Il 15 aprile, il CESV, Centri di Servizio per il Volontariato, di Roma ha ospitato un incontro culturale sulla diversità interreligiosa nei corsi di italiano per i migranti.Ad aprire il seminario è stata Paola Piva, coordinatrice della Rete Scuolemigranti, che ha rilevato come, per molte persone musulmane, il sentimento religioso sia particolarmente forte “i migranti si trovano a dover capire ed imparare degli usi e costumi nuovi, ciò all’inizio genera stupore e smarrimento”.Tuttavia la religione può essere anche occasione di conoscenza, come ha dimostrato una docente che ha raccontato “un mio alunno musulmano, Memba, aveva perso in pochi giorni la zia e la sorella, quest’ultima in Africa. Il bambino era perciò stato assente per tre giorni” la maestra essendo venuta a conoscenza che nel paese d’origine di Memba è consuetudine, in caso di lutto, che tutto il villaggio si rechi a casa della famiglia che aveva subito la perdita ha deciso “di fare la stessa cosa con i compagni di scuola del ragazzo. Si è pregato insieme, ciascuno ha ricordato i suoi defunti”. Da allora, nella classe, si ha l’abitudine di partecipare ai momenti principali della vita religiosa degli studenti. “Inoltre un altro allievo, un ragazzo musulmano, rifugiato, è stato nominato membro del consiglio pastorale della sua parrocchia di appartenenza, diventando, orgogliosamente, un ponte tra la fede musulmana e cristiana.”
Nell’ambito del seminario si è affrontato anche il tema della condizione della donna nelle diverse culture. A tale attività sociale si è dedicata, da sempre, l’associazione Villaggio Esquilino di Roma che ha sottolineato “per le donne straniere è fondamentale poter capire e comprendere la realtà che le circonda, è uno strumento forte di difesa, anche verso la propria comunità, quando si trovano purtroppo ad avere a che fare con il fondamentalismo.”Un esponente del centro Astalli testimonia come sia importante dare fiducia ai vari credi religiosi, “durante una lezione, affrontando il tema delle passioni un ragazzo aveva affermato che la sua passione è il Corano, dopo un attimo di smarrimento, l’insegnante ed i compagni si sono resi conto dell’importanza di dare fiducia ai diversi credi religiosi e ai valori che includono. Un’affermazione forte che è servita da punto di partenza per un dibattito in classe, occasione di conoscenza reciproca, molto produttivo per i ragazzi.”
A portare il punto di vista dei migranti è stato Jawed Khan, pakistano e musulmano, cresciuto in Italia: “qui ho creato una famiglia, ho un lavoro e degli amici” e riflette “ “tutte le persone cercano la stabilità economica, familiare, l’assistenza medica nel paese dove risiedono e ciò accomuna sia gli italiani che gli stranieri”.Da questo seminario è emersa la necessità di un maggior dialogo, non solo interreligioso, ma anche culturale. Dall’esperienza diretta degli insegnanti appare evidente che, per favorire l’aggregazione e l’inclusione, è importante scambiarsi informazioni sulle culture dei paesi d’appartenenza.
Marzia Castiglione Humani
(20 aprile 2016)
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