La storia di Stephanet: sconfiggere gli stereotipi attraverso la musica

Senza titoloStephane è nato in Madagascar, ha 25 anni e vive a Roma da sedici. Gli piace l’hip hop ma anche Lucio Battisti e segue con fervore le notizie sull’economia mondiale. Racconta di una vita normale intervallata da pugni nello stomaco, una metafora per descrivere gli stereotipi da cui talvolta è costretto a scansarsi.

A 19 anni, dopo essersi diplomato con 65 su 100, è andato a chiedere informazioni nelle diverse facoltà universitarie sul percorso più adatto alle sue attitudini. “Una volta, mi hanno chiesto se avessi gravi problemi economici che potessero ostacolare il mio percorso formativo perché l’università avrebbe potuto aiutarmi in quel senso. Mi sono sentito nudo, non mi aspettavo una domanda del genere, tant’è vero che sono rimasto in silenzio”.  Stephane in quel momento non ha capito il motivo di quella domanda. E’ in Italia da quando aveva 8 anni e si sente italiano, non saprebbe come potrebbe essere altrimenti “in questi momenti mi fanno sentire diverso, anche se normalmente non mi ci sento”.

Come se non bastasse, si è trovato a discutere con un professore che sosteneva che coloro che vanno via dal proprio paese trovano difficoltà ad avere un percorso educativo e di vita sereno “continuava a dirmi che, questo cambio di vita ormai mi avesse segnato per sempre, che avrei sempre avuto problemi di adattamento e di identità”. Sono affermazioni che, come racconta Stephane, hanno fatto affiorare in lui paure e angosce che sino a quel momento non gli erano appartenute. In seguito ha lasciato perdere la strada degli studi per iniziare a cercare lavoro così da rendersi indipendente. “In quel periodo è come se mi fossi arreso a quella gabbia in cui mi cui gli altri mi avevano imprigionato”.

Oggi, appena venticinquenne, è riuscito ad aprire uno studio musicale e lavora con molti giovani, italiani e non, aiutandoli a realizzare i propri sogni “la musica non ha confini, anzi spezza ogni tipo di catena e ci unisce tutti, valicando ogni pregiudizio. Mi ritengo fortunato, se non fossi venuto in Italia non avrei avuto questa bellissima opportunità” conclude Stephane, sfoggiando finalmente un grande sorriso.

Manuella Rasamizanany

(14 marzo 2015)