I migranti musulmani a Roma e la festa del sacrificio

Grande moschea Roma Id al adha
Fedeli musulmani celebrano la festa del sacrificio alla Grande moschea di Roma

“Fin dalla mattina si respira il clima di festa” afferma Karima, marocchina emigrata in Italia da ormai 20 anni, commentando la giornata del 24 settembre di questo anno.L’eid-al-adha o festa del sacrificio è la festività più importante dell’anno per i musulmani. Il sacrificio rinnova la fedeltà del popolo a Dio, quel Dio per cui Abramo, con obbedienza totale, era pronto a sacrificare il suo stesso figlio.

La giornata tipo in Marocco trascorre all’insegna della compagnia dei familiari, del cibo in abbondanza e ovviamente del sacrificio.Tutti si sintonizzano con la tv nazionale e attendono che il Re sacrifichi il primo agnello della giornata, dopodiché potranno sacrificare i propri. Ogni famiglia, in base alle sue possibilità economiche, compra uno o due agnelli e segue con ordine una procedura ricorrente: il giorno della festa si mangiano le interiora e una spalla dell’agnello, l’altra viene donata in beneficenza ai più bisognosi.Le donne, dopo la preghiera del mattino colorano i capelli con l’hennè per poi coprire il capo con un foulard bianco. Il mattino seguente la colazione è a base di testa e piedi di agnello, mentre nel corso della giornata verranno mangiate le altre parti dell’animale.

Per i migranti musulmani a Roma il principale luogo di incontro è la Grande moschea, che in occasione dell’eid-al-adha si riempie di fedeli di ogni provenienza, che qui hanno la possibilità di ritrovare, almeno in parte, l’atmosfera del paese di origine.I meno fortunati trascorrono la festa del sacrificio nell’abitudine e nella fatica lavorativa. È il caso di Hassan, che porta avanti la sua macelleria in un zona periferica di Roma e non può permettersi il lusso di non lavorare in un giorno come questo.“Il mio negozio è piccolo, ma il lavoro è tanto. La gente ordina l’agnello a pezzi e già pulito da settimane prima”, infatti, anche se qui a Roma molti musulmani mantengono la tradizione e sgozzano un agnello acquistato nelle fattorie, molti altri preferiscono la comodità di un macellaio fidato.Hassan è nostalgico, come tutti i migranti, della propria casa di origine in giorni come questi, ma sa che potrà festeggiare a cena con la sua famiglia, stanco ma contento della giornata lavorativa ottima.

Foto di Stefano Romano

Jalila Dobere

(1 ottobre 2015)

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