L’olio di Argan come occasione d’emancipazione per le donne

DSC_0030“Il Mediterraneo che c’è tra noi” è il tema dell’incontro di lunedì 13 ottobre presso la sede del Cesv-Focus, Casa dei diritti sociali. L’occasione è data dall’arrivo di un gruppo di donne (e un uomo) in marcia dal sud del Marocco verso Terra Madre a Torino. “Sono arrivati sabato e gireranno l’Italia allo scopo di raccontare il loro progetto di radicamento sul territorio e per far conoscere i prodotti d’eccellenza della loro terra” evidenzia Giulio Russo, di Focus, Casa dei diritti sociali. Questo viaggio è diventato presto un’opportunità d’incontro dato che, la carovana è accompagnata anche dai migranti marocchini che dall’Italia li hanno sostenuti. “Abbiamo deciso di riprenderci la nostra dignità attraverso il lavoro ed abbiamo capito che la migrazione poteva diventare un’occasione d’emancipazione” così Rafia Mohammed Boukhbiza, dell’Associazione Sopra i Ponti di Bologna “grazie al nostro lavoro siamo diventi un modello per i nostri villaggi d’origine, in Marocco. Con il viaggio abbiamo scelto di globalizzare la resistenza”.

Bouchra Rizki, cooperativa As-Salam (Forum Zguid), Amina Chalghami e Lahcen Houch, della cooperativa Spinosa (Aglou) agiscono nella medesima direzione: valorizzare il lavoro delle donne, producendo tappeti, cous cous, olio d’argan, ad uso alimentare e cosmetico, e nel viaggio portano i prodotti con sé, in grandi valigie. In particolare è sull’argan che si concentra gran parte della loro attenzione produttiva “l’albero d’argan può infatti sopravvivere nella siccità grazie alle sue radici profonde”. Allo stesso tempo, si tratta di un prodotto molto prezioso “per un litro di olio d’Argan ci vogliono circa 50 kg di frutta”.

In questo progetto un ruolo non meno importante è svolto dalla scolarizzazione, come ribadito da Jamila Amzil , cooperativa Afourer, in merito all’importanza di sostenere le competenze della donna rurale “lavorare la terra, produrre, essere parte di un meccanismo produttivo serve soprattutto ad affrancarle” anche per questo hanno scelto di promuovere corsi di alfabetizzazione, che si ritrovano in maniera trasversale in tutte le associazioni incontrate. Imparare a leggere, scrivere e fare i conti rientra fra le competenze di un progetto di sviluppo umano voluto dal re del Marocco. “In particolare si tratta di corsi per l’apprendimento dell’arabo, in un territorio nel quale si parla prevalentemente berbero e l’istruzione è poco presente” così Mounia El Fasi, Associazione Donne di qua e di là di Parma.

Quest’autonomia gestionale della donna diventa quindi, in un meccanismo virtuoso, anche economico. Questo binomio fa sì che le donne trasmettano ai propri figli il medesimo approccio alla vita, a partire dall’istruzione, che per le nuove generazioni diventerà auspicabilmente, un punto di partenza imprescindibile. La conoscenza delle tradizioni e dei metodi di coltivazione di prodotti antichi è legato a doppio filo all’alfabetizzazione, anche per rendere le donne stesse in grado di andare al mercato e vendere i loro prodotti, con orgoglio.

 Piera Francesca Mastantuono

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