Acest articol este disponibil și în limba românăReportage di Samantha Malandrucco e Marzia Marino per il workshop Raccontare L’intercultura
Quante case deve accudire una madre? Qualcuno risponderebbe “Dieci”. Quanto costa pagarne una? Qualcuno risponderebbe “Andrej”.
Orfani bianchi sono i bambini rimasti soli al paese d’origine mentre le mamme si sono trasferite lontano per lavorare: In Romania nel 2009 la Fondazione Albero della vita ne stimava 350.000. Crescono con nonni e zii mentre le loro madri tengono in piedi i nostri sistemi di welfare: secondo un’indagine realizzata dal Censis e dall’Ismu per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’Italia nel 2012 contava 1 milione 655 mila collaboratori domestici: sette su dieci erano stranieri e otto su dieci erano donne.
Venticinque anni di rate mensili, del valore di tre stipendi medi nazionali ciascuna, per una madre single possono significare due cose: perdere la casa o emigrare. Geanina nel 2011 sceglie la seconda: “Dopo essermi separata da mio marito non avevo altra scelta, dovevo pagare il mutuo della casa”. Suo figlio Andrej, che al tempo aveva 10 anni, resta in Romania con la nonna: “Vorrei portarlo qui, ma mantenere anche lui è difficile”.
Oggi Geanina vive a Roma. Condivide un appartamento con un’altra famiglia romena e lavora come badante e donna delle pulizie in 8 case, riposando solo la domenica. Dice di trovarsi bene in Italia, parla bene la lingua, ama passeggiare e adora le riviste di cucina. Ma nonostante i suoi 35 anni di uscire a divertirsi non ha voglia: “Non me la sento e non mi sembra giusto, mio figlio è lontano e preferisco stare a casa o andare a lavoro per guadagnare di più”.
Con 15 euro al mese Geanina ha ridotto la distanza che la separa dal figlio: 15 euro e chiamate illimitate verso il suo paese. Ogni mattina gli dà il buongiorno e se non lo risente la sera non riesce a dormire tranquilla. Lui le racconta delle sue fidanzate e di cosa vuole fare da grande, è indeciso tra il meccanico e il parrucchiere. Gli piacciono il calcio, i go-cart e la pasta. Ha 14 anni e Geanina ha smesso da un po’ di spedirgli vestiti perché ogni volta che lo vede lo trova sempre più cresciuto e le taglie sono difficili da azzeccare. Alle scarpe ci ha rinunciato da un pezzo, ha ripiegato sui barattoli di pesto e sughi.
“Mamma hai detto due mesi… e poi saresti tornata”. Questa frase Andrej la pronuncia spesso. Quest’anno per Natale non si sono visti, Geanina non è riuscita a comprare il biglietto più di una volta in breve tempo e così ha deciso di partire a gennaio per andare a festeggiare il suo quindicesimo compleanno: “Forse è un giorno più importante perché è solo per lui, Natale è per tutti”.
Mostra con orgoglio la foto del figlio che tiene nel portafogli, le sue mani tremano un po’ ma si sforza di sorridere quando la guarda. “Un giorno chiamavo e non rispondeva nessuno, ho scoperto ore dopo che Andrej aveva avuto un incidente ed era in ospedale. Sarei partita a piedi la notte stessa”.Craiova dista da Roma 1.638 km, se si passa per Trieste.Unmilioneseicentotrentottomila passi se a ognuno si attribuisce un metro, 339 ore, 14 giorni se non ci si ferma mai.
Marzia Marino e Samantha Malandrucco(9 marzo 2016)
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