biblioteca del Senato di Piazza della Minerva, è ambizioso: dare finalmente una casa alle culture di Roma.

Di Case tematiche la capitale ne conosce molte: la Casa dell’Architettura, quella del Jazz, quella Internazionale delle Donne e quella della Memoria, solo per citarne alcune. Il fatto che in una città che da vent’anni si confronta con l’immigrazione manchi uno spazio dedicato al tema, è una mancanza che in molti sentono, e cui si cercherà nei prossimi mesi di dare una risposta: “A Roma ci sono tanti incontri, e di livello” spiega Valeri, ricordando che in altre capitali europee, come Parigi, questi meeting si tengono in una cornice istituzionale che va sotto il nome di Maison des cultures du monde. Londra non è da meno, sostiene il documentarista Saverio Paoletta, che proprio lì ha avuto la sua formazione professionale. “Rispetto a Londra, Roma manca di rigoglio culturale ed opposizioni, le stesse che nella capitale inglese nascono da gay, immigrati e dalla working class. Dobbiamo dare voce a queste realtà: la nuova casa dovrà esser un luogo di perdizione, non di rafforzamento dell’identità”, conclude.

Proprio la necessità di ritrovarsi in uno spazio comune, anche se non fisico, ha dato vita a Roma Multietnica, piattaforma web gestita dal Servizio Intercultura delle Biblioteche di Roma Capitale, che raccoglie notizie, informazioni di servizio ed eventi da e per il mondo migrante. Il sito, che già da anni svolge le funzioni di “Officina delle culture” telematica, è coordinato da Gabriella Sanna: “ogni giorno veniamo investiti da moltissime richieste di spazi per proiezioni, esposizioni, eventi teatrali, presentazioni di libri…e ne possiamo soddisfare solo un 10%. Avere a disposizione un luogo in cui realizzare tutto questo è un sogno al quale molte associazioni e enti impegnati con i migranti pensano da anni. E’ necessario valorizzare i progetti  esistenti a partire proprio da Roma Multietnica e confrontarsi sulle diverse proposte in un ampio tavolo in cui oltre al Municipio I ci sia il Comune di Roma e le tante associazioni attive nel settore”.

Sulla stessa linea Gianguido Palumbo, che con l’Associazione Mondita a giugno 2013 aveva avanzato la proposta della creazione dei Cantieri dell’Interazione per una Casa del Mondo a Roma, controfirmata da otto associazioni, di cui due di cittadini stranieri Un sogno da non ignorare: “i migranti di oggi sono i perfetti mediatori culturali”, ricorda Alessandro Triulzi, che pone l’accento anche sulla presenza sempre più forte, nel nostro paese, di un tipo di “letteratura migrante” che inizia ad essere studiata nel mondo ed ammirata dai nostri vicini europei. Nascono da qui premi letterari come il Concorso nazionale Lingua Madre, che annovera tra le vincitrici anche Enisa Bukvic e Cristina Ali Farah, presenti in sala insieme ad Igiaba Scego, giornalista impegnata sul tema dell’intercultura e autrice de La mia casa è dove sono. La casa di molti migranti è in effetti l’Italia in cui sono cresciuti e vivono. Per usare le parole di Michela Becchis, promotrice dell’evento insieme a Valeri, “sono circa vent’anni che in questa città le culture si incontrano e fanno cose insieme, sempre in modo clandestino. C’è un riconoscimento quotidiano, fra le culture, che sta avvenendo all’interno di un’ombra non più tollerabile”.

Uno spazio fisico dove le diverse culture possano esprimersi nasce proprio per questo: puntare i riflettori su ciò che avviene in quel cono d’ombra e dargli finalmente la luce che merita.

 

Veronica Adriani

(15 maggio 2014)

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