NOT IN MY NAME – musulmani in piazza contro il terrorismo

#NotInMyName - musulmani in piazza contro il terrorismoIn Piazza Sant’Apostoli il 21 novembre non ci sono solo religiosi di ogni credo, politici, bandiere, striscioni, televisioni, fotografi e forze dell’ordine, ma soprattutto volti, tanti volti, bagnati dalla pioggia intermittente, che sembra quasi voler partecipare anche lei, per lavare via gli eventi della settimana appena trascorsa. Eppure il diluvio non ferma i tanti fedeli accorsi in piazza per gridare il loro secco “no” al terrorismo e all’associazione che di questo si fa con l’Islam: a Roma migliaia di partecipanti e una piazza gremita. Tante le nazionalità: marocchini, senegalesi, pakistani, tunisini. E, ovviamente, italiani.

Not in my name unisce tre città, Roma, Milano e Genova, sotto il cappello dell’Ucoii – Unione delle Comunità Islamiche Italiane. Un grido di vergogna per i fatti compiuti in nome di una religione di pace, e uno di orgoglio per la propria identità: “Il terrorismo non può continuare a colpire ovunque in nome dei musulmani”. Abdullah Redouane, segretario del Centro Islamico della Grande Moschea di Roma non usa mezzi termini: il rifiuto di ogni associazione fra l’Islam e la violenza è netto. Sono tanti i musulmani in piazza, tanti i non musulmani accorsi a manifestare solidarietà. Tutti, senza distinzione di fede, uniti nell’essere parte dello stesso paese.

E, più che negli striscioni, è nei volti dei partecipanti che la sfida per il futuro si fa più chiara: esserci ed essere capaci di fare insieme la stessa strada. Una sfida complessa, ma necessaria.

Guarda la galleria fotografica completa in alta risoluzione su Flickr

Testi di Giuseppe Marsoner
Foto di Stefano Romano e Giuseppe Marsoner
(26 novembre 2015)

Leggi anche: