
Si chiama Paper Please ed è un gioco prodotto da Lucas Pope in cui il giocatore è un poliziotto di frontiera di un paese soggetto a dittatura che deve concedere o rifiutare il visto ai migranti che cercano di entrare sulla base degli ordini che riceve dai superiori. È un esempio di serius game, equivalente ludico del docufilm, che cerca di sensibilizzare su tematiche sociali.
Ne parla il nuovo numero di Insight, il magazine realizzato dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Roma, che dedica un focus al gioco, analizzato attraverso mille interessanti sfaccettature. L’importanza dell’attività ludica nell’antichità e le nuove tendenze come lo urban game e il news game. Le riflessioni degli studiosi che hanno analizzato le dinamiche e i significati del gioco. Il rapporto tra gioco e arte come forme di creatività, capaci di generare nuove forme di pensiero. Gioco metafora di vita quotidiana, gioco e psicologia, videogiochi filosofici. E naturalmente game design a 360°: dalla ideazione ai software, dall’industria alla produzione indipendente, dai cambiamenti in atto alle figure coinvolte, alle prospettive di lavoro. Il museo del gioco a Roma, i prototipi di gioco e i giochi da provare, i libri-feticci nati attraverso giochi di contaminazione e sperimentazione.
Il tutto attraverso contributi di esperti del settore e illustrazioni mozzafiato a cura degli studenti dell’Accademia. E soprattutto con uno spirito di ricerca che come spiega Enrico Pusceddu, coordinatore della Scuola di progettazione artistica per l’impresa dell’Accademia delle Belle Arti di Roma e ideatore del magazine, vuole riportare il gioco alla sua funzione originaria: “Mettere insieme le persone, farle conoscere e relazionare, riunirle in un’interattiva circolazione di senso, ascolto, sguardo, esperienza individuale e collettiva.
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